Ciclismo
SuperSagan a Metz
Quando il gruppo è composto da una cinquantina di atleti, il vincitore è solo uno: Peter Sagan. Non importa se, poi, in quello stesso plotone ci siano anche velocisti eccellenti come Greipel, Goss e Petacchi, perché il gioiellino slovacco ha imparato a mettere in riga anche i professionisti dello sprint. Tris di Sagan dunque, davanti al tedesco e all’australiano, mentre Petacchi e Paolini chiudono nella top ten.
Come da copione, nelle prime fasi della tappa parte la fuga di giornata che vede protagonisti il vallone Romain Zingle, il cronoman dello Utah David Zabriskie, l’esperto olandese Karsten Kroon e il feltrino Davide Malacarne. Il gruppo principale, memore dell’esperienza di ieri, inizia a fare sul serio molto presto, contenendo il vantaggio della fuga e completando l’inseguimento ai -2. Il problema è che, come detto, lo stesso plotone è composto da una cinquantina di atleti a causa di numerose cadute: dietro, tra gli altri, Ryder Hesjedal (brutte escoriazioni sulla coscia sinistra), Robert Gesink (coinvolto in tutti e tre gli incidenti), Mark Cavendish, Janez Brajkovic, Michele Scarponi e Fränk Schleck. Finiscono i sogni di gloria del canadese, sul traguardo a 13′, mentre gli altri chiudono a 2’09” (Gesink a 3’30”) da un Peter Sagan che ha dato un nuovo saggio di potenza, esplosività e capacità di infilarsi in spazi strettissimi, doti che lo rendono un corridore potenzialmente imbattibile su molti traguardi.
Domani si fa sul serio e la maglia gialla di Spartacus Cancellara dovrebbe essere ceduta ad uno dei favoriti per la vittoria finale: 199 km da Tomblaine a La Planche des Belles Filles, arrivo inedito sui Vosgi a quota 1035 metri, al termine di un GPM di prima categoria che sarà preceduto da altre due scalate di terza classe.
marco.regazzoni@olimpiazzurra.com
foto tratta da cyclingnews.com