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Calcio femminile, Serie A: l’Acese si ritira e la confusione regna sovrana

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E’ notizia di qualche ora fa che l’ Acese, club regolarmente iscritto al campionato di Serie A di calcio femminile abbia rinunciato a partecipare al torneo 2015-2016. I motivi della decisione non sono ancora noti ma è facile supporre che ci siano ragioni economiche dietro una scelta così clamorosa da parte della società siciliana. Un altro duro colpo alla credibilità del sistema calcistico delle donne dopo l’esclusione della Torres, dalla massima serie, e della Ludos (Palermo calcio femminile) dalla Serie B, con quest’ultima costretta a retrocedere di categoria.

Una situazione grottesca che sembra non avere fine e rende sempre più problematica la scelta di una data di inizio dei campionati. E’ probabile che dopo il ritiro dell’Acese sia il Riviera di Romagna l’indiziato numero 1 ad essere ripescato per le credenziali di cui gode, almeno a detta del suo massimo dirigente. Di sicuro, come dicevamo, questo continuo trading non fa certo bene all’immagine del movimento in rosa e, in particolare, non aiuta neanche il lavoro degli allenatori e delle giocatrici che stanno vivendo la propria preparazione senza sapere esattamente quando e contro chi dovranno giocare.

Nella giornata di ieri, quasi per miracolo ci sarebbe da dire, la LND ha comunicato il giorno della finale di Supercoppa Italiana tra Verona e Brescia (il 26 Settembre) e, al momento, è l’unica scadenza nota per gli addetti ai lavori. Una condizione, come detto, paradossale frutto di una ghettizzazione del 90% delle squadre prive di visibilità e sponsor e incapaci di poter far fronte ai costi gestionali delle categorie di appartenenza.

Una soluzione? La risposta è semplice. Imitare i modelli della Fiorentina, della Lazio, tra le altre, che, grazie ad una collaborazione con le società professionistiche maschili, hanno potuto far fronte alle spese ed investire sul mercato per una campagna di rafforzamento adeguata. Una considerazione frutto non solo di chi vi scrive ma anche di tutti quei presidenti che si sono trovati costretti ad alzare bandiera bianca e non poter garantire il sostegno alla propria associazione sportiva.

Si parlava di visibilità, ebbene anche l’assenza delle televisioni e dei media in generale non aiuta di certo la promozione di un prodotto distante, purtroppo, anni luce da realtà europee e mondiali, come i recenti Mondiali in Canada hanno dimostrato. Lo diciamo da tempo, rischiando anche di tediare, c’è bisogno di un cambio di passo e soprattutto di un approccio collaborativo tra tutti i dirigenti per avvicinare questa disciplina ad altre realtà, come ad esempio la pallavolo femminile, che i suoi risultati gli ha ottenuti. E’ inaccettabile che il calcio delle donne viva in condizioni di così tale precarietà e i rimedi facciano fatica a venir fuori.

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Foto:pagina fb Acese calcio femminile

Twitter: @Giandomatrix

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