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Ciclismo

Mondiali Richmond 2015: Armitstead d’oro, Longo Borghini 4^

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Elizabeth Armitstead è la nuova campionessa del mondo categoria élite: la ventisettenne britannica chiude al meglio una stagione straordinaria, nella quale ha primeggiato anche in Coppa del Mondo, imponendosi grazie ad uno splendido mix di forza e lucidità tattica.

Nella prima metà di gara, si susseguono attacchi poco convinti o comunque ben controllati dal plotone: così, il fatto saliente è rappresentato dalla caduta di Shelley Olds, senz’altro una delle favorite delle vigilia, che riparte prontamente ma perde oltre un minuto dal gruppo, tagliandosi fuori dalla lotta per il successo finale prima del malinconico ritiro. Le azzurre controllano bene, con Valentina Scandolara e Marta Bastianelli sempre attive nelle prime posizioni: a tre giri dal termine, Australia e Olanda tentano di aumentare il ritmo, sfruttando la strada sempre più bagnata, in particolare con le azioni di Kathrin Garfoot e Chantal Blaak. Il circuito si rivela ostico nella sua parte finale, con le asperità in pavè che, appena vengono affrontate ad un ritmo deciso, fanno decisamente selezione: ripresa la Blaak, a due giri dal termine iniziano a farsi vedere le big e per l’Italia restano davanti Elisa Longo Borghini, Elena Cecchini, Tatiana Guderzo, Valentina Scandolara e Giorgia Bronzini nel gruppo superstite di circa 45 ragazze.

Poco più avanti, prende margine un gruppo di nove atlete. Tutte le nazioni delle big, ad eccezione della Gran Bretagna, sono rappresentate in questo tentativo: si trovano davanti anche l’olandese Amy Pieters, la francese Audrey Cordon, la polacca Malgorzata Jasinska, la tedesca Romy Kasper, la statunitense Cory Rivera, le australiane Lauren Kitchen e Rachel Neylan, la svedese Emilia Fahlin e, per l’Italia, un’eccellente Valentina Scandolara, nonostante le energie già spese in precedenza. All’inizio dell’ultimo giro, Jasinska allunga in testa con una decina di secondi sulle compagne d’avventura: il plotone principale insegue a oltre 40” e soprattutto nessuna formazione sembra in grado di organizzarsi per l’inseguimento: a 9 km dall’arrivo, si esaurisce il tentativo della polacca e il gruppetto delle nove si riporta compattamente al comando della corsa, ma la quiete è presto interrotta dall’attacco a due di Kitchen e Scandolara. Dietro, tuttavia, l’Olanda riporta sotto il plotone principale, puntualmente ignorato dalla regia, che transita ad una quindicina di secondi dalle due di testa all’inizio degli strappi finali. Ai 2600 metri dal traguardo le due ragazze vengono riprese da una scatenata Lizzie Armitstead, impegnata a trainare il gruppo con tutte le migliori.

Fa tutto lei, fa tutto Lizzie Armistead perché davanti restano 15 atlete, tra cui il poker di azzurre costituito da Longo Borghini, un’esausta Scandolara, Bronzini  e Cecchini: un altro forcing della britannica dimezza il gruppo e taglia fuori diverse concorrenti, tra cui la veneta, la friulana e la piacentina, che sarebbe stata altrimenti una delle favorite al netto di un guaio meccanico che la colpisce negli ultimi metri. Lo sprint è combattuto ed equilibrato, ma ancora una volta è la Armitstead a svettare davanti all’olandese Anna Van der Breggen, dunque argento, e alla padrona di casa Megan Guarnier che conquista il bronzo. Quarto posto per Elisa Longo Borghini: allo sprint, oggettivamente, si è già difesa molto bene, lei che velocista proprio non lo è, tanto da precedere Emma Johansson e l’iridata uscente Pauline Ferrand-Prèvot. Il quarto posto fa male, ma in una volata a 9 la piemontese non poteva davvero fare di più. La seconda azzurra al traguardo è Elena Cecchini, diciottesima a 17”, con una splendida Scandolara 23^ a 19” e Bronzini 27^ a 36”.

foto: Cor Vos

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marco.regazzoni@oasport.it

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