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Canoa velocità, Mondiali Milano 2015: Ripamonti-Dressino riscattano il flop K4, sprint e canadese ok

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Questione di centesimi. Quelli che hanno privato della finale mondiale il K2 200 metri di Matteo Florio e Manfredi Rizza e sopratutto il K1 di Edoardo Chierini e quelli che la Bielorussia ha dato ai cugini russi nella finale del K4 1000. 668 centesimi, per l’esattezza, che dovrebbero permettere a Nicola Ripamonti e Giulio Dressino di centrare il pass olimpico nel K2 1000 metri. Usiamo il condizionale perché sono sorti dei dubbi sui criteri di qualificazione anche se il regolamento pare chiaro; si parla del ripescaggio della Russia nel K4, ma questo da quello che si legge dal sito della federazione internazionale non sarebbe possibile dato che gli equipaggi qualificati possono essere al massimo dieci e devono rappresentare almeno quattro continenti.

In attesa del comunicato ufficiale sulla questione pass olimpici proviamo a tracciare un bilancio della spedizione tricolore all’Idroscalo di Milano. La palma di miglior equipaggio della comitiva azzurra va proprio ai due giovani finanzieri Nicola Ripamonti e Giulio Dressino, capaci di rilanciare una barca che in passato ha dato tante gioie al Bel Paese, l’ultima con Andrea Facchin e Antonio Scaduto alle Olimpiadi di Pechino. Insieme dai Giochi Europei di Baku, il binomio delle Fiamme Gialle ha pure il rammarico di non aver ripetuto il tempone realizzato in semifinale, pagando a caro prezzo una prima metà di gara troppo arrembante.

La gioia della (probabile) qualificazione olimpica cancella tuttavia questo pizzico di delusione e soprattutto il flop del K4, barca sulla quale la federazione aveva puntato parecchio negli ultimi due anni. Ripamonti-Ricchetti-Battelli-Dressino, nonostante ottime prestazioni negli allenamenti, all’Idroscalo hanno faticato sin dalla batteria, non riuscendo ad arrivare nemmeno vicini alla conquista del pass olimpico. Peccato perché proprio a Milano, nella tappa di Coppa del mondo della passata stagione, il podio conquistato sembrava essere il primo passo di un cammino importante per la barca regina della canoa, ma il deludente risultato dei Mondiali di Mosca, i diversi tentativi di assemblaggio di questa stagione e, per ultimo, le prestazioni di questo week-end hanno dimostrato che l’elite internazionale è ancora una spanna avanti agli azzurri.

Il gotha della canoa mondiale non è invece distante nel settore velocità. Non sono arrivate né finali né carte olimpiche ma la consapevolezza di avere tre atleti di grande spessore. Manfredi Rizza e Matteo Florio hanno pagato a carissimo prezzo una sbavatura nella partenza della semifinale, mancando l’approdo tra i migliori nove per il secondo anno consecutivo. Edoardo Chierini si può considerare invece il nome nuovo all’interno della squadra tricolore, quello che è progredito maggiormente in questi mesi. Realizzare il settimo tempo di semifinale ed essere il primo degli esclusi fa davvero male ma quello che ha fatto l’atleta della Canottieri Ticino rimane senza dubbio di assoluto valore. Con un pizzico di buona sorte e un altro anno di allenamenti entrambe le barche hanno tutte le carte in regola per volare a Rio.

Non deve passare inosservato nemmeno quello fatto nella canadese, impensabile sino a qualche anno fa. È vero, Sergiu Craciun non ha brillato e la finale C non può soddisfare un atleta che puntava a entrare tra i migliori nove ma le prestazioni del C2 1000 di Daniele Santini e Luca Incollingo e quelle del fratello minore Nico nel C1 200 sono risultati di spessore, probabilmente oltre le aspettative. Il duo targato Sabaudia ha lottato sino agli ultimi 250 metri per entrare nella finale A chiudendo poi 11° assoluto, Nico Craciun ha centrato un bel quinto posto nella finale B della prova sprint, facendo nettamente meglio rispetto alla rassegna iridata under 23 di qualche settimana fa. Nelle specialità non olimpiche sono per certi versi storiche le prestazioni nel C4 1000 metri, nel C2 200 e nel C1 500 con Carlo Tacchini a una manciata di decimi dal podio. Proprio quest’ultimo si può considerare l’erede di Sergiu Craciun nella distanza doppia. Difficile infine aspettarsi di più dal settore femminile, sopratutto in assenza dell’atleta di punta Irene Burgo. Il resto del mondo è ancora troppo avanti per sperare di ottenere qualche risultato di rilievo.

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francesco.drago@oasport.it

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