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Tuffi: i Mondiali di Tania Cagnotto. Batki a Rio, speranza sincro

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È ormai arcinoto ma fa sempre bene ricordarlo: i Mondiali 2015 di tuffi, terminati una settimana fa a Kazan, hanno esaltato, consacrato ed entusiasmato l’intero talento di Tania Cagnotto, che dalla storia – categoria cui già apparteneva dopo quindici anni ad altissimi livelli – passa direttamente alla leggenda grazie al primo oro mondiale femminile azzurro di sempre. È lei, forte di un successo e due terzi posti, l’indiscussa protagonista della spedizione italiana in terra russa, capace di battere le cinesi di pura classe ed eleganza dal metro, vincere la guerra di nervi con la più giovane, potente e favorita Jennifer Abel (Canada) da 3 metri e trascinare Maicol Verzotto alla prima medaglia iridata della carriera nel sincro misto. Serve altro? No: chapeau, Tania, e grazie per essere esattamente come sei. Umana, sorridente e immensa fuoriclasse.

Trampolino femminile – I numeri parlano chiaro: Tania Cagnotto è, se non superiore (vince una sola), quanto meno allo stesso livello delle cinesi dal metro. Loro sbagliano, l’azzurra no e vince con pieno merito. La specialità che l’ha incoronata sei volte regina d’Europa e in cui aveva vinto un bronzo e un argento mondiale – in serie – esalta le sue qualità di eleganza e garista. Brava pure Elena Bertocchi, che all’esordio mondiale naviga nelle posizioni di testa dell’eliminatoria per tre tuffi su cinque prima di fallire i rovesciati in maniera fatale. Dopo il quarto posto europeo, tutta esperienza che tornerà utile in futuro: la milanese è pronta a diventare una certezza. Semifinale da 3 metri amara, invece, per Francesca Dallapè. La trentina non riesce a coronare una stagione regolare e ricca di gioie con il pass olimpico e ora dovrà passare dalla Coppa del Mondo di febbraio. E dire che dopo l’eliminatoria era persino davanti a Tania Cagnotto, poi bronzo in rimonta con indicazioni fondamentali verso Rio. In ottica Rio rimandato pure il sincro sette volte sul trono d’Europa, quinto a meno di due punti dal podio e vera grande delusione della settimana. Tania si riscatta dalla giornata sottotono, Francesca purtroppo no (tanto da meditare il ritiro): in Brasile sarà vietato fallire.

Piattaforma femminileNoemi Batki, unica interprete azzurra della specialità, centra l’obiettivo stagionale sfumato agli Europei (ma arricchito da un bronzo) e si qualifica per i Giochi volando in finale mondiale. Per la prima volta in carriera la triestina, che supera un problema fisico al polso, vince la tensione dei lunghi preliminari e conduce, anche in semifinale, una gara da applausi. Raggiunti i primi dodici posti sarebbe stato oro qualificarsi alle World Series per gareggiare ai più alti livelli mondiali, ma – stanca dopo il team event della sera prima – Noemi commette molti errori ed esce senza brillare. Il pass olimpico comunque non era semplice: è solo la seconda italiana già a Rio 2016 e può lavorare con più calma.

Trampolino maschile – Partiamo dalla nota più lieta: il ct Giorgio Cagnotto, insieme allo staff federale, ha vinto la scommessa del sincro Giovanni Tocci-Andrea Chiarabini da 3 metri. La coppia nata poco più di un mese fa è nona all’esordio iridato scavalcando sia in eliminatoria che in finale quota 400 punti. I due azzurri, out da 1 metro con due prove non del tutto convincenti, adesso sono destinati ad allenarsi sempre di più uno con l’altro, proveranno il difficile assalto alla qualificazione olimpica in Coppa del Mondo e hanno ancora margini di crescita nei coefficienti (si parla di triplo e mezzo indietro al posto del triplo e mezzo avanti e c’è sempre la carta avvitamento, anche se mal digerita da Chiarabini). Mai come ora il futuro dei tuffi italiani ha un volto ben delineato, anzi due. Per Michele Benedetti e Tommaso Rinaldi, invece, continuano le difficoltà nelle lunghe eliminatorie individuali e, mancata la finale europea, i due romani sono lontani anche dal resto del mondo. La continuità mostrata in stagione non si concretizza nell’appuntamento più importante.

Piattaforma maschile – I fuoriclasse volano, l’Italia – due atleti soltanto a spronarsi a vicenda nel panorama nazionale in attesa del 16enne Vladimir Barbu – fatica a reggere il ritmo per età e bassi coefficienti. Francesco Dell’Uomo e Maicol Verzotto terminano una stagione poco affiata a livello sincro passando dal settimo posto di Barcellona 2013 al 16esimo di Kazan 2015 ed escono subito di scena nella gara individuale pur destando un’impressione positiva. Fatale il triplo e mezzo indietro e, per Verzotto, un banale errore nella fase iniziale della verticale.

Sincro misto – Esperimento riuscito quello della Fina. Pur tra lo scetticismo generale, l’accoppiata uomo/donna regala gare che, se non del tutto spettacolari, sono molto equilibrate e lasciano con il fiato sospeso fino all’ultimo tuffo. Chiedere proprio a Maicol Verzotto, bravo a “reinventarsi” specialista della disciplina a 27 anni. Sesto da 10 metri con Noemi Batki (c’è il pass per le World Series 2016) e bronzo da 3 con Tania Cagnotto, l’altoatesino salta sempre con concentrazione e classe. Cina e Canada, le nazioni più regolari in stagione, raccolgono i frutti della scommessa con due ori e altrettanti argenti. L’Italia ha gareggiato poco, lavorando però molto a “porte chiuse”: si è visto eccome. E chissà che nel 2020 il sincro misto non diventi specialità olimpica.

Grandi altezzeAlessandro De Rose completa il primo Mondiale della sua carriera (a 23 anni) con la consapevolezza di aver già fatto tanto ma di avere, allo stesso tempo, ancora molta strada davanti a sé. Il cosentino trapiantato a Trieste che per allenarsi è costretto a volare in Austria è l’unico cliff diver azzurro, pareggia il piazzamento della Coppa del Mondo di maggio (ma con circa 30 punti in più, progresso notevole) e “buca lo schermo” a livello mediatico tra tatuaggi, toccanti storie di vita e tuffi spettacolari. Le grandi altezze, spinte dalla Red Bull, valorizzate dalla Fina e apprezzate dal pubblico che riconosce la splendida coesione tra gli atleti, hanno un futuro. L’Italia lavori per esserne protagonista con continuità.

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Fin/DeepBlueMedia

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