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Ginnastica, fa bene rivoluzionare sempre il regolamento? Tra riduzioni di difficoltà e cambi ciclici di codice

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La ginnastica artistica è lo sport che in assoluto cambia più spesso il regolamento. Il codice dei punteggi viene rivisto ogni quattro anni, ogni ciclo olimpico si stravolge il fondamento della disciplina che diventa sempre più complessa e anche di difficile interpretazione da parte di atleti e giudici (lo shock si ripete ciclicamente nel cambio di allenamenti, esercizi e valutazioni).

Il discorso salta fuori puntualmente, a maggior ragione oggi dopo che la FIG ha comunicato la proposta del Comitato Tecnico maschile di ridurre il conteggio delle difficoltà dalle attuali 10 skills a 8, proprio come succede al femminile (clicca qui per saperne di più).

 

Le rivoluzioni di regolamento ci stanno ma andrebbero quantomeno diluite nel tempo e fatte digerire agli sportivi. Negli altri sport le modifiche ci sono ma vengono fatte una volta sola e non continuamente (Formula 1 esclusa, ma i motori sono davvero di un altro Pianeta). Il volley è diventato un altro sport dopo l’introduzione del rally point system ma ormai è così da 20 anni; tiro a volo, tiro a segno, tiro con l’altro sono cambiati dopo Londra 2012 per aumentare incertezza e spettacolo, più televisivi e chiari, ma non si modificheranno tra qualche mese; tennis e atletica non hanno cambiato nulla fin da quando sono stati fondati; il calcio non si tocca. Potrei andare avanti all’infinito ma un paio di esempi basta per capire che questo continuo andi-rivieni (mi si perdoni il modo dialettale) non fa poi così bene alla ginnastica artistica.

 

La persona media fatica sempre più a comprendere e a seguire la specialità. La ginnastica è spettacolare, è bella, è una gioia per gli occhi ma purtroppo spesso non viene presa seriamente proprio perché c’è una complessità esagerata alla base (per quale motivo credete che il calcio sia così seguito?).

I ginnasti sono costretti a studiare attentamente un nuovo regolamento insieme ai propri coach per capire cosa migliorare, cosa togliere dai programmi, come modificare i propri allenamenti. Uno stress forse troppo eccessivo e probabilmente anche poco utile. La ginnastica si evolve ed aumenta le proprie difficoltà perché ci si spinge sempre più in là rispetto ai limiti umani (questo è vero), ma probabilmente basterebbe riclassificare i vari elementi senza toccare più di tanto il resto. Per lo meno questo è il ragionamento del fruitore medio, quello che la Polvere di Magnesio deve andare a prendere se vuole trovare maggiore spazio sui media e soprattutto se vuole aumentare la propria notorietà. Si deve anche creare un pubblico competente che sappia parlare di quello che vede.

Aggiungiamoci anche le attrezzature che vengono riviste (ah, ma la proposta di far alzare le parallele è sparita insieme a quella del dimezzare il D Score?), la cancellazione del 10.0 perfetto (era quello che contraddistingueva la disciplina: tutti si ricordano di Nadia Comaneci anche per quello, quando Simone Biles fare 16.300 al volteggio passerà inosservata…), la regola dei passaporti, la riduzione del numero di componenti delle squadre alle Olimpiadi e chi più ne ha più ne metta. Insomma un continuo subbuglio in cui è difficile orientarsi anche per gli addetti ai lavori.

 

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