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Judo, Grand Slam Parigi: Gwend è quinta, tra le 63 kg vince Trstenjak

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La prima giornata del Grand Slam di Parigi 2015 ha visto protagoniste sette categorie di peso, quattro femminili (48 kg, 52 kg, 57 kg, 63 kg) e tre maschili (60 kg, 66 kg, 73 kg). Il prestigioso torneo della capitale francese ha come sempre riservato grandi emozioni e sorpresa, anche dopo lo slittamento da febbraio ad ottobre in seguito ai lavori di rinnovamento ai quali è stato sottoposto il Palais Omnisports di Bercy, ribattezzato “AccorHotels Arena”.

Il miglior risultato per la squadra azzurra è arrivato quest’oggi dalla categoria 63 kg, dove Edwige Gwend ha sfiorato il podio, classificandosi quinta. La recente vincitrice del Grand Prix di Tashkent, in Uzbekistan, ha esordito battendo per ippon l’australiana Katharina Haecker, ed ha poi proseguito il proprio percorso con una vittoria per shido sull’andorrana Laura Salles López. Ai quarti di finale l’azzurra è stata sconfitta per ippon dall’israeliana Yarden Gerbi, ma Gwend si è poi ripresa ai ripescaggi, battendo sempre per ippon l’ostica britannica Alice Schlesinger. Nella finale per il bronzo, infine, è stata la campionessa europea Martyna Trajdos (Germania) a strappare la medaglia all’azzurra, ancora per ippon. In finale, la campionessa iridata Tina Trstenjak (Slovenia) ha confermato la sua leadership nella categoria battendo per yuko l’olandese Juul Franssen, mentre Gerbi ha raggiunto l’altro bronzo.

Nella categoria 66 kg è arrivata l’ottima prestazione di Elio Verde, rinato dopo il settimo posto iridato, stesso piazzamento che ha ottenuto quest’oggi. Il campano ha esordito battendo per yuko il canadese Antoine Bouchard, per poi avere la meglio con lo stesso punteggio sull’uzbeko Dostonjon Holikulov. Ai quarti di finale è stato fermato da un waza-ari del mongolo Tumurkuleg Davaddorj, mentre ai ripescaggi è stato il portoghese Sergiu Oleinic ad eliminare definitivamente Verde, ancora per waza-ari. Proprio il venticinquenne Davaadorj, quinto ai Mondiali di Astana e vincitore quest’anno di due Grand Prix, avrebbe poi conquistato l’oro con uno yuko ai danni dell’ucraino Georgii Zantaraia. Sul podio sono saliti anche l’altro mongolo Altansukh Dovdon ed il giapponese Tomofumi Takajo, mentre per i colori azzurri va segnalata anche la prestazione del giovane Fabio Basile, che ha rotto il ghiaccio in un Grand Slam sconfiggendo per waza-ari il turco Sinan Sandal prima di subire un ippon da Takajo.

L’altro settimo posto per i colori azzurri è arrivato dalla categoria 73 kg, dove a sorprendere tutti è stato Antonio Esposito, già campione mondiale junior e campione europeo Under 23, che ha avuto la meglio su atleti ben più esperti di lui. Al primo incontro, Esposito ha infatti superato per uno shido di differenza il brasiliano Marcelo Contini, stesso risultato ottenuto successivamente con il russo Denis Iartcev. A fermare la sua corsa sono stati il giapponese Hiroyuki Akimoto e, ai ripescaggi, il forte israeliano Sagi Muki, entrambi per ippon. La vittoria finale è andata proprio ad Akimoto, che dopo la vittoria al Grand Slam di Tokyo nel 2014 ha confermato di essere tornato a grandi livelli. Il campione iridato del 2010 ha battuto per ippon l’azero Rustam Orujov, numero uno del ranking mondiale, mentre in terza posizione si sono classificati il già citato Muki ed il tedesco Igor Wandtke. Andrea Regis è stato subito eliminato dal turco Hasan Vanlıoğlu.

La sessione delle finali era stata aperta dalla categoria 48 kg, la cui corona è andata alla mongola Urantseteg Munkhbat. La campionessa iridata del 2013 ha superato in finale la belga Charline van Snick per yuko, conquistando la sua seconda medaglia d’oro consecutiva dopo quella del Grand Prix di Tashkent, la terza stagionale considerando anche il World Masters di Rabat. Le medaglie di bronzo sono andate alla spagnola Julia Figueroa ed all’israeliana Shira Rishony, mentre per i colori azzurri Valentina Moscatt ha subito una cocente sconfitta al primo turno contro la brasiliana Gabriela Chibana, capace di mettere a segno uno yuko e poi di chiudere la pratica per ippon. La categoria è stata segnata anche dal forfait della padrona di casa Amandine Buchard, che non è riuscita a rientrare nel peso.

Nella categoria 60 kg, il giapponese Naohisa Takato ha dominato la concorrenza ottenendo tre vittorie per ippon sui cinque incontri disputati, e soprattutto battendo in finale il francese Vincent Limare per waza-ari. Takato, già vincitore a Parigi nel 2013, conferma di essere tornato ai vertici della categoria di peso più leggera dopo aver già vinto il World Masters di Rabat, mentre per Limare resta la consolazione di essere il migliore dei padroni di casa in una giornata non favorevole alla Francia. Sul terzo gradino del podio si sono classificati l’uzbeko Sharafuddin Lutfillaev ed il mongolo Amartuvshin Dashdavaa.

La categoria 52 kg ha sancito il definitivo ritorno ai massimi livelli della kosovara Majlinda Kelmendi. La due volte campionessa iridata, a lungo fermata da un infortunio, aveva effettuato un rientro “soft” vincendo in European Cup ed European Open, ma oggi si è definitivamente lasciata i problemi alle spalle vincendo a Parigi per il secondo anno consecutivo. In finale, la kosovara ha battuto per ippon la svizzera Evelyn Tschopp, sorpresa di giornata dopo il suo successo sull’altra big della categoria, la rumena Andreea Chițu. Completano il podio la francese Priscilla Gneto e la giapponese Ai Shishime.

Divenuta campionessa europea per la quinta volta in questa stagione, la portoghese Telma Monteiro ha conquistato la medaglia d’oro al Grand Slam di Parigi tre anni dopo il suo primo successo. La quasi trentenne lusitana ha dato vita ad una lunga battaglia nella finale contro la mongola Sumiya Dorjsuren. Alla fine, Monteiro si è imposta dopo quasi due minuti di golden score grazie ad uno shido inflitto all’asiatica. Le due medaglie di bronzo in palio sono state conquistate dall’austriaca Sabrina Filzmoser e dalla giapponese Nae Udaka, già iridata nel 2014. È durata poco, invece, l’avventura di Giulia Quintavalle: la livornese è stata subito eliminata da un ippon della tedesca Miryam Roper.

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Immagine: IJF

giulio.chinappi@oasport.it

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