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Ciclismo
Tour de France 2015: La Pierre Saint Martin apre il festival delle salite. Oggi il primo vero esame
Dopo un giorno di riposo in cui la carovana del Tour de France è stata scossa dalla vicenda di Ivan Basso, cui rinnoviamo i nostri auguri di pronta e completa guarigione, la lotta per la maglia gialla riparte Tarbes, sede di partenza della decima tappa della Grande Boucle 2015.
La frazione odierna si concluderà in vetta all’ascesa di La Pierre Saint Martin, prima vera ascesa di questo Tour. 150 chilometri praticamente piatti ad anticipare una salita vera, con pendenze importanti che potrebbe andare a definire le gerarchie tra gli uomini di classifica. Vista così, il terreno sembra apparecchiato in particolare per Chris Froome e Nairo Quintana: la fase centrale della scalata infatti presenta pendenze superiori al 10%, dove entrambi potrebbero provare a piazzare il primo vero attacco del Tour, nonostante la strada si addolcisca e non poco nei chilometri finali. fare la differenza è possibile, anche perchè difficilmente gli uomini di classifica arriveranno in cima affiancati dai compagni di squadra e per chiudere su un eventuale attaccante serviranno gambe.
Sia Froome che Quintana , per motivi diversi, potrebbero muoversi in prima persona. L’inglese ha interesse a mettere più spazio possibile tra sé e gli avversari in vista di una terza settimana dove sulla carta potrebbe pagare qualcosa per quanto visto negli scorsi anni, mentre il colombiano ha un ritardo già importante sulle spalle e deve quantomeno testare se stesso e gli altri sul terreno più congeniale alle sue caratteristiche di scalatore puro.
Difficile possano stare fermi Alberto Contador e Vincenzo Nibali. Il fresco vincitore del Giro d’Italia paga oltre un minuto da Froome, ma l’incognita sulla sua condizione resta. Da valutare su una salita lunga e impegnativa come quella odierna, dove le fatiche della corsa rosa potrebbero incidere sulle sue performance.
Nibali, d’ora in avanti, non può più limitarsi a difendersi ma dovrà muoversi in prima persona per recuperare il terreno perso e mettere in difficoltà, psicologicamente prima che fisicamente, i diretti avversari per la conquista del successo finale. Lo Squalo dello Stretto sembra aver smarrito la tranquillità e niente di meglio di una prova di spessore può permettergli di tornare a lavorare nel giusto clima, sia con se stesso che con una squadra che fino a questo momento non ha offerto le prestazioni preventivate.
Resterà a guardare, probabilmente, Teejay Van Garderen, fino ad adesso perfetto e secondo in classifica generale. Al Giro del Delfinato ha dimostrato di potersi difendere da Chris Froome, ma la musica, da oggi in poi, potrebbe cambiare sensibilmente. L’orchestra è pronta e il valzer delle salite è alle porte.
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gianluca.santo@oasport.it