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MotoGP, la “rimonta impossibile” di Valentino Rossi è già partita: cinque buoni motivi per crederci

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Soggetto: Valentino Rossi. Predicato verbale: può conquistare. Complemento oggetto: la Decima.
Siccome non stiamo parlando di un pilota qualsiasi bensì “del” pilota per eccellenza del motociclismo moderno, la remuntada (mai come questa volta l’ispanismo fu più azzeccato…) del Dottore non è pura chimera. Difficile, difficilissima, senza dubbi, ma non del tutto impossibile. Come un terno secco al gioco del lotto.
Vi diamo cinque validi motivi per crederci, nonostante ce ne siano almeno altrettanti per non farlo, perché Valentino Rossi è uno dei monumenti sportivi più preziosi d’Italia, Paese a cui tutti noi per fortuna o purtroppo (grazie Gaber!) apparteniamo. E non sarà certo il raptus di Sepang a farlo diventare l’ultimo dei centauri in pista per qualità assoluta a Valencia o, ancor peggio, l’ultimo degli uomini sulla Terra meritevoli di stima, ammirazione, affetto.

1) Le motivazioni. Il riferimento non è solo alla tanto agognata Decima. All’indomani della nefasta doppietta Australia-Malesia, Rossi non è più il favorito d’obbligo; Valentino ha ancora in dote un gruzzoletto di punti che lo piazza davanti a Lorenzo in graduatoria ma partirà in fondo al gruppo domenica, non ha quindi più nulla da perdere, a bocce ferme. Il grosso appare ormai già perso, agli occhi di ferventi razionalisti, detrattori per partito preso e tirapiedi spagnoleggianti. Occhio, però: correre con il peso dei favori dei pronostici in meno e con un’incommensurabile rabbia agonistica in più può trasformare il propulsore della Yamaha numero 46 negli spinaci di Popeye o nel fungo di Super Vale…

2) Le pressioni. L’altra faccia della suddetta medaglia è rappresentata dalle pressioni – sportive ed extrasportive – che già gravano sul groppone di Jorge Lorenzo. Dopo l’affaire Sepang, il maiorchino è semplicemente costretto a centrare il suo terzo titolo MotoGP. E in più, ogni spettatore non spagnolo del mondo presterà attenzione a “come” ciò potrebbe accadere. Last but not least, il tifo del pubblico valenciano sarà tutto per lui. Mica male come macigni psicologici…

3) Le rimonte in carriera di Rossi. Niente o nessuno potrà mai sminuire il talento innato e la classe dimostrati da Valentino nel corso dei tanti anni trascorsi in sella alle sue moto. Il Dottore ha perso la testa in Malesia, ok, ma non deve imparare da nessuno come si guida al meglio un bolide con due ruote fra curve e rettilinei. In passato, il tavulliese si è reso più volte protagonista di imprese epiche partendo dalle retrovie della start grid, su tutte quelle del Sachsenring 2006 ed Assen 2007 (clicca qui per saperne di più).

4) L’esperienza. 36 anni, 20 stagioni nel Motomondiale, di cui 9 chiuse al primo posto, 329 GP disputati, 112 vittorie, 211 podi, 61 pole position, 92 giri veloci, 5405 punti conquistati. Certo, in pista non scendono i curricula, ma in momenti cruciali come questi, l’esperienza può solo aiutare. Chi meglio di lui per tentare un’epopea simile?!

5) I possibili “alleati involontari”. Pedrosa vorrà senz’altro coronare davanti al proprio pubblico un finale di stagione da top rider assoluto; Iannone, Dovizioso e lo stesso Petrucci non si possono proprio definire dei nemici di Rossi (che in gruppo può vantare tanti altri “simpatizzanti”, o addirittura fans, non italiani…). Infine, paradosso dei paradossi, lo stesso nemico privato n.1, Marquez potrebbe voler chiudere in bellezza la sua altalenante stagione, per di più sotto gli occhi di migliaia di connazionali – nonché, molti, tifosi personali – attesi a Valencia. Aritmetica alla mano, Valentino dovrà sperare nel maggior numero possibile di moto che riusciranno a tagliare il traguardo prima di Jorge o, più verosimilmente, nel minor numero di colleghi che si frapporranno tra sé e il compagno di squadra.
Che l’estrazione abbia inizio…

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giuseppe.urbano@oasport.it

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1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    4 Novembre 2015 at 15:52

    Moralmente penso lo abbia vinto lui. Credo però che da ora in avanti sarà tutta una questione politica. Speriamo arrida al nostro fuoriclasse.

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