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MotoGP, Valentino Rossi vs Jorge Lorenzo: a due gare dal termine, il rebus iridato è sempre più indecifrabile

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Dopo il Gran Premio di Motegi si era legittimamente sottolineata la “pesantezza” dei quattro punti rifilati da Rossi a Lorenzo. Dopo Phillip Island, il conto è stato girato, con gli interessi, dallo spagnolo all’italiano; ma i sette punti rosicchiati da Jorge hanno probabilmente un peso specifico maggiore, al di là dei tre di differenza… Per due semplici motivi: il maiorchino ha recuperato terreno su Vale in una delle tappe più congegnali al Dottore in assoluto e lo ha fatto in modo autorevole, mantenendo la leadership Yamaha dal venerdì alla domenica, quando solo Super Marquez e, a tratti, Iannone lo hanno davvero impensierito.

Questi “dove” e “come”, sommati ai sette punti materiali persi (è appena la seconda volta che Rossi non sale sul podio quest’anno, ndr), ci hanno consegnato a fine gara un Valentino Rossi insolitamente amareggiato. Su una delle sue piste preferite, non si aspettava di dover guardare gli altri bagnarsi con lo champagne né di perdere ben 7 punti dal rivale numero uno. Unica consolazione, il team-mate non ha vinto; inviato quindi un sms di ringraziamento al giovane (ex)fan Marquez, il tavulliese dovrà ora rivedere l’organizzazione del piano-Decima in tutti i minimi dettagli, ben conscio che in futuro ogni minimo errore potrebbe costare molto caro. Uno degli errori da non commettere più, a partire da Sepang, è un turno di lavoro del sabato come quello di Phillip Island. Su questo punto Vale è stato chiaro: “Non sono contento e ne ho parlato col team, sabato abbiamo lavorato male, non abbiamo fatto quello che si doveva fare e abbiamo perso tempo dietro a soluzioni che non hanno funzionato. Nelle ultime gare, in qualifica era andata meglio, qui no e partire dalla terza fila è difficile. Forse in una gara così partire davanti non avrebbe poi fatto la differenza, però essere forti già al sabato è importante per una questione psicologica, specie nei confronti di Jorge”. Se nei duelli in pista ci si mette poi anche un velocissimo Andrea Iannone, ecco che essere competitivi già al venerdì e al sabato diventa cruciale.

In Malesia si correrà la gara chiave, quella in cui Rossi dovrà mettere da parte il tesoretto da spendere poi a Valencia, un appuntamento in cui il nove-volte iridato, sulla carta, potrebbe faticare a contenere Por Fuera. A Sepang, nella classe regina, il Dottore può vantare l’incredibile score di sei vittorie a zero sul diretto concorrente, ma l’inerzia del momento potrebbe trasformare lo squalo martello maiorchino in squalo assassino…

E poi c’è il solito fattore Honda. Motegi e Phillip Island lo hanno certificato: nel rebus iridato ormai agli sgoccioli, la variabile “Casa dell’Ala” sarà determinante perché i comportamenti in gara e, soprattutto, i punti che Marquez e Pedrosa potrebbero sottrarre ai due contendenti Yamaha saranno un altro ago della bilancia. I piloti ufficiali della prima Casa motociclistica del mondo sono per di più fuori dalle logiche della classifica, non hanno sostanzialmente più niente da perdere, e pure il titolo costruttori è già stato assegnato, quindi, correranno con la qualifica di “mine vaganti autorizzate”. Quello che è successo ad Aragon a Valentino, che ha visto volatilizzarsi quattro preziosi punticini per aver perso il duello epico con Dani Pedrosa, o in Australia, dove Marquez e Iannone hanno rubato – democraticamente – punti a Lorenzo e Rossi, ne è la dimostrazione tangibile.

“Abbiamo uno svantaggio troppo grande in rettilineo su Ducati, Honda e sulla stessa moto di Lorenzo, forse sono troppo più grosso io. Però abbiamo altri punti di forza e si può passare nel guidato”, ha dichiarato Valentino dopo Phillip Island. Ma, tralasciando i diversi fattori imprevedibili, dalle incognite Honda e meteo (potrebbe piovere in Malesia, occhio!) ai problemi tecnici, passando per gli eventuali errori dei piloti, tra Rossi e Lorenzo è anche guerra fredda, di nervi, una contesa che potrebbe decidersi pure senza un corpo a corpo definitivo.
Al nostro portacolori, giova ricordarlo, basterebbe ancora arrivare ai due prossimi traguardi subito dietro l’avversario per vincere il titolo, tuttavia, c’è ormai troppa “roba in ballo” per poter immaginare un finale così banale, da catenacciara marcatura a uomo…

 

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