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Rugby, Sei Nazioni: la Francia, primo avversario degli Azzurri

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Abbiamo ancora negli occhi gli eroi di Roma 2011 abbracciarsi in mezzo al campo, colmi di gioia. Avevamo battuto, per la prima volta nel Sei Nazioni, la Francia. Quest’anno i galletti torneranno a Roma (questa volta all’Olimpico) con la spia dell’allarme ben accesa e lampeggiante: gli azzurri, soprattutto in casa, sono un osso duro per tutti.

Da quel pomeriggio di due anni fa sono cambiate parecchie cose nel quinze de France. Andiamo a scoprire allora gli avversari del nostro debutto al Sei Nazioni. Intanto una considerazione sul processo di rinnovamento in atto: mentre un buon numero di italiani (almeno 9 o 10) che giocarono al Flaminio scenderanno in campo, nei blues potrebbero essercene al massimo quattro o cinque. Quasi sicuramente il pilone destro Mas, il veloce ed agile Vincent Clerc e pochi altri. I cambi sono cominciati ovviamente dal timone di comando. Finisce l’era di Marc Lievremont, allenatore dalla storia paradossale: ottenne il miglior record internazionale di sempre con un fantastico Grande Slam nel 2010 e andò ad un soffio dal vincere la Coppa del Mondo nonostante l’ammutinamento vero e proprio di cui fu vittima durante gli stessi Mondiali, ed arriva Phillippe Saint-Andrè dal Tolone. Un altro cambiamento importante è la scelta del capitano: i gradi passano quest’anno a Pascal Papè. La retrocessione di Dusatoir a “giocatore semplice” è causata all’origine da un infortunio, ma la conferma di Papè è un segnale per il franco-ivoriano che la sua presenza in campo non sarà così garantita, scalpitano infatti molti altri flanker di qualità, Nyanga e Ouedraogo su tutti.

La prima linea probabilmente vedrà al tallonaggio Szarzewski, graziato in commissione disciplinare con solo 20 giorni per un pugno; Mas a destra e Forestier a sinistra. In seconda linea, dando per scontato il neo-capitano Papè, l’altro posto potrebbe essere di Maestri dello Stade Toulousain. La terza linea è veramente di ottima qualità (come peraltro quella dell’Italia), oltre ai già citati Nyanga, Ouedraogo e Dusatoire c’è un Picamoles in perfetta forma.

Dove la Francia potrebbe avere qualcosa in più è la mediana. Che il nove sia la giovane speranza Machenaud o il più esperto Parrà, l’apertura Michalak o Trinh-Duc è comunque un bell’andare. Probabile una staffetta durante le partite del torneo tra le due coppie.

L’effervescenza di uno champagne di rango la troviamo nel reparto dei tre quarti: tranne Clerc nessuno supera i 30 cap. L’età media (sui 25 anni) è quella perfetta per arrivare al top ai mondiali del 2015. La velocità è alta, la fantasia pure e il livello tecnico non indifferente. All’ala con Clerc probabilmente vedremo Fofana che esordì proprio contro l’Italia l’anno passato, marcando una meta. Ai centri partono in pole position Mermoz e Fritz, c’è però grandissimo interesse in Francia per il rientro di un Basteraud in ottima forma e che sembra aver risolto i problemi con la bilancia. Il ruolo di estremo sembra esserselo conquistato il giovanissimo Brice Dulin. Assente giustificato per infortunio, almeno per i primi due match, la grande speranza del rugby francese: il diciottenne Gael Fickou.

Questa Francia a novembre ha vinto e convinto, battendo l’Argentina in casa dei Pumas 39 a 22 e impartendo una vera e propria lezione ai Wallabies (33-6). Un impegno durissimo per la Banda Brunel che come sempre per sperare di vincere dovrà dare il 110%. Molto difficile, ma nulla è impossibile.

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