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Ciclismo, come rialzarsi dopo il caso Armstrong?

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Provate ad andare su google e a scrivere “Wiggins”. Il primo suggerimento che dovrebbe uscire è “Wiggins doping”. Provate ad andare su google e scrivere “Cancellara”. Il primo suggerimento che dovrebbe uscire è “Cancellara motore”. Provate ad andare su google e scrivere “Contador”. Il primo suggerimento che dovrebbe uscire è “Contador doping”.

Questi tre atleti, inutile negarlo, sono tra i più importanti ciclisti in attività al momento. Se per Contador una giustificazione c’è, e ricordiamo a tal proposito il caso clenbuterolo, Wiggins e Cancellara non sono mai stati squalificati nè per doping, il primo, né per eventuali motori nascosti nel telaio della bicicletta come era stato ipotizzato, il secondo.

Negli scorsi giorni è andata in onda l’intervista effettuata da Oprah Winfrey a Lance Armstrong, simbolo del ciclismo nel primo lustro del nuovo millennio. Nel suo palmares erano presenti sette Tour de France, vinti consecutivamente dal ’99 al 2005. Questi, però, gli sono stati tolti dopo che alcuni suoi ex compagni di squadra alla US Postal hanno testimoniato contro il texano e tutto un sistema di doping attuato negli anni in cui Lance vinceva a ripetizione la Maglia Gialla.

L’intervista della Winfrey, probabilmente, non è scesa in profondità quanto avrebbe potuto, e la confessione di Armstrong è risultata più soft di quanto ci si potesse aspettare. L’ammissione del doping era nell’aria e già messa in preventivo da molti appassionati dopo le dichiarazioni degli altri postini. Certo, sentite dalla bocca di Lance Armstrong mettono definitivamente ad un’era.

Quello che ci si chiede è: dopo che sette anni di Tour sono stati cancellati dagli albi d’oro, il ciclismo può ripartire? Può ripartire dopo le minacce di esclusione dagli sport olimpici? Rifacendoci sempre all’intervista di Armstrong, possiamo quantomeno intravedere una via d’uscita. Parlando del suo ritorno alle competizioni, targato 2009-2010, l’americano dice di non essersi, anche a causa del miglioramento dei controlli antidoping, dopato. Tra le novità, rispetto agli anni dell’Impero, ci sono sicuramente il passaporto biologico ed un intensificazione dei controlli al di fuori delle competizioni.

Considerando che avrebbe conquistato un podio al Tour da pulito, e al termine di tre anni di assenza dalle gare, potremmo credere ad un ciclismo più pulito. Le parole di Armstrong, in ogni caso, non possono essere prese come verità assoluta, come ha ammesso anche lui. Eppure qualcosa sembra veramente cambiato, sembra ci sia veramente un impegno contro il doping, talvolta meno evidente, talvolta quasi esagerato. La mela marcia, in uno sport di fatica come il ciclismo, la si potrà sempre trovare, ma quello che conta è che in gruppo sembrano essere dei soggetti sempre più isolati. 

gianlica.santo@olimpiazzurra.com

Foto: blog.zap2it.com

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