Fondo
Nuoto di fondo, Mondiali Kazan 2015: due pass, lacrime e futuro
Buona la prima. Nella 10 chilometri maschile, il nuoto di fondo italiano non conquista la medaglia – ma il tabù iridato che resisteva da Roma 2009 era già caduto nella 5 km con il bronzo di Matteo Furlan – ma può comunque sorridere. Anzi, piangere. Piangere dalla gioia, dalla felicità, dalla commozione, dall’orgoglio di chi sa di essersi impegnato tutto l’anno per raggiungere un risultato preciso. Ed esserci riuscito.
Simone Ruffini è settimo, Federico Vanelli decimo. Ancora una volta il fotofinish regala attimi di batticuore, ma poi ecco l’urlo di gioia. Entrambi gli azzurri sono qualificati a Rio 2016: serviva la top ten e top ten è. Il ct Massimo Giuliani gongola: “E’ la prima volta che qualifichiamo due atleti dello stesso sesso alle Olimpiadi. Pochissimi altri paesi ci riusciranno per il complesso sistema di qualificazione – spiega al sito federale -. Sapevamo che era difficile conquistare le medaglie sia per il numeroso campo di partenti sia per le condizioni del bacino, eppure Ruffini nel finale ci ha provato senza riuscire ad inserirsi nelle primissime posizioni. Comunque avevamo preparato la gara per piazzare entrambi i ragazzi nei primi dieci posti e siamo soddisfatti del risultato. Speriamo nel bis delle ragazze“.
Già, speriamo. Domani è un altro giorno, altra gara – 10 chilometri femminile – ma stesse ambizioni. Due nelle dieci per volare alle Olimpiadi è fattibile, forse anche più di oggi, perché sia per Rachele Bruni che per Aurora Ponselè c’è anche la concreta possibilità di vincere una medaglia. Come reagiranno domani davanti alla telecamere? Tutti, intanto abbiamo ancora negli occhi le lacrime dei due azzurri, tanto bestioni in acqua quanto teneri fuori. “Abbiamo realizzato un sogno – dice Ruffini -. Sono commosso e mi fa molto piacere condividere questa gioia con Federico. L’obiettivo era conquistare il pass olimpico, sapevamo che il podio era difficile da raggiungere perché il bacino non è adatto alle nostre caratteristiche, appiattisce il livello e favorisce la velocità di base piuttosto che la tattica e la resistenza“.
Vanelli quasi non riesce a terminare il proprio discorso, tanto è emozionato: “Credo che sia il giorno più bello della mia vita – racconta -. Sono emozionato per l’obiettivo raggiunto e per la tensione. Non ero mai stato costante in stagione. Ho combattuto con una serie di problemi di salute; prima una fastidiosa allergia, poi un’esofagite da riflusso che mi ha debilitato. Ho pensato anche di smettere. Invece ho stretto i denti, continuato ad allenarmi, a dare il massimo e sono riuscito a nuotare la gara più importante al momento giusto e a coronare un sogno a cui stavo per rinunciare. Non sono una persona che esprime spesso i propri sentimenti, ma vorrei dedicare la qualificazione olimpica ai miei genitori. Ogni bracciata era per loro. Pensare che rappresenteremo l’Italia alle Olimpiade di Rio de Janeiro mi commuove“. E ora testa al futuro. La strada percorsa finora è solo metà, il cammino adesso è ancora più faticoso. Ma l’Italia c’è e ci proverà.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Clicca qui e metti mi piace per restare sempre aggiornato sul mondo del nuoto italiano
francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Fin/DeepBlueMedia