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Editoriali

Baku 2015, un medagliere ingannevole: poche luci e tante ombre per l’Italia

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47 podi complessivi, 10 ori, 26 argenti, 11 bronzi. Sesto posto finale nel medagliere. A prima vista, una prima edizione dei Giochi Europei decisamente positiva per l’Italia, almeno dal punto di vista quantitativo. Tuttavia va sottolineato come la competizione appena conclusa a Baku non possa offrire un quadro veritiero e ragionevole sul reale stato di salute dello sport azzurro.

E’ stata una competizione atipica, complicata da decifrare. Nello stesso calderone si sono mescolate gare dove era presente davvero il meglio del Vecchio Continente, altre infarcite di seconde e terze scelte, fino ad arrivare ad alcuni sport riservati esclusivamente agli juniores (pallanuoto, tuffi, nuoto, nuoto sincronizzato). Da stendere un velo pietoso, poi, sull’atletica: in sostanza si è svolta una gara valida per la quarta serie dell’Europeo per Nazioni (dunque con compagini come Malta, Andorra, Lussemburgo, etc.), ovviamente il cui podio era valido in ottica medagliere…Si chiamano Giochi Europei, in pratica sono le Olimpiadi dell’Europa. Ma non può esistere un’Olimpiade senza l’atletica. Una falla che andrà assolutamente risolta in vista della prossima edizione, sempre che venga organizzata.

Prendendo in considerazione quegli sport dove davvero la competitività era elevata, si notano i progressi del tiro con l’arco, con gli azzurri che sembrano finalmente aver metabolizzato i nuovi regolamenti e possono guardare con fiducia ai Mondiali di Copenhagen che assegneranno i pass per Rio 2016. Bene anche la boxe, sebbene sia mancata la ciliegina di un oro. Valentino Manfredonia si conferma ormai un big dei mediomassimi, mentre Vincenzo Mangiacapre e Vincenzo Picardi non hanno mancato l’appuntamento con un podio alla portata. In campo femminile, invece, il Bel Paese ha raccolto due argenti da categorie di peso non olimpiche, dato allarmante che dovrà far riflettere i tecnici.

Benissimo la scherma in un contesto oggettivamente molto modesto. Baku, ad ogni modo, ha messo in risalto l’enorme vastità del movimento tricolore, capace di conquistare medaglie a grappoli anche con le riserve. Conferme anche dal tiro a volo, dove però Jessica Rossi è diventata ormai un rebus di complicata risoluzione. Nel tiro a segno, invece, l’impressione è che l’Italia sia quasi completamente dipendente dalle sue stelle Petra Zublasing e Niccolò Campriani, con quest’ultimo peraltro non entusiasmante (oro perso all’ultimo tiro nella carabina 10 metri, fuori dalla finale nella tre posizioni). Per il resto, non sono arrivate carte olimpiche, con il comparto della pistola che continua a fare una fatica enorme.

Le note positive finiscono qui. Come si può notare, non sono poi così tante. Al contrario, sono numerose le nubi che si addensano sulla spedizione azera dell’Italia. Partiamo dal judo. Il rischio, serio, è che il bronzo della prova a squadre femminile possa rappresentare il classico specchio per le allodole, utilizzato per elogiare un movimento che al contrario annaspa da troppo tempo. Certamente il livello della compagine femminile è discreto, ma nulla più. Odette Giuffrida ed Edwige Gwend, ma di tanto in tanto anche Valentina Moscatt, sono delle judoka di buon livello, capaci in determinate circostanze (giornata di grazia e tabellone favorevole, per intenderci) di dare l’assalto al podio. A Baku non è accaduto, a conferma che le azzurre non possono essere annoverate tra le big internazionali. Gwend, in particolare, dopo l’argento europeo del 2010, dà la sensazione di non essere mai riuscita a spiccare il volo ed il tempo comincia a stringere...Desolante ed inaccettabile, poi, la situazione in campo maschile. Lo spieghiamo con i numeri: su 8 azzurri presenti, 4 sono stati eliminati subito, 4 al secondo turno. Siamo comparse assolute in Europa, un granello di sabbia nel deserto a livello mondiale. Eppure prestazioni simili si erano già verificate negli ultimi anni. Si sta facendo qualcosa per invertire il trend? Dai risultati, sembrerebbe proprio di no.

Realtà pressoché identica nella lotta, con grappoli di eliminazioni immediate. L’unica differenza è rappresentata dalla nuova stella Frank Chamizo, subito a medaglia (argento) al suo primo vero appuntamento internazionale in maglia azzurra. L’italo-cubano dovrà rappresentare il pilastro per far crescere la squadra a partire dalle fondamenta. Sarebbe deleterio sperperare un’occasione del genere per uno sport sovente nell’anonimato. Se Chamizo conferma un talento sconfinato, tarda invece l’esplosione della consorte Dalma Caneva, ancora una volta stoppata nella fase iniziale del torneo.

Si intravede una crescita generale nel taekwondo, anche se gli azzurri mancano ancora dell’esperienza necessaria per compiere l’ultimo salto di qualità. Erica Nicoli e Roberto Botta hanno alternato grandi exploit a sconfitte contro avversari alla portata. L’impressione, tuttavia, è che si possa investire in maniera decisa su questi due giovani.

Bocciato il ciclismo, senza medaglie in competizioni dal campo partenti scadente, pessima figura anche per il beach volley: i gemelli Ingrosso e Ranghieri-Rossi, favoriti per la vittoria, hanno alzato bandiera bianca sin dagli ottavi contro avversari di quarta fascia.

Non ci si poteva aspettare miracoli dalla canoa velocità, ancora alla ricerca della giusta quadratura in vista dei fondamentali Mondiali di Milano. L’impressione è che il progetto K4 difficilmente possa avere successo. Meglio, forse, costruire un K2 1000 metri in grado di lottare anche per una medaglia.

Non si comprende, inoltre, il motivo per cui due sport che notoriamente faticano a livello assoluto, come ginnastica artistica e triathlon, abbiano snobbato palesemente questi Giochi Europei presentando le riserve delle riserve (con tutto il rispetto): va bene puntare sui giovani, ma indubbiamente si è persa una ghiotta e forse irripetibile occasione per conquistare qualche podio di prestigio. Imbarazzante, infine, il rendimento delle due nazionali di pallavolo, entrambe eliminate nella fase a gironi: due squadre raffazzonate all’ultimo momento, senza né capo né coda. Non il modo migliore per onorare l’evento.

Bene gli sport non olimpici (karate, aerobica e beach soccer), che hanno sfruttato al meglio una vetrina importante. Sospendiamo il giudizio, infine, su pallanuoto, nuoto, sincronizzato e tuffi, tutte gare che hanno visto al via esclusivamente atleti juniores.

Al di là di un bottino cospicuo, si comprende dunque come i Giochi Europei di Baku abbiano riservato più ombre che luci sullo sport italiano, denotando oltretutto un’incapacità di vincere preoccupante (eloquente il disavanzo tra ori e argenti, 10 contro 26). Spesso nei momenti cruciali sono mancati cinismo e sangue freddo. Attenzione, dunque, a sopravvalutare un medagliere camaleontico ed ingannevole. Un’edizione, nel complesso, senza infamia e senza lode. Come può essere definito, in effetti, il valore dello sport italiano attuale.

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federico.militello@oasport.it

17 Commenti

1 Commento

  1. ale sandro

    28 Giugno 2015 at 23:07

    @ Gabriele
    Esatto, d’accordissimo. Continuo a sperare che questi European Sport Championships, possano allargarsi a tutti gli sport ,se non già nel 2018 ,quattro anni dopo. Mi sembrano molto più coerenti con ciò che sono i campionati continentali, o tra i multi sport, ad esempio con i Giochi Asiatici. Non mi sembra di chiedere troppo.

  2. Al

    28 Giugno 2015 at 21:34

    Articolo lungo e tanti commenti sicuramente interessanti: me li leggerò con calma nei prossimi giorni visto che, per ragioni professionali, questo fine settimana devo seguire la crisi greca. 🙂

    Sono anch’io scocciato dal sorpasso finale della Francia: si arriva, si gareggia, giorni migliori, giorni peggiori, e alla fine siamo sempre dietro a tutti e tre i rivali storici (GB, Francia, Germania). Cheppalle.

    Vale la pena notare che, in un Paese dove la composizione sociale e il potere economico sono sbilanciati sui ‘vecchi’, inutile attendersi cambi di marcia nello sport. C’era finalmente un ministro dello Sport atleta di alto livello, è stata rimossa (giustamente a mio avviso), ma di farne un’altro/a non se ne parla nemmeno. Non interessa a nessuno.

    Secondo me, per il futuro andrebbe seguito il modello dei Paesi in cui lo sport ha un valore scolastico: in Francia, come spiegato in un articolo di OA, oppure come negli Stati Uniti, dove ti paga la scuola superiore e l’università, comrpese le migliori. A questo dovrebbe lavorare Malagò, tra un cocktail e un’intervista.

  3. Luca46

    28 Giugno 2015 at 20:20

    Questo non è un articolo è una perla. Una fotografia in HD. Peccato essere finiti dietro la Francia. Colgo l’occasione per ringraziare OA per il lavoro immenso ed eccezionale svolto. Triste vedere lo snob di quotidiani e media verso una manifestazione che diventerà importante. Grazie OA.

    • Federico Militello

      29 Giugno 2015 at 21:30

      Grazie a te per i complimenti che fanno davvero piacere. Siete il nostro motore.

      • Luca46

        29 Giugno 2015 at 22:04

        Grazie a voi. Se non ci foste stati avremmo saputo poco o niente di questi giochi. Domenica mattina leggendo la Gazzetta mi son venuti i brividi nel vedere lo spazio riservato a Baku 2015. Oltretutto c’è gente che neppure sa che si sono svolti. Siete davvero in gamba.

  4. giuforest2

    28 Giugno 2015 at 19:54

    Ciao a tutti, mi sono iscritto al vostro sito perchè mi piace molto seguire la nazionale azzurra in qualsiasi sport o competizione gareggi e voglio sempre tenermi aggiornato! 😉
    Mi chiedevo una cosa a proposito di medagliere: qualcuno mi spieghi come mai la Francia spesso e volentieri riesce sempre a fregarci nelle giornate conclusive? Non è la prima volta che accade, anzi succede in quasi ogni competizione, è successo anche ai giochi olimpici giovanili, è successo svariate volte alle olimpiadi e anche in alcuni europei o mondiali, posso capire qualche volta ma siccome succede sempre mi irrita non poco sta cosa da tifoso dell’Italia 🙂 sembra sempre che la Francia ha quel qualcosa in più, forse una mentalità vincente leggermente superiore? boh fatto sta che succede quasi sempre, è sempre la solita storia 🙂 comunque a parte questo superamento finale della Francia che alla fine temevo sono contento della spedizione azzurra 🙂 ciao!

    • Federico Militello

      28 Giugno 2015 at 20:03

      Storicamente non è stato così, infatti nel medagliere olimpico di tutti i tempi siamo davanti noi. Negli ultimi tempi invece hanno qualcosa in più, è innegabile. Credo sia proprio un discorso di motivazioni.

      • giuforest2

        28 Giugno 2015 at 20:11

        sì è vero che nel medagliere all time siamo ancora superiori anche se non so per quanto manterremo questa superiorità, comunque sì anch’io credo che abbiano qualche motivazione in più, forse mentalmente i francesi sono più preparati ad affrontare questo genere di gare, spero che anche noi miglioreremo la nostra mentalità vincente, io sono dall’idea che il potenziale c’è e che l’Italia possa davvero fare grandi cose ma dovrebbe avere una cattiveria in più per vincere che spesso gli manca, il fatto che abbiamo vinto 10 ori ma addirittura 26 argenti la dice lunga…., gli argenti sono pur sempre belle medaglie e ci possono stare, ma bisognerebbe cercare di ridurli e tramutarli in oro e allora possiamo fare grandi cose, vedremo a Rio….

      • Gabriele Dente

        28 Giugno 2015 at 21:37

        Motivazioni e anche “psicologia razziale”, come direbbe Gianni Brera. Altrimenti non sarebbe arrivata una tale impressionante sfilza di sconfitte nelle finali, soprattutto contro i padroni di casa. Cosa che, personalmente, mi ha fatto arrabbiare molto. Su una decina di finali negli sport di combattimento non siamo stati capaci di vincere UNA finale! E poi ditemi voi se esiste altra nazione capace di vincere in una disciplina 1 oro e 9 argenti! Dovremmo imparare a fare come l’Ungheria e l’Olanda che capitalizzano sempre al massimo!
        Comunque, a parte lo sfogo da tifoso, Federico e gli altri lettori avete hanno già detto tutto.
        Aggiungo solo, se posso trarre indicazioni in chiave olimpica, che al momento:
        1) Zublasing c’è;
        2) Campriani NON c’è;
        3) Chamizo c’è;
        4) le farfalle NON ci sono.
        Per tutti gli altri, che abbiano vinto medaglie oppure no, aspetterei altre verifiche.
        Ciao!

        • ale sandro

          28 Giugno 2015 at 22:07

          Gabriele, io non mi preoccuperei per gli argenti degli Juniores,che fanno il loro personale in corsia e che le prendono da coetanei in diversi casi già a livello da senior anche importante, tipo l’avversaria della Verona ,che è stata bravissima.
          Il medagliere nostro e delle “tre sorelle” è influenzato dal nuoto jr(e pallanuoto, tuffi , sincro ugualmente giovanili), e secondo me anche per questo non ha senso conteggiarlo nella stessa maniera con le altre discipline senior. La Gran Bretagna senza questi risultati finiva dietro di noi e la Francia un oro sopra.
          In ogni caso non cambia il mio pensiero su questa manifestazione.
          D’accordo con te sulle indicazioni, anche se soprattutto per le farfalle aspetterei il mondiale..ma in generale aspetterei tutte le altre gare per chiunque dei nostri. Davvero non riesco a trovare indicativi questi giochi europei così sistemati.

          • Gabriele Dente

            28 Giugno 2015 at 22:50

            Ma no, certo.. Gli argenti jrs., ottenuti spesso col record italiano di categoria, non mi preoccupano. Era solo per sottolineare il nostro particolare “karma” 🙂
            Per quanto riguarda la manifestazione, invece, secondo me o si uniforma il programma a quello dei Giochi Olimpici facendo partecipare gli stessi atleti (senza seconde e terze scelte), magari dando alle gare il rango di campionati europei come ha fatto il judo (anche se mi rendo conto che è complicato), oppure non avrà lunga vita (già l’edizione del 2019 potrebbe non disputarsi).

  5. alebi

    28 Giugno 2015 at 16:01

    Per quanto riguarda l’Italia non posso che concordare col tuo articolo. E’ stata una prestazione discreta, ma nulla più. La quantità industriale di argenti denota che il livello è buono ma che manca sempre quel qualcosa che ti fa eccellere e che ti fa poi emergere anche in campo mondiale. Se poi ci aggiungiamo che alcuni argenti/bronzi dovevano essere ori (per il valore degli atleti) e che ci sono state più defezioni (ciclismo, beach volley, volley, RITMICA) che sorprese (beach soccer) allora ci si deve porre qualche dubbio (tenuta mentale, carica agonistica, motivazioni) e tentare di rimediare in vista dell’Olimpiade. Ma ovviamente tutto questo non si farà…

    Personalmente la disciplina che mi preoccupa di più è la ritmica dove, al di là delle solite polemiche con la giuria, la squadra è stata ultra fallosa, demotivata, a fronte di una crescita continua di altre nazioni “nuove” che non stanno più a guardare. L’Italia sta spofondando nel ranking europeo e questo, anche agli occhi dei giudici, può rappresentare un facile biglietto d’addio ad una delle medaglie che fino all’anno scorso davamo molto sicura.

    • Federico Militello

      28 Giugno 2015 at 20:24

      Hai detto bene, non si farà niente. Ritmica in grave regresso con errori a raffica.

  6. alebi

    28 Giugno 2015 at 15:37

    Prima considerazione personale su questo nuovissimo evento…. a me è piaciuto!!! Sarà che la formula “da Olimpiade” attira sempre e, con i tanti sport coinvolti, è capace di tenerti incollata a seguire anche qualche disciplina che normalmente snobberesti. Il susseguirsi di emozioni, saltando da uno sport all’altro, da mattina a sera, invece che aspettare i vari singoli campionati durante tutta l’estate, a parer mio, potrebbe veramente dare una marcia in più allo sport, rendendo di colpo più visibile la totalità delle discipline. La maggioranza delle persone altrimenti avrebbe seguito solo le manifestazioni degli sport preferiti e tanti sport “minori tra i minori” non avrebbero nemmeno avuto una degna copertura televisiva. Sono sicura che un “pacchetto completo” farebbe aumentare anche i guadagni per i diritti di trasmissione (rispetto ad un singolo campionato europeo) poichè la formula “da Olimpiade” è l’unica capace di attirare il pubblico più generalista, quello che nemmeno sa dell’esistenza di alcune competizioni/discipline.

    Insomma, secondo me è una manifestazione da portare avanti. Certo è che le singole federazioni devono capire che si tratta di un’occasione e non di una perdita di tempo in più, e dare il nulla osta a far svolgere i proprio VERI campionati europei all’interno di questa manifestazione. Perchè, e qui veniamo ai punti dolenti, si è vista troppa discrepanza tra gare dove si lottava per un obiettivo importante (titolo europeo o carta olimpica), altre riservate agli junior, altre prese sottogamba dagli atleti e altre, ahimè, dove il livello era poco edificante per la disciplina stessa (non faccio nomi ma credo sia chiaro).

    Un altro punto a favore di questa manifestazione è che può essere sfruttata da quegli sport ancora non olimpici, per i quali rappresenta una validissima occasione per darsi notorietà e far capire quanto questi sport siano coinvolgenti. Mi stupisce, in proposito, che non siano stati inseriti (o forse la federazione vi aveva rinunciato) gli sport sulle rotelle, che così continuano a sopravvivere nell’anonimato (mentre, ad esempio, il karate e l’aerobica si sono regalati una bella vetrina). Magari far ruotare gli sport presenti a seconda della tradizione del paese ospitante, potrebbe essere un’idea in più.

    E’ vero che in un periodo di forte crisi economica un po’ generalizzata, questo tipo di manifestazione risulti costoso ma nessuno obbliga a far svolgere tutte le discipline all’interno dello stesso sito. Perchè, ad esempio, non coinvolgere un’intero paese (come l’Italia) sfruttando gli impianti già esistenti nelle varie città, o, come sempre più spesso accade, dividere l’organizzazione tra due stati europei?

    Io spero che le federazioni si mettano attorno ad un tavolo per discutere seriamente una riorganizzazione degli eventi internazionali, tralasciando per una volta il proprio orticello e i propri interessi.

    • ale sandro

      28 Giugno 2015 at 16:03

      Tutto giusto e bello, soprattutto quando parli di sport a rotelle, mia antica speranza di vederli non solo ai world games dove ci finiscono gli sport non olimpici. Però se devo giudicare ciò che è ,in questo momento, la stagione, i Giochi Europei così impostati non hanno senso. Non si tratta solo di presenza o meno di veri campionati europei..qua solo lo judo per esempio, quanto invece di avere lo spazio affinchè questa manifestazione abbia la maggiore rilevanza possibile nella stagione, e cioè essere se non il primo evento per gli europei, al massimo l’altro grande obbiettivo stagionale.
      In un’anno preolimpico, con mondiali qualificanti e gare di coppa del mondo utili al ranking o con carte olimpiche annesse per i Giochi dell’anno successivo,questo secondo me non è possibile. Altra cosa sarebbe stata l’anno pari non bisestile (e quindi non olimpico), dove diversi campionati mondiali di disciplina a cadenza annuale sono spesso sistemati tra seconda metà di agosto e settembre e anche oltre in certi casi. In quella stagione ci starebbero benissimo, per poter riunire molto bene anche atletica e nuoto che non hanno competizione iridata. Ma se leggo che stanno mettendo in piedi gli European sports championships o qualcosa del genere, per il 2018 con due città coinvolte come Berlino e Glasgow per fare in due settimane gli Europei di vari sport di prestazione (atletica , nuoto, ciclismo , canottaggio, triathlon) , è chiaro che i giochi europei visti qui avrebbero vita magari non dico breve, ma non molto interessante a mio parere.
      Diventa per me anche poco utile abbozzare ragionamenti riguardo al bilancio di questa o quella nazione o sport, proprio perchè non era in questa stagione un evento nè di prima nè di seconda fascia, eccezion fatta per le poche discipline che assegnavano titolo europeo, o magari carta olimpica (ma anche qui non si tratta di un evento importantissimo, in questo momento della stagione).

      • alebi

        28 Giugno 2015 at 16:24

        Infatti il problema più importante è quello di una riorganizzazione del calendario. Qui, secondo me, rientrano in gioco i famosi “interessi” delle singole federazioni che preferiscono imbottire la stagione con mille propri eventi (anche poco importanti) piuttosto che avere una visione moderna, che salvaguardi la propria disciplina e anche la salute degli atleti (spremuti come limoni… poi viene quasi naturale ricorrere al doping, soprattutto quello che coadiuva il recupero).

        L’esempio più facile che mi viene in mente è la pallavolo, che si è inventata un metodo di qualificazione olimpica fuori da ogni ragione umana, mettendo in seria difficoltà anche l’organizzazione dei singoli campionati nazionali (la base di sopravvivenza dello sport stesso), ma lasciando l’intoccabile World League ed un Europeo che non assegnerà pass.

        Anche l’atletica ha deciso di aggiungere un campionato europeo a pochi mesi dall’Olimpiade, campionato che viene prontamente snobbato da molti atleti forti e da nazioni che si possono permettere di mandare in pista una nazionale B comunque competitiva. In più si sono inventati anche i campionati europei under 23, quando a quell’età gli atleti dovrebbero già vivere nella dimensione da senior. Ecco, perchè non mandare allora gli under 23 a Baku? Almeno avremmo visto un livello decisamente superiore (con tutto che torna a favore della visibilità della disciplina).

        Per non parlare delle discipline che hanno ogni anno sia europei che mondiali… Insomma potremmo andare avanti all’infinito con gli esempi…

        • ale sandro

          28 Giugno 2015 at 16:52

          Proprio l’esempio della pallavolo che hai fatto , mi fa venire in mente un’altro sport di squadra seguito meno, l’hockey su prato. A mio parere sta gestendo molto meglio la qualificazione per Rio, acconsentendo ai campioni continentali la qualificazione diretta, e nel “torneo di semifinale” della World league, con tutte le più forti presenti (una sorta di torneo mondiale di qualificazione olimpica per l’occasione), fa passare le 7 migliori di quella graduatoria(nel caso della competizione femminile), ovviamente escludendo chi ha vinto il titolo continentale e ha già il pass, o lo conquisterà successivamente alla world league. A fine ottobre dovrebbero quindi esserci tutti i nomi, gli stessi 12 se non sbaglio del volley.
          Senza quindi , mi si corregga se sbaglio, ulteriori gruppi continentali o mondiali di qualificazione disputati da gennaio a maggio 2016. Lo trovo quindi molto meno macchinoso e più valido anche tecnicamente.
          Vogliono mangiare in tantissimi è chiaro, bisogna tenersi buoni i rappresentanti di determinati paesi che votano in sede di elezioni federali, Cio e così via.
          Se poi penso che nella pallanuoto femminile vanno solo 8 squadre ai giochi,e i mondiali non qualificano, mi metto le mani nei capelli.
          Fosse per me esisterebbero due categorie: giovanile max under 20 e senior. Basta. Tutto il resto lo trovo molto discutibile e poco interessante anche tecnicamente, perché i più forti spesso disertano queste competizioni. Tra l’altro under 23 che a livello mondiale nell’atletica non ha competizione specifica se non mi sbaglio…
          Per questo un evento multi sport così, che dovrebbe sempre essere una goduria per noi appassionati di sport olimpici e non, quando non c’è l’atletica, gli sport acquatici junior, mancano canottaggio , vela , pentathlon, la ginnastica con regolamenti non presenti nel resto del panorama per quanto riguarda la gara a squadre…non è un evento che possa dare indicazioni davvero importanti secondo me, ovviamente come già detto con le dovute eccezioni.

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