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Formula 1

F1: Ferrari, tra la lotta per il secondo posto di Vettel ed il mirino sul 2016 da Austin

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Il secondo ritiro in quattro gare di Rosberg ha di fatto acceso il bundesderby per il secondo posto della graduatoria piloti, un traguardo quasi impensabile per Vettel, alla vigilia della sua prima stagione in Rosso. Il ferrarista, da Monza in poi, ha messo insieme 76 punti, frutto del successo di Singapore, dei secondi posti di Monza e Sochi e del terzo di Suzuka, Rosberg ne ha realizzati appena 30, meno della metà, mentre il leader assoluto Hamilton ne ha ottenuti 75

Se però spostiamo il focus dal particolare (Sebastian vs Nico) al generale (Ferrari vs Mercedes), la valutazione cambia sensibilmente: la Ferrari, tranne che a Marina Bay, non è mai stata davvero in grado di lottare ad armi pari con la Mercedes, nei weekend con condizioni “normali”, neppure sul passo gara, dove la SF15-T riduce di solito il divario rispetto alle sfide solitarie contro il tempo. I 172 punti di distacco nella classifica costruttori avallano numericamente questo divario. A livello di affidabilità, invece, le Ferrari sono state finora impeccabili, l’unico ritiro dovuto ad un guasto della vettura – KERS – è capitato in Ungheria, a Raikkonen; le Mercedes, robustissime sino alla tappa italiana del Mondiale, hanno al contrario mostrato recenti segni di cedimento anche se, per fortuna del team anglo-tedesco, i danni maggiori li ha subiti il solito Rosberg, lasciando a Hamilton la possibilità di allungare nella corsa all’iride.

Altro ago della bilancia, le scelte strategiche sulle Power Unit: la Ferrari, pur senza dichiararlo mai ufficialmente, dovrebbe spendere i rimanenti quattro gettoni nella prossima tappa di Austin, introducendo una quinta P.U., prefigurazione attendibile di quella 2016. Dovesse andare così in Texas, il Cavallino subirebbe una penalizzazione di dieci posizioni sullo schieramento di partenza, la prima dell’anno. Di conseguenza, se si deciderà di procedere in questa direzione, e con entrambe le vetture, Rosberg potrebbe avere in America una ghiotta occasione per riprendersi la piazza d’onore temporanea nella graduatoria riservata ai drivers. Occorre ricordare, però, che il tedesco della Mercedes è costretto a correre già da Singapore con la quarta P.U. e dunque sta affrontando l’ultima parte di Campionato con una Unità più logora. Ora, appare chiaro che la Ferrari si trova dinanzi ad un bivio poco piacevole: continuare questa proficua fase di sviluppo generale finalizzata ad una maggiore competitività nella prossima stagione, mettendo di fatto a rischio il secondo posto generale, appena conquistato, di Vettel, o rinviare le ultime, prospettiche sperimentazioni (comunque calcolate, non si parla di “salti nel vuoto”) preservando l’attuale, ottimo bottino in classifica? Dopo aver conquistato il quarto podio consecutivo – l’undicesimo dell’anno – e sorpassato Rosberg, s’è visto a Sochi un Seb raggiante più che mai e dichiarazioni post-gara come “Stiamo crescendo, il nostro obiettivo e la nostra speranza è di lottare per il titolo nella prossima stagione” non fanno che alimentare il fuoco Rosso in vista del 2016, spostando in secondo piano le vicende agonistiche ancora in divenire.

Ma ci ha pensato ancora una volta l’istrionico Maurizio Arrivabene a spegnere ogni principio d’incendio, o meglio, ad indirizzare correttamente la fiamma, con il suo consueto atteggiamento enigmatico, sornione ma anche freddamente diretto all’occorrenza (se i risultati sono questi, va bene così a tutti!). Dopo la bandiera a scacchi del Gran Premio di Russia, il Team Principal della Scuderia di Maranello ha ribadito ancora una volta la propria sorpresa, in positivo, circa il rendimento messo in mostra dalla SF15-T, ottimizzato dal solito enorme lavoro di squadra di tecnici e meccanici. “Era un circuito che temevamo moltissimo. Pensavamo sarebbe stato un piccolo disastro, invece il Team ha reagito alla grande. Sia in Giappone sia qui in Russia abbiamo avuto condizioni molto variabili e pochissimo tempo per provare la macchina al venerdì. Eppure siamo riusciti a trovare le soluzioni migliori nel giro di pochissimo tempo e ad essere competitivi già il sabato, su circuiti per noi non proprio ideali. Ed è proprio questo che mi fa essere ottimista per il prossimo anno. In fabbrica, gli sforzi sono ormai concentrati quasi del tutto sul progetto della monoposto 2016, c’è una équipe di aerodinamici che continua a proporre pezzi per la macchina attuale, un piccolo gruppo che pensa al 2017, ma il grosso della produzione è tutto concentrato sul 2016”, ha dichiarato domenica. Entrando poi nel merito specifico dei progressi compiuti dall’inizio della stagione, il manager bresciano si è soffermato sulla Power Unit, il vero cuore pulsante di queste Formula 1, spiegando quello che è stato il percorso compiuto dal reparto corse del Cavallino: “Nel 2015 abbiamo recuperato circa 90 cavalli di motore rispetto al 2014; per il prossimo anno il target non può che essere molto più basso, ma è così per tutti. Ho molta fiducia in questa squadra e in Vettel che è veramente un fenomeno. Sono certo che sarà una stagione divertente”. Infine, sul propulsore che dovrebbe esordire nella prossima gara in Texas e di cui si era parlato già a Monza come un’evoluzione interessante, soprattutto in chiave 2016, Arrivabene ha concluso: “Il quinto motore ad Austin? Ve lo dirò ad Austin”.

È evidente come quest’ultima parte di stagione stia rappresentando l’ideale rampa di lancio per quella successiva, in Casa Ferrari, ben al di là della seconda piazza nella classifica piloti ancora in ballo o di quella relativa alle scuderie, ormai consolidata. Di sicuro vincere aiuta a vincere, sempre, comunque e dovunque. I risultati recenti del Cavallino possono solo far bene al morale e all’autostima di tutto l’ambiente, ma contribuiscono soprattutto a rendere tangibile il lato tecnico di quel programmatico processo di crescita che, per ammissione di tutti gli addetti ai lavori vestiti di rosso, dovrà culminare in un Mondiale 2016 affrontato da protagonisti. E dalle parti di Maranello, l’espressione “essere protagonisti” ha un significato univoco…

 

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