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Sci di fondo

Roland Clara in esclusiva: “Occhio alla staffetta! Senza fortuna…”

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Ormai da qualche stagione è la stella dello sci di fondo italiano, colui che tiene alto – insieme al bionico Di Centa – tutto il movimento nazionale. Un atleta d’altri tempi Roland Clara, in sintonia ma non troppo con il fondo moderno, di cui ci parlerà nell’intervista che il 30enne altoatesino ha concesso in esclusiva ad Olimpiazzurra. Solo uno dei temi trattati da Rollo, oltre al Tour de Ski 2013 e al nuovo che avanza, passando per i Mondiali in Val di Fiemme e il Cermis.

Non possiamo non partire dal Tour de Ski appena concluso. La forma fisica era smagliante, come dimostrato soprattutto sul Cermis, ma quella caduta ad Oberhof ha pregiudicato un probabile piazzamento tra i primi 10.
Sono partito a Oberhof molto motivato, perché sapevo che la forma c’era più che mai! Il prologo è andato benissimo, perché se in una distanza cosi corta riesco ad entrare nei primi 30  vuol dire che sto veramente bene! Tutto andava perfetto fino al giorno della 15 km di Oberhof. La caduta, la rottura del bastone e di conseguenza molta strada con uno solo mi è costato molto tempo. Anche se dopo, quando avevo finalmente due bastoni giusti, ho fatto ancora una gran gara perdendo poco dai primi. Purtroppo mi sono portato dietro quei due minuti persi il primo giro, che dopo la Cortina-Dobbiaco (gundersen di 35km tl, ndr) sono diventati molti di più perché non sono riuscito a recuperare abbastanza per raggiungere il trenino giusto! 
È sempre difficile dire cosa sarebbe stato se… Però penso di aver avuto la forma giusta per entrare nei primi 10!

In merito al Cermis, risultati alla mano sembra proprio che sia un terreno perfetto per te. Non mancano, però, le critiche per le sue pendenze impossibili, che per alcuni non la rende una gara di sci di fondo. Tu cosa ne pensi?
Anche se vado molto bene su pendenze ripide e salite lunghe e dure, devo dare ragione a quelli che dicono che non è più una gara di fondo! Tante volte su quelle rampe si fa un passo che non esiste neanche nell’elenco del maestro di sci. La tappa è molto seguita a livello internazionale forse proprio perché presenta una roba un po’ anomala. Secondo me, il Cermis dal punto di vista pubblicitario fa bene al nostro sport, anche se per una gran parte è più sci alpinismo che sci di fondo.

Lo sci di fondo, uno sport che in Italia, in passato, ha regalato tante soddisfazioni ma che ora non sta attraversando un periodo particolarmente brillante. Quali sono per te i motivi di questo calo? E cosa bisognerebbe fare per ritornare ai fasti di un tempo?
Secondo me non è vero che lo sci di fondo in Italia è in calo! A casa mia non ho mai visto cosi tanta gente che comincia a praticare questo sport come adesso. Anche molti giovani si iniziano agli sci stretti! Sarà perché è uno sport sano che consuma poco articolazioni, tendini e quant’altro, o forse perché piace il muoversi nella natura! 

Cosa ne pensi del progetto FuturFisi, inaugurato alla vigilia di questa stagione? E’ la giusta soluzione per garantire un continuo ricambio generazionale alla nazionale?
Sicuramente si! É importante seguire i giovani talenti già da piccoli per tanti motivi. Quello che non può mancare mai, però, è il divertimento e penso che i ragazzi del gruppo FuturFisi si stiano anche divertendo! 

Nel gruppo FuturFisi di sci di fondo, intanto, si sta mettendo in luce soprattutto Francesco De Fabiani, classe ’93. Può rappresentare il futuro?
Sicuramente! Ma anche gli altri! A quell’età ognuno di loro passa una diversa fase di crescita fisica e mentale. Bisogna lasciare tempo e fare coraggio anche al 20esimo, perché anche lui può rappresentare il futuro. Per esperienza personale, da giovane non andavo mai un granché, però mi divertivo e mi allenavo molto volentieri. Man mano sono arrivati anche i risultati ma quello che rimaneva era sempre il divertimento, secondo me la cosa fondamentale per diventare forte!

Ritorniamo alla tua stagione. Il 20 febbraio scattano i Mondiali in Val di Fiemme, vero obiettivo stagionale per il team azzurro. Gareggerai nello skiathlon e nella 15km a skating: quali sono le tue aspettative per queste due gare?
La gara più adatta a me è sicuramente la 15 km a skating. In passato su questa distanza andavo spesso bene, speriamo sia cosi anche ai Mondiali.

In chiave staffetta, sembra scontata la tua presenza insieme a quelle di Giorgio Di Centa e David Hofer. Come secondo frazionista in classico, invece, l’exploit di Dietmar Noeckler sembra aver deciso una contesa comunque molto aperta. Tu chi vedresti bene per questo ruolo?
La staffetta è ancora lontana! Si vedranno in Val di Fiemme le quattro persone più in forma. Io sicuramente posso dire la mia in terza frazione, David in quarta, Giorgio in prima o seconda e Dietmar se va come adesso lo vedo molto bene o da lancista o da seconda. Noeckler è un ragazzo molto intelligente e ho detto già anni fa che è solo una questione di tempo e poi andrà veramente forte, come ha dimostrato già la scorsa stagione e anche nei mesi precedenti. Secondo me sarebbe un bene avere in squadra un talento giovane come lui.

In ogni caso, sarà una staffetta decisamente competitiva. E la medaglia non sembra impossibile…
Se tutto ci gira giusto, secondo me la medaglia è fattibile. Speriamo bene...

A febbraio i Mondiali, tra un anno Sochi. Quali saranno i tuoi obiettivi in vista della rassegna a cinquecerchi?
Al momento penso solo ai Mondiali, alle Olimpiadi non sto ancora pensando.

La vera essenza dello sci di fondo, ovvero le gare con partenza ad intervalli, sembrano sulla “via del tramonto”, per lasciare sempre più spazio alle mass start, dove conta essere veloci nel finale. Un format che sicuramente non ti favorisce. Pensi che nel fondo di 15-20 anni avresti potuto ottenere risultati ben più prestigiosi?
Forse si, forse no! A me favorisce sicuramente la gara contro il tempo. Per questo il mio obiettivo è diventare più veloce tramite una tecnica più giusta da velocista. Non sono lento, però in un arrivo in volata faccio talmente tanto casino che non vado più avanti! C´è ancora tanto da imparare e in squadra ne ho tanti di esempi buoni… 

La coppa di distanza, con l’aumentare di questo tipo di gare, è un sogno sempre più lontano?
Non è detto. Per essere realistico, per la coppa non mi vedo, però per un buon risultato si!

Giorgio Di Centa, 40 anni e non sentirli. Qual è il suo segreto per andare così forte anche a quest’età?
Lui ha cominciato a vincere molto tardi e forse per quello gli è rimasta la fame finora. E’ un grande talento con una grinta ammirevole! In più ha una famiglia che lo sostiene in tutto quello che fa e penso che sia questo il suo vero segreto che gli dà tutta quella forza!

Ti aspettavi una vittoria di Legkov al Tour? E chi è ora, secondo te, il favorito per la Coppa del Mondo?
Si, me l’aspettavo! Era il mio favorito prima che incominciasse il tour! Penso che per la Coppa del Mondo il favorito sia invece Northug.

Essendo Olimpiazzurra universale, non posso non farti questa domanda: ti appassionano anche altri sport?
Mi appassionano quasi tutti gli sport invernali e molto l’atletica.

Un voto alla tua stagione finora?
Con due podi non posso lamentarmi, anche se molte gare potevano andare meglio. Però lo sport è cosi, una volta sei su, una volta giù. Quello che mi ha fatto capire questa stagione più delle altre è che non basta la forma: senza quel pizzico di fortuna non vai da nessuna parte! Si dice, però, che in una vita fortuna e sfortuna si compensano! Se è proprio cosi, possono andarmi male tutte le gare, tanto ho una moglie fantastica e due bambini splendidi a casa.

daniele.pansardi@olimpiazzurra.com

Foto: Giulia Favero (Facebook)

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