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MotoGP
MotoGP, GP Valencia 2015: Marquez in pista per vincere o per aiutare Lorenzo?
Marc Márquez Alentà da Cervera è riuscito nella non semplice impresa di sottrarre a Jorge Lorenzo Guerrero da Palma di Maiorca il ruolo di antagonista principale di Re Valentino nella lunga fiaba (a lieto fine?) chiamata Decima. E ci è riuscito in appena 11 giorni – un po’ di più per i cospirazionisti intransigenti -, a partire cioè dall’ostruzionismo filolorenziano sfociato nella “rissa” di Sepang.
Eppure la lotta per il corrente titolo MotoGP dovrebbe ancora essere un’esclusiva dei due yamahisti! (clicca qui per visualizzare tutte le possibili combinazioni pro Rossi)
Tutti o quasi danno per scontato il seguente scenario preventivo, a Valencia: Pedrosa correrà per sé perché non si è allineato a nessuno dei due blocchi in guerra (tutt’altro che fredda), i piloti italiani, più qualche altro “fuoriuscito”, avranno un occhio di riguardo per il rimontante Rossi, quelli spagnoli non faranno il diavolo a quattro nell’eventualità dovessero trovarsi fianco a fianco con un Lorenzo proiettato verso un podio non impossibile. Eufemismi voluti.
Ma il vero ago della bilancia, anche per quei pochi garantisti rimasti in circolazione, sembra essere sempre e solamente Marquez. Stando a quanto dichiarato da Marc, la maledetta domenica malese non inciderà sulla sua condotta di gara a Valencia, dove l’unica “cosa” da centrare sarà la vittoria…
E ci sono almeno tre buoni motivi per credergli: chiudere al meglio, in casa, la sua prima stagione a secco, dopo le tre consecutive che lo hanno visto in cima al mondo tra Moto2 e MotoGP, mettere a tacere tutti dopo i tanti dubbi sulla sua lealtà sportiva emersi all’indomani di Sepang e, infine, non macchiare indelebilmente il prosieguo di una (già strabiliante) carriera che, visti gli appena 22 anni del fenomeno in questione, può solo godere di altre giornate radiose.
Fino all’ormai paradigmatico GP di Malesia 2015, siamo stati abituati a vedere in Marc Marquez il prototipo del centauro-cannibale alla perenne ricerca del “limite estremo”, colui il quale non ama perdere nemmeno a briscola, a prescindere dal compare che gli si siede di fronte. Perciò, in tutta onestà, immaginare la stessa persona avulsa dal contesto, senza vis pugnandi o addirittura propensa ad “annullarsi” per favorire spudoratamente, in mondovisione un connazionale (comunque un avversario in pista) fa venire i brividi…
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giuseppe.urbano@oasport.it