Rubriche
Storia delle Olimpiadi: Giorgio Cagnotto, l’amico-rivale di Klaus Dibiasi
Giorgio Cagnotto oggi ha 68 anni ed è il commissario tecnico della nazionale italiana di tuffi, nonché allenatore della Bolzano Nuoto e, ovviamente, della figlia Tania, che a luglio ha vinto la sua prima medaglia d’oro mondiale della carriera battendo le cinesi da 1 metro.
Pochi sanno che, in realtà, Franco è il suo vero nome. Piemontese di Torino, con parlata che ancora lo fa capire nonostante si sia trasferito da tempo in Alto Adige dove ha sposato Carmen Casteiner e spiccata propensione per l’ironia, negli anni ’70 è stato insieme a Klaus Dibiasi uno dei migliori tuffatori del mondo. E tutt’oggi, oltre ai successi da ct, è ricordato come il più forte atleta italiano della storia proprio insieme all’Angelo Biondo, suo amico e rivale in gara.
I duelli Dibiasi-Cagnotto, cui solo negli ultimi anni delle loro carriere si è aggiunto lo statunitense Greg Louganis, probabilmente il più grande di sempre anche e soprattutto per il ruolo mediatico che ha svolto nella crescita dei tuffi, hanno infiammato le Olimpiadi di Monaco 1972 e Montreal 1976. Se Dibiasi – coetaneo ma precoce, essendo figlio d’arte – ha vinto tre ori consecutivi da 10 metri (’68, ’72 e ’76), Cagnotto nel suo pur ricco palmarès vanta un solo successo di rilievo, l’oro da 3 metri agli Europei di Barcellona ’70. Per il resto, comunque, una sfilza di podi – anche olimpici – che ne giustificano a pieno l’ingresso nell’International Swimming Hall of Fame di Fort Lauderdale (1991): argento da 3 metri nel ’72 e ne ’76, bronzo da 10 metri nel ’72 e bronzo da 3 metri nel 1980 a Mosca.
Il momento più alto della sfida tutta azzurra si ebbe a Monaco, con la finale della piattaforma vinta da Klaus Dibiasi con 504.12 punti davanti allo statunitense Richard Rydze (480.75) e proprio a Giorgio Cagnotto (475.83). Ecco le immagini della gara in un raro video d’epoca, che sottolinea per altro i grossi cambiamenti che hanno vissuto i tuffi nel corso degli anni, costumi in primis.
Nel marzo del 2014 il giornalista di RaiSport Stefano Bizzotto ha realizzato il documentario “Chiedi chi erano Dibiasi & Cagnotto”, attualizzato in estate con le immagini dell’oro mondiale di Tania a Kazan e premiato a novembre nel corso del Festival internazionale del cinema sportivo di Milano. Di seguito un estratto:
La leggenda dei tuffi italiani, dunque, è legata indissolubilmente alla famiglia Cagnotto, oltre che a quella Dibiasi. Da Giorgio a Tania, che l’ha “battuto” prendendosi il mondo a Kazan ma alla quale manca ancora il podio olimpico per chiudere davvero in bellezza una carriera sì eccezionale, ma macchiata dalle lacrime dei due quarti posti di Londra 2012. E nella storia dei Giochi il ct ha recitato un ruolo da protagonista proprio in Inghilterra: l’abbraccio alla figlia dopo la gara individuale rimarrà – pur legata a una sconfitta – una delle immagini emblematiche di due fuoriclasse normali, umani, che hanno conosciuto tante gioie ma anche parecchie delusioni. Rio 2016 è all’orizzonte per esorcizzare anche gli ultimi demoni rimasti. Poi, probabilmente, molto cambierà anche per Giorgio.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
Clicca qui e metti mi piace per restare sempre aggiornato sul mondo dei tuffi azzurri
francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Wikipedia