Tennis
Tennistavolo: l’Italia fatica a stare a galla in Europa. Quando cambierà la situazione?
C’era una volta l’Italia del tennistavolo con i cinesi naturalizzati e una squadra – anzi due, maschile e femminile – in grado di vincere in Europa e far tremare il mondo. Poi pian piano gli unici obiettivi realistici sono rimasti quelli nel Vecchio Continente e, finita l’epopea di Wenling Tan Monfardini, adesso si fatica per rimanere a galla.
Purtroppo, per i colori azzurri, questo sport è destinato a rimanere nell’anonimato. Almeno nel breve periodo: gli stessi convocati degli Europei 2014, esattamente un anno dopo, non hanno dimostrato praticamente alcun miglioramento. La squadra maschile, retrocessa e decisa a inseguire la promozione, passerà un’altra stagione in Challenge Division avendo perso la gara decisiva con la Slovacchia (1-3). Quella femminile ha chiuso 23esima invece che 25esima, ma la sensazione è che con una quarta avversaria nel girone le cose sarebbero potute andare peggio.
Poche gioie anche dai tornei di singolo e doppio: sorridono soprattutto Niagol Stoyanov e Marco Rech Daldosso, eliminati agli ottavi di finale dai vicecampioni in carica. Il primo, mese dopo mese, si sta guadagnando sul campo il titolo di numero uno della nazionale e solo un leggero infortunio non gli ha permesso di prendere parte anche all’individuale, mentre il secondo è uscito a testa altissima dal suo girone – sfiorando il passaggio del turno – e ha vissuto dieci giorni di continua crescita.
Quella crescita che ancora ci si attende dal Godot Leonardo Mutti, per esempio. Senza frutti. Mentre Mihai Bobocica ha palesato per l’ennesima volta tutti i suoi limiti mentali dimostrando di non essere leader nei momenti chiave degli incontri. Emblematica la rimonta da 2-0 a 2-3 che ha subito nella partita con la Slovacchia che ha indirizzato la contesa per la promozione in Championship verso l’est Europa. Solo delle comparse Alessandro Baciocchi e le quattro donne convocate, tra cui la 18enne Giorgia Piccolin rappresenta un barlume di speranza in ottica futura.
Da sola, però, potrà fare poco o nulla. Per questo la Fitet si è già attivata, insieme al Coni, per permettere ad altri dieci giovanissimi di vivere, studiare, crescere e soprattutto allenarsi insieme nel centro di preparazione olimpica di Formia. Il progetto è rivolto a Tokyo 2020, impossibile pensare di cambiare la situazione da un momento all’altro. Rio 2016 (a patto che qualcuno riesca a qualificarsi) sarà poco più di un viaggio premio. Per vedere i primi risultati prego ripassare (si spera) tra cinque anni. Minimo.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: pagina Facebook Fitet