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Ginnastica, Novara Cup – L’Italia convince e si lancia ai Mondiali. La Romania ci batte, azzurre promosse

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L’Italia risponde in maniera convincente alla Novara Cup e si lancia con rinnovato ottimismo agli imminenti Mondiali di ginnastica artistica dove le nostre ragazze andranno a caccia della qualificazione alle Olimpiadi.

Le azzurre conquistano un ottimo secondo posto con 225.150 punti, accusando un distacco contenuto dalla Romania (226.500) presentatasi al PalaTerdoppio con Iordache e Bulimar ma senza la Ponor. Terzo il Belgio di Mys e Verschueren (218.550), quarta la Spagna della rientrante Roxana Popa (211.200).

Le ragazze di Enrico Casella hanno disputando una gara di ottimo livello, dimostrando uno stato di forma complessivamente convincente e interessante in vista della rassegna iridata, obiettivo principale del triennio. In settimana abbiamo perso Martina Rizzelli e non era neanche semplice reagire in questa maniera.

 

Doveva essere la gara che poteva definire i quintetti sui vari attrezzi e sono arrivate delle risposte importanti. In primis da Vanessa Ferrari: ha semplificato tutto il suo programma ma ci ha messo il cuore per provare a recuperare nonostante i suoi problemi al tendine d’Achille.

La nostra capitana ha optato per un conservativo avvitamento al volteggio (14.000), è caduta dalla trave (12.700), ha stretto i denti alle parallele (13.300) e poi al corpo libero non si è tirata indietro, con un esercizio semplificato rispetto ai suoi classici standard (14.200, 5.8).

La migliore delle italiane è stata Carlotta Ferlito (56.300, seconda alle spalle della Iordache). La siciliana si è dimostrata in grande spolvero, pungente nell’arco dell’intera gara e soprattutto solida mentalmente. Pregevole la trave: 14.600 (6.0 la nota di partenza), salva una caduta e ammirabile per la pulizia nel resto dell’esercizio. Buono il corpo libero che ha coinvolto tutto il palazzetto (14.000, 5.5), il suo avvitamento e mezzo al volteggio sarà fondamentale (14.250) e piace soprattutto per come ha gareggiato sulle mai amate parallele (13.450).

 

L’Italia esce confortata soprattutto dalle rotazioni al corpo libero (57.150 di squadra) e dalla trave (56.450): è sui nostri attrezzi migliori che dovrebbe costruire la rincorsa a Rio. È chiaro che l’assenza della Rizzelli ci ha tolto almeno 1,5 punti tra volteggio (oggi l’unico dty è stato quello di Fasana) e parallele.

È piaciuta soprattutto l’assenza di grossi errori, le cadute sono arrivate da Ugrin (uscita dalle parallele) e Ferrari (da trave) ma entrambi i punteggi sono stati scartati visto quanto fatto dalle altre azzurre.

Da annotare infatti il 14.400 di Meneghini al corpo libero accompagnato dall’ottimo 14.200 alla trave (56.100 nel generale, terza di giornata grazie anche al 13.050 alle parallele e al 14.450 del suo avvitamento e mezzo che sarà fondamentale a Glasgow).

Erika Fasana ha esibito un eccezionale corpo libero (14.550, ancora 5.8 ma ha in tasca una D più alta), ma ha preferito non eseguire il doppio avvitamento al volteggio (semplice uno da 14.000, meglio non rischiare le tibie). Per lo stesso discorso fisico ha preferito non salire sulla trave.

Enus Mariani alla prima vera uscita col body azzurro non ha deluso le aspettative e ha confermato un solidissimo livello nell’arco dell’intera gara: toglie il giro iniziale alle parallele e conviene visto il risultato (14.100, 5.8), molto precisa alla trave (13.850), gareggia da individualista al corpo libero (13.450), poi il semplice avvitamento al volteggio (13.950) e un complessivo 55.350 per il quinto posto generale a un soffio da Didi Bulimar (55.600).

Tea Ugrin paga la caduta alle parallele (12.700) e al corpo libero (12.550), dimostrando purtroppo ancora troppa discontinuità dopo la conquista del titolo assoluto italiano due settimane fa.

Lara Mori completata il nostro team anche se ha gareggiato per l’intera gara da individualista (13.550; 13.350; 12.650; 14.250).

L’Italia ora si riunisce in collegiale e sabato mattina partirà alla volta di Glasgow. La riserva verrà poi confermata a ridosso dell’evento.

 

Larisa Iordache è stata sbalorditiva. La vicecampionessa del Mondo ha deliziato il pubblico presente con quattro routine di elevatissimo livello, meritando il trionfo con 59.750 punti e sfiorando la sempre fatidica quota dei 60 punti.

La trave si merita la standing ovation: 15.300, 6.5 il D Score, parlano i numeri. Il suo corpo libero, che lo scorso anno le ha consegnato l’argento iridato, frutta (14.600). Ma che impressione alle parallele, attrezzo per nulla suo ma dove è migliorata notevolmente nell’ultimo anno: 6.3 la nota di partenza e un super 14.850 che la fa sorridere. Il doppio avvitamento al volteggio (15.000) completa una grandissima giornata per la capitana della Romania che ha guidato meravigliosamente la sua Nazionale successo.

Diana Bulimar è caduta alle parallele (12.900), per il resto è stata molto costante (14.100, 1.250, 14.350). I problemi arrivano con le seconde linee ma la missione Olimpiadi non è lontana.

 

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