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Nuoto, Mondiali Kazan 2015: le silver lady d’Italia in una giornata buia

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Giunti al day 5 di questi Mondiali di nuoto di Kazan, le emozioni per i nostri colori non smettono mai sulle gare che, alla viglia, tra speranze e promesse, avevano tanti significati. La 4×200 stile libero femminile non ha tradito le attese, conquistando uno storico argento con il crono di 7:48.41, dietro agli Stati Uniti d’America e davanti la Cina. Un risultato fantastico che mette in luce ancor di più la compattezza di squadra in cui, però, la leader del gruppo è pur sempre Federica Pellegrini.

La divina non ha tradito neanche quest’oggi, mettendo in vasca la seconda miglior frazione nuotata (1:54.73), dietro il fantascientifico 1:54.31 di Sara Sjoestrom, in ultima frazione. Un crono che ha consentito di recuperare il terreno perduto all’inizio, ma contenuto grazie alle splendide prestazioni di Alice Mizzau (1:57.50), Erica Musso (1:58.66) e Chiara Masini Luccetti (1:57.52).

Un argento che, come detto, assume una portata epocale perchè mai la staffetta al femminile era riuscita nell’impresa di conquistare il metallo iridato, per di più in contesto altamente qualitativo e lanciato su velocità folli, come la frazione della Sjoestrom dimostra. Una prova di carattere ed unità delle azzurre che, avendo anche notevoli ricambi alle loro spalle come Diletta Carli e Stefania Pirozzi, potranno dire la loro anche l’anno prossimo alle Olimpiadi di Rio.

Un successo che illumina una giornata assai buia per l’Italia e conferma uno spiacevole trend. Di cosa parliamo? Delle tantissime controprestazioni degli atleti di media-alta fascia che si erano presentati ai nastri di partenza della competizione per dare un contributo solido alla spedizione. Crono che spesso coincidono con i peggiori riscontri dell’annata se non oltre, come capitato ad Erika Ferraioli nelle batterie dei 100 stile libero, o a delle prestazioni non di livello internazionale come quelle di Luca Pizzini nella rana e di Luca Mencarini nel dorso.

Di fatto, lo sviluppo della competizione iridata sta mettendo in evidenza da un lato la grande rilevanza delle nostre punte ma dall’altra la completa assenza di un movimento incapace di dare continuità alla presenza in acqua del tricolore. Non vogliamo certo mettere la croce addosso agli atleti e ai selezionatori però è anche giusto puntualizzare che le luci sfavillanti di alcune gare non cancellano la pochezza di molte altre.

Pertanto al di là delle vittorie, va affrontato anche un discorso del genere per far si che non si viva solo sulle “lune” di alcune stelle ma che ci sia una evoluzione tassonomica in positivo tale da non essere anonimi nel 70% delle gare cui si prende parte.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Immagine: DeepBlueMedia

Twitter: @Giandomatrix

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