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Ciclismo

Marquez-Rossi come Armstrong contro Simeoni al Tour 2004

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La testata di Zidane a Materazzi, il morso di Tyson a Holyfield,  lo scontro Schumacher-Villeneuve in Formula 1, il duello Capirossi-Harada del 1998. Sono parecchi i gesti sportivi del passato accostati in questi giorni allo scontro Marquez-Rossi. Tutti con un denominatore comune: due atleti in lotta tra loro per il Mondiale.

Non è il caso dello scontro avvenuto a Sepang, in cui Marquez non aveva più niente da dire nella lotta per l’iride. Proprio per questo motivo, l’azione che più si avvicina a quanto accaduto domenica è il comportamento tenuto da Lance Armstrong nei confronti di Filippo Simeoni.

Nella terzultima tappa del Tour 2004, infatti, il cowboy statunitense si rese protagonista di un comportamento antisportivo molto simile a quello tenuto dal giovane centauro catalano; con la classifica già scritta e una tappa adatta alle fughe da lontano, la maglia gialla si fiondò sulla ruota del rivale azzurro, costringendolo ad abbandonare i sogni di gloria. Una vendetta che scaturì per le accuse di doping (risultate in seguito fondate) nei confronti del texano padre e padrone della corsa a tappe francese.

Lo stesso atteggiamento tenuto da Marquez in Malesia e in parte anche a Phillip Island, dove il quattro volte campione del mondo ha palesemente ostacolato il fuoriclasse di Tavullia per vendicare le sconfitte subite in Argentina e Olanda. Due azioni non punibili regolamento alla mano ma che possono essere prese come esempi negativi in qualsiasi disciplina sportiva.

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francesco.drago@oasport.it

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