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Nuoto, Europei Vasca Corta Netanya 2015. Il pagellone: staffetta, farfalle e amore per la festa azzurra

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SIMONE SABBIONI 9: ormai si è capito che sta diventando un punto di riferimento imprescindibile di questa Nazionale. Vince la sua seconda medaglia di Netanya, la prima d’oro, <La più bella> dice lui, forse perché può condividerla con la nuova fidanzata, Silvia Di Pietro. Una prima frazione di staffetta vicinissima al record italiano di Bonacchi, disputata dopo i due 200 di ieri con tanto di medaglia e i due 100 di oggi con la conquista della finale. Instancabile e in crescita costante. Nella semifinale dei 100 dorso fa segnare il secondo crono italiano all time, il migliore senza costumone e domani è pronto per un’altra battaglia: provare a salire sul podio individuale per la seconda volta.

FABIO SCOZZOLI 7.5: quando non puoi attaccanre cerca almeno di difenderti bene. Lui lo fa. E’ vero, perde la sfida con Nikolaev nella seconda frazione della mista mista ma scava il solco anche tra gli azzurri e le inseguitrici e comunque ha il merito di non crollare e continuare a spingere fino in fondo. La staffetta ha confermato che anche in prospettiva 100 non ci sarà molto da attendersi ma intanto torna su un podio che conta dopo tre anni (ultima vittoria Mondiale in vasca corta dl 2012). La rincorsa a Rio passa anche da qui.

SILVIA DI PIETRO 8.5: tutto in un giorno. Sale per la prima volta sul gradino più alto del podio nella mista mista, sale per la prima volta sul podio in una gara individuale in una grande manifestazione internazionale e svela, suo malgrado, la storia d’amore con Simone Sabbioni. Un tris d’assi mica da poco per la romana che sembra avere raggiunto la maturità fisica e psicologica inseguita da anni. Fantastico il suo 50 farfalla in semifinale quando tiene testa per 25 metri alla regina Sjostroem e batte la Ottesen. La finale la sente, non c’è dubbio ma alla fine supera anche l’ostacolo psicologico e si tiene alle spalle Dekker e Urbanczyk. Fondamentale anche il suo apporto nella mista mista dove a livello cronometrico non brilla (25”26 contro il 25”24 nuotato nella finale individuale qualche minuto prima) ma ha il merito di ricucire lo strappo sulle russe lanciando al meglio Erika Ferraioli.

ERIKA FERRAIOLI 8.5: perfetta nello stacco del cambio, bravissima a tenersi sempre dietro la Nasretdinova che la tallona da vicinissimo per tutto il 50 che regala all’Italia il primo oro di Netanya. Nel finale si fa avvicinare ma la piastra la tocca prima lei. Un trionfo che arriva al termine di una giornata molto positiva, che era iniziata con la conquista della finale dei 100 stile libero dove domani potrà dire la sua, magari con un pensiero al bronzo.

FEDERICA PELLEGRINI 7.5: esordio coi fiocchi per Fede che brilla in batteria e conquista una finale insolita nei 100 stile libero abbassando il personale a 52”69. Le prime due sembrano oggettivamente fuori portata, per il bronzo, qualora dovesse trovarsi a tiro negli ultimi 25 metri, può provare a dare la zampata e comunque vada sarà un successo.

FILIPPO MAGNINI 7: per un “finisseur” come lui perdere in volata una medaglia fa sempre piuttosto male ma nei 200 ogni tanto gli è capitato di perdere brillantezza nel finale. Ha lottato, ha impostato la gara di testa, coraggiosa, sapendo che Biedermann nel finale ha un cambio di passo ingestibile. All’ultima virata il bronzo sembrava cosa fatta, poi una subacquea così così e le energie che sono venute meno e per 5 centesimi a fare festa sono gli avversari. E’ svanita l’ultima opportunità?

ELENA GEMO 6: stavolta strappa la sufficienza. In batteria poco brillante ma in semifinale nei 50 farfalla se la gioca fino in fondo e chiude con un tempo che, vista la sua condizione attuale, non è male. Tre decimi sotto ci sarebbe stata la finale.

LUCA PIZZINI 5.5: serviva un secondo in meno per centrare la finale dei 200 rana e quindi sarebbe stato necessario migliorare il personale, sempre difficile nelle batterie del mattino. La sua gara però è al di sotto delle aspettative, nonostante un discreto finale. Unica consolazione: riesce a tenersi alle spalle un mostro come Adam Peaty che continua a litigare con la vasca corta.

FEDERICO TURRINI N.G.: la febbre lo ha debilitato dall’arrivo in Israele e comunque lui si mette in gioco provando un disperato assalto ad una finale “impossibile” in quelle condizioni. Bravo a scendere in vasca e provarci almeno per le prime due frazioni.

NICOLO’ BONACCHI 6: aspettando la sua gara che sono i 50, riesce a centrare la qualificazione in semifinale nei 100 ma in questo contesto serviva quantomeno un miglioramento del personale per uscire dalla vasca con il sorriso sulle labbra. Solo sfiorato e ultimo posto in semifinale, l’attesa prosegue con qualche certezza in più visto il buon passaggio a metà gara.

ILARIA BIANCHI 5: la riconversione a mistista (che potrebbe essere un’opzione dopo l’eventuale partecipazione a Rio per la terza Olimpiade) conosce uno stop forse inatteso. Punta tutto sui 100 misti (in una giornata dove scende in acqua solo per onor di firma nei 50 farfalla che proprio non gli piacciono) e paga a caro prezzo la scarsa dimestichezza con la rana, facendo 6 decimi in meno del crono che le aveva permesso di sbaragliare il campo a Massarosa. Sa cambiare faccia e marcia quando scende in acqua per i 100 farfalla.

ILARIA CUSINATO 6: è qui per fare esperienza e la sta facendo con prestazioni forse al di sotto delle attese ma la prima volta si perdona quasi tutto.

MATTEO RIVOLTA 7.5: con un argento europeo al collo conquistato dietro a un signore che si chiama Laszlo Cseh non si può certo fare gli schizzinosi. Soprattutto considerato che l’ungherese piazza un 49”33 che è ben al di sotto del record personale e italiano fatto segnare in semifinale da Rivolta. Però il fatto di essersi peggiorato rispetto alla semi e di avere perso così tanto terreno nel finale forse per voler un po’ strafare nella prima parte, lascia una piccola scia di rimpianto dietro a sé. Resta comunque una grande due giorni targata Rivolta.

PIERO CODIA 6.5: l’allergia da finale colpisce ancora. Ha tutte le carte in regola per giocarsi la medaglia di bronzo ma fallisce l’appuntamento con la storia peggiorandosi di 3 decimi rispetto alla semifinale. Sarebbe bastato fare otto centesimi in più rispetto al giorno prima per scalzare Konovalov dal podio e invece arriva un quinto posto che fa male perché l’azzurro vale sicuramente di più. Gara nel complesso sufficiente al di là dei rimpianti e la speranza è che nei 50 possa arrivare l’exploit.

DILETTA CARLI 7: un quarto posto che vale per la mezzofondista azzurra che continua a viaggiare a ridosso delle dominatrici europee della specialità. Si migliora sensibilmente e prosegue nel suo percorso di crescita che la può portare fra le grandi del nuoto mondiale.

MARTINA RITA CARAMIGNOLI 7: anche per lei arriva il personale. Partenza lenta, solo all’apparenza troppo lenta perché le permette con il negative split di andare a prendere diverse rivali nella seconda parte e di chiudere forte a ridosso della compagna di squadra Carli con un buon quinto posto.

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