Tennis
Tennis: il glorioso presente delle azzurre nasconde un futuro nero
Negli occhi abbiamo ancora la finale tutta italiana agli Us Open. Probabilmente non dimenticheremo mai queste due settimane a New York, che entrano di diritto nella leggenda dello sport italiano. Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno realizzato qualcosa di eccezionale e probabilmente difficilmente ripetibile, ma questo straordinario traguardo non deve oscurare un grande problema, che si accentuerà quando la brindisina si ritirerà definitivamente e dunque come pare ormai ovvio a fine stagione.
Il problema è sempre il solito ed è quello che manca totalmente un ricambio generazionale. Nel tennis femminile abbiamo vissuto un’epoca sensazionale con quattro giocatrici che hanno ottenuto risultati mai raggiunti prima nella nostra storia. Due Slam, tre finali Slam, tante vittorie sul circuito, senza contare il dominio in Fed Cup. Schiavone arrivata fino al numero quattro, Errani al cinque ed ora Pennetta all’otto e Vinci subito a ridosso con l’undicesima piazza. Numeri da capogiro, ma che ora potrebbero distrarre sull’assenza completa di giovani che possono prendere il posto di queste eterne campionesse.
Per fortuna la carta d’identità aiuta Sara Errani e quindi la bolognese resterà la nostra punta di diamante negli anni a venire, mentre ormai sembra non arrivare mai la definitiva esplosione di Camila Giorgi. La marchigiana è ormai da anni che cerca di emergere, ma le manca sempre il salto di qualità. Per farlo Camila dovrebbe cambiare qualcosa nella sua vita tennistica, abbandonare magari il padre allenatore, facendosi seguire da qualcuno di esterno che le possa cambiare completamente il modo di giocare e stare in campo. Karin Knapp ha la stessa età di Sara Errani (entrambe classe 1987), ma sinceramente meno talento della romagnola e quindi da lei non possiamo che aspettarci qualche buon risultato, ma nessun vero exploit. E poi…
Ecco e poi c’è l’assoluto vuoto. Dopo Francesca Schiavone, attuale numero 111 del mondo ma ormai a fine carriera, non ci sono azzurre prima del numero 250, posizione che occupa Alberta Brianti, ma classe 1980 come la milanese. Se si guarda solamente coloro che sono nate dopo il 1990 c’è davvero da preoccuparsi: Gioia Barbieri e Martina Caregaro si sono perse completamente e sono rispettivamente numero 304 e 307 della classifica mondiale, senza citare i casi ancora più disastrosi come Nastassja Burnett ed Alice Matteucci; ci sarebbero le due ’96 Georgia Brescia e Jasmine Paolini, ma il ranking è davvero impietoso e va oltre il 350esimo posto.
Godiamoci il presente, ripensando ad un glorioso passato, perchè il futuro sarà più nero che mai.
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andrea.ziglio@oasport.it
Immagine FB di Gioia Barbieri