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Formula 1
F1: possibile rilancio dei piloti italiani? Luca Ghiotto la grande speranza
Nonostante sia italiana la Scuderia più titolata nella storia della Formula Uno – classifiche piloti e costruttori – con il maggior numero di GP disputati e vinti, il Bel Paese non ha un’altrettanta gloriosa tradizione con i drivers. Almeno in epoca moderna. Solo due piloti nostrani, infatti, sono riusciti a laurearsi Campioni del Mondo, Nino Farina (1950) e Alberto Ascari (1952-1953), ma parliamo di preistoria della F1. L’Italia non schiera piloti ufficiali nel Mondiale dal 2011, anno in cui Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi hanno chiuso la stagione ottenendo più ritiri che punti. Zero. Gli altri italiani “contemporanei” degni di menzione che hanno calcato i circuiti di tutto il globo sono stati, in rigoroso ordine di gran premi concretamente disputati: Riccardo Patrese, Giancarlo Fisichella, Andrea De Cesaris, Michele Alboreto, Pierluigi Martini, Elio De Angelis, Ivan Capelli, Alessandro Nannini, Vittorio Brambilla, Alex Zanardi e Andrea De Adamich. Alcuni di questi nomi sono addirittura noti e apprezzati più fuori dal mondo delle monoposto che per le performance in pista… Appena 43, infine, i successi totali degli italiani, in 65 anni di F1 (un po’ pochi, no?!).
Sono anni che si parla – o, meglio, ci si augura – di un possibile rilancio dei piloti italiani in F1, gente davvero competitiva, non anonimi riempi-pista perennemente relegati nelle posizioni di retrovia. Dal dicembre 2009, tutti guardano alla Ferrari Driver Academy (il compianto Jules Bianchi è stato il primo giovane ad essere arruolato nella neonata Accademia Rossa, ndr) come possibile vivaio prolifico in ottica Mondiale di F1, e invece arrivano da un piccolo comune in provincia di Vicenza chiamato Arzignano le speranze più verdi dell’automobilismo italiano funzionale al Grande Circo.
Nelle GP3 Series – una sorta di Serie C della F1, una delle due canteras in cui dovrebbero essere formati i futuri campioni della classe automobilistica più prestigiosa – a tre rounds dal termine del campionato 2015, c’è un italiano in testa alla classifica. Si tratta di Luca Ghiotto, ventenne, con un passato nel mondo dei kart ed oggi in forza al team italiano Trident Racing. Ghiotto guida la graduatoria di categoria con 170 punti, 14 in più rispetto al francese Esteban Ocon e 30 sul tedesco Marvin Kirchhöfer, riuscendo ad ottenere la pole position in cinque occasioni (Spagna, Austria, Ungheria, Belgio e Italia) e a siglare tre vittorie, sui circuiti dello Spielberg, a Budapest e a Spa.
Il giovane pilota veneto è stato anche sondato dalla Red Bull quest’estate, l’ex squadra di Vettel lo ha invitato per una tre-giorni di test al simulatore in quel Milton Keynes, Inghilterra. Questa esperienza potrebbe portarlo dritto al vivaio della Scuderia anglo-austriaca; se a fine stagione motoristica dovesse andare tutto come si spera, Luca sarebbe il quarto italiano ad entrare nella galassia Red Bull Racing, dopo Vitantonio Liuzzi, Edoardo Piscopo e Mirko Bortolotti. Ma nell’eventualità, a differenza dei suoi predecessori, Ghiotto potrebbe arrivare alla corte di Chris Horner forte di un titolo, quello di GP3, che nelle scorse stagioni ha lanciato drivers quali Esteban Gutiérrez, Valtteri Bottas e Daniil Kvyat. Oltre al battistrada vicentino, corrono nella categoria altri due interessanti profili italici, Kevin Ceccon (due vittorie in carniere quest’anno) e Antonio Fuoco, rispettivamente quinto e settimo nella generale, lontani però dalla zona podio. Ceccon, bergamasco, ha 22 anni e nel 2011 si è anche cimentato con la Toro Rosso durante i test per giovani piloti tenuti ad Abu Dhabi dalla Scuderia faentina, mentre il diciannovenne calabrese Fuoco appartiene alla Ferrari Driver Academy e in giugno è stato scelto dalla Casa di Maranello per correre il primo giorno di test in-season, seguenti al GP d’Austria, a bordo della Ferrari SF15-T.
Uno sguardo, infine, alle GP2 Series, la serie cadetta propedeutica alla Formula Uno che in passato ha visto primeggiare nomi del calibro di Rosberg, Hamilton, Hülkenberg, Maldonado, Grosjean e il nostro Davide Valsecchi, nel 2012. L’unico pilota italiano iscritto al campionato in corso è il ventenne nato a Zurigo, Raffaele Marciello, attualmente ottavo in classifica con ben 200 punti di distacco dal primo. Marciello è stato campione europeo di Formula 3 nel 2013, è membro anch’egli della Ferrari Driver Academy ed è il terzo pilota designato della Sauber F1 Team.
“Fino a 22-23 anni credo sia l’età giusta per la Formula 1, solo Verstappen è troppo giovane, ma se guardiamo chi vi è arrivato di recente, come Sainz, è quella la media, dunque, non ho nessun timore”, ha dichiarato un paio di mesi fa Luca Ghiotto. La personalità non gli manca, il talento neppure, quindi, perché non confidare in lui per un prossimo rilancio dei piloti italiani in F1?
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