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Ciclismo

Tour de France 2015: il viso di Daniel, la schiena di Michael

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Come testimonia l’immagine risalente alla scorsa estate, Michael Matthews non è nuovo a dolorosi incidenti: oggi, l’australiano è stato ancora una volta tra gli sfortunatissimi protagonisti di una caduta che, per qualche minuto, ha fatto tremare i polsi di milioni di spettatori in tutto il mondo.

Già, quel groviglio di biciclette e di corpi per un attimo quasi inermi, dopo essere ruzzolati a tutta velocità, passerà alla storia come una delle immagini più drammatiche del ciclismo, alla quale si è cercato di ovviare con l’inaspettata e temporanea neutralizzazione della corsa per permettere gli interventi medici più veloci e adeguati possibile. Si andava a tutta velocità sulle strade delle classiche del Nord e il pensiero di molti, probabilmente, era già verso Huy: Bonnet, Dumoulin, Kozonchuk e Gerrans non sono invece proprio arrivati sulla bestiale rampa vallone, travolti da traumi, lussazioni e fratture che ci metteranno un bel po’ a rimarginarsi.

Michael Matthews invece ci è arrivato. In qualche modo, con una pedalata sempre più claudicante e lo spettro del “camion scopa”, come veniva chiamato una volta il mezzo di fine corsa, perennemente alle spalle: ci è arrivato ventuno minuti e trentotto secondi dopo il vincitore di tappa. Ci è arrivato con la schiena graffiata, aperta, lacerata, sospinto da un orgoglio indescrivibile che fa pedalare più forte del sangue, del dolore, della disperazione.

Così come ha fatto Daniel Oss, il coriaceo trentino peraltro tra i corridori più brillanti nelle primissime battute di questo Tour. Una maschera di sangue, il naso gonfio e arrossato, le escoriazioni sulla fronte e sugli zigomi: un inno al dolore, ma anche e soprattutto all’infinita passione che fa andare avanti nonostante tutto.

Non sappiamo se domani Michael, Daniel e gli altri reduci di una caduta così clamorosa saranno al via per la tappa del pavè. Siamo però convinti che, seppur simbolicamente, questi atleti abbiano già vinto il Tour de France.

foto: pagina Facebook Michael Matthews

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marco.regazzoni@oasport.it

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