Nuoto
Nuoto, Mondiali Kazan 2015: come cambia l’Italia! 14 assenze da Berlino 2014
E’ di ieri il comunicato della Federnuoto con le ultime integrazioni alla squadra per i Mondiali di Kazan. 12 nuovi volti promossi grazie alle belle prestazioni ottenute in extremis per un totale di 37 convocati. Ma subito saltano all’occhio molte differenze rispetto agli Europei di Berlino 2014, soddisfacenti per un’Italia talentuosa, guidata da due fuoriclasse e con molti prospetti interessanti per il futuro. Manca continuità? I motivi delle assenze sono svariati, ma quel che è certo è che in Russia non ci saranno alcuni nomi grossi del nuoto azzurro.
Nello specifico sono ben 14 gli assenti tra i reduci dalla capitale tedesca. La notizia principale, che comunque già si sapeva dalla scorsa primavera vista la gravità del caso, riguarda Gabriele Detti. Il mezzofondista amico-rivale di Gregorio Paltrinieri, record man europeo degli 800 stile libero ma nel limbo tra 400 e 1500 in ottica Rio 2016, è stato frenato prima degli Assoluti di Riccione da un’infezione alle vie urinarie e non è più riuscito a riprendersi, mancando ovviamente tutta la seconda parte di preparazione e non potendo garantire una forma adeguata a Kazan. Assente anche Stefania Pirozzi, pure lei – come molti altri del gruppo di lavoro guidato da Stefano Morini – colpita da numerosi malanni. La campana era stata tra le protagoniste dalle 4×200 stile libero oro a Berlino, ma il quartetto rimane comunque competitivo con la crescita di Alice Mizzau e le agguerrite Diletta Carli, Chiara Masini Luccetti ed Erika Musso a contendersi gli ultimi due posti al fianco della fuoriclasse Federica Pellegrini.
Luca Leonardi, bronzo nei 100 stile libero agli ultimi Europei, è stato costretto a dare forfait a causa di una recente operazione allo scafoide. Nel quartetto veloce, insieme a Marco Orsi, Luca Dotto e Filippo Magnini, torna dunque Michele Santucci. In Germania si era comportato molto bene anche Matteo Pelizzari, quinto nella finale dei 200 farfalla ma assente tra meno di un mese. Tra le altre defezioni di lusso un’altra medagliata, seppur in staffetta: Giada Galizi – esordiente – aveva colto l’oro nella 4×100 sl mista e il bronzo nella 4×100 sl al femminile.
Il dorso non vedrà al via Arianna Barbieri, medagliata europea nel 2012 che quest’anno ha faticato a trovare la giusta linfa. Ci sarà però Elena Gemo, forte dei due record italiani (50 e 100) timbrati a giugno nel corso del Trofeo Settecolli. Out un’altra dorsista, Carlotta Zofkova, e pure le raniste Lisa Fissneider, Elisa Celli e Giulia De Ascentis (quest’ultima reduce da delicati problemi fisici). Triste soprattutto l’assenza della bolzanina classe 1994, bicampionessa mondiale giovanile nel 2011 e protagonista di una clamorosa involuzione che neanche uno stage di allenamento negli Stati Uniti d’America è riuscito a invertire. Citato Detti, 20enne, ecco un altro ’94 che non volerà a Kazan. Si tratta di Niccolò Bonacchi, che non ha convinto il ct pur detenendo il record italiano dei 50 dorso dall’aprile 2014. Persi per strada anche Mattia Pesce, Stefano Mauro Pizzamiglio (al quale non è bastata la medaglia alle Universiadi) e Samuel Pizzetti.
Da ricordare infine il forfait autoimpostosi sia la scorsa estate che adesso da Fabio Scozzoli, ancora non al top della forma dopo la rottura del crociato datata settembre 2013, uno dei pochi azzurri ancora in attività ad aver vinto una prestigiosa medaglia mondiale.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Facebook Gabriele Detti
Francesco III d'Este, duca di Modena
14 Luglio 2015 at 10:08
Triste davvero quel che succede alla Fissneider… tanto più che adesso pare non avere problemi fisici evidenti. Dico pare perché forse non ci è stato detto tutto… Ad ogni modo ho già avuto modo di dire che ripongo cieca fiducia nel suo attuale allenatore, e che confido che per la prossima stagione in corta avrà risolto i suoi guai. Perché anche con tutto il talento possibile, trovo inconcepibile che gente come Carraro, Castiglioni e Verona le siano superiori: sulla carta (fisicamente) non c’è storia. Bisogna però che ciò si traduca nella pratica