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Dakar 2016, i favoriti tra le moto. Barreda e Viladoms su tutti. Occhio al nostro Alessandro Botturi
A tre giorni dall’avvio della 38esima edizione della Dakar, cerchiamo di capire chi potrà lottare per le posizioni che contano tra le moto. Marc Coma, ritirato, ha lasciato più di una porta aperta, c’è da trovare ora il suo possibile successore.
Partiamo da Joan Barreda. L’iberico, con la sua attitudine aggressiva, garantisce spettacolo e voglia di vincere. In sella alla sua Honda CRF450 cercherà di cogliere il giusto mix tra velocità e navigazione. Il 32enne di Castellòn de la Plana è consapevole del suo ruolo.
“Abbiamo fatto un lavoro impeccabile, adesso siamo ancora più preparati. In casa Honda vogliono vincere, per loro questo progetto è uno dei più importanti e l’obiettivo è certamente quello. Prima, durante situazioni complicate, il gruppo cercava di guardare Coma e Despres, adesso sono io il punto di riferimento. Il fatto che il percorso sia stato ideato da Coma significa che ci saranno molte tappe di difficile interpretazione. Bisognerà stare attenti alla navigazione”, dichiara Barreda.
Nella passata edizione lo spagnolo, mentre guidava la classifica, si arrese a problemi meccanici. Questo non gli impedì di terminare in top 20, vincere tre tappe ed aiutare il suo compagno di squadra Paulo Gonçalves.
Quest’ultimo sembra essersi ripreso dalle batoste causate dalla marea di episodi sfortunati che in passato gli hanno impedito di lottare per le posizioni che contano. Le immagini del 36enne portoghese in lacrime accanto alla sua moto in fiamme nel 2014 fanno ancora capire quanto il fato si sia accanito sulla sua carriera, ma il temperamento del lusitano è tanto. Paulo nel 2015 ha combattuto ad armi pari con Coma, leggenda dei Rally, chiudendo secondo a meno di 17 minuti dal vincitore. Potrà essere la volta buona? Lui ci crede.
“Ad essere sincero ho sentimenti contrastanti sulla passata edizione. Non avessi avuto quei 17 minuti di penalità avrei vinto, ma guardo avanti. Spero di avere una Dakar senza problemi. E’ ancora l’evento più importante per noi, e gli inconvenienti è meglio averli altrove. Il fatto che non ci sia Coma non mi fa prendere la corsa alla leggera, anzi. Tutto ciò porta maggiori responsabilità. Sarebbe un sogno vincere, ma se lo facesse un altro pilota del mio team, sarebbe ugualmente anche una mia vittoria”.
I principali antagonisti dei piloti Honda saranno i centauri targati KTM. In primis Toby Price. L’australiano, terzo alla sua prima Dakar, proverà a confermarsi e, perchè no, addirittura migliorarsi. Nella passata edizione ha davvero impressionato in quanto a scelte e capacità legate alla navigazione più che alla velocità. Tra pochi giorni la pressione si farà sicuramente sentire sulle spalle del pilota 28enne, alla guida della KTM ufficiale. Price però non trema.
“Tutte queste aspettative mi caricano. Spero in un nuovo podio. Mi aspettano lunghi giorni e quasi 10 mila KM di percorso. Abbiamo lavorato bene e perfezionato la moto. Sono pronto e psero sia una mega Dakar”.
Occhi puntati anche su un suo connazionale, sempre alla guida di una KTM, ovvero Matthias Walkner. Il campione di motocross, che ha esordito stupendo tutti nella Dakar nel 2015 e poi ha continuato ad impressionare nell’arco della stagione. Ritiratosi a causa di un’intossicazione alimentare dopo aver vinto la terza tappa, l’austriaco punta ad essere il successore di Coma.
“Nel 2015 ho vissuto tanti bei momenti. Il ricordo più vivido è indubbiamente quello legato alla vittoria della terza tappa, davvero speciale. Poi ho abbandonato a causa di problemi alimentari. Avevo la febbre alta, non riuscivo a dormire. Decisi di iniziare la tappa seguente, ma era davvero troppo. E’ così difficile finire una Dakar…Il mio obiettivo adesso è quello di concludere la manifestazione. Dovessi riuscirci, allora un ingresso in top 5 è nelle mie corde”, le parole di Walkner.
Un deluso della kermesse del 2015 è sicuramente Jordi Viladoms. Secondo assoluto nel 2014, il catalano si è ritirato nell’edizione successiva. La prossima può essere la sua grande occasione, essendo il top rider del suo Team (Red Bull KTM Factory). Alla vigilia del suo decimo anniversario da pilota Dakar, Jordi crede nelle sue potenzialità.
“Voglio ottenere il massimo risultato possibile, considerando anche che Marc ha lasciato le competizioni. Sarà una Dakar complicata in quanto il numero di pretendenti alla vittoria è davvero elevato. Cercherò di sfruttare al meglio l’esperienza che ho maturato rispetto ai piloti più giovani. La Dakar ti mette sempre alla prova, devi dare sempre di più. I primi anni cerchi di concluderla, ma alla decima occasione sali in sella per vincere”.
Ci sarà la possibilità concreta di vedere anche un italiano nelle posizioni che contano. Alessandro Botturi su Yamaha WR 450 F proverà ad insidiare i piloti maggiormente accreditati, sperando di tornare a concludere una Dakar dopo il ritiro del 2015.
“L’anno scorso ho testato poco la mia moto prima della Dakar. Nonostante ciò, prima del ritiro, ero 11°. Quest’anno è tutto diverso. Fisicamente sto molto bene, ho fatto ciclismo e corsa in alta quota. Inoltre ho partecipato a molti Rally internazionali, per competere con i top riders e misurarmi ad alti livelli. Voglio cercare di essere con i più forti sin dalle prime tappe, per giocarmela alla pari nelle ultime. Mi sento davvero fiducioso. Cercherò di migliorare il mio miglior risultato del 2012 (ottavo)”.
Infine, parliamo della di colei che ha colto il miglior risultato nel Rally per una donna. Laia Sainz, con il suo nono posto del 2015 è entrata di diritto negli annali di questo sport. Mandata agli archivi Christine Martin (decima nel 1981), la spagnola punta a bissare e, se possibile, migliorare, il piazzamento della scorsa edizione.
“Far parte del Team KTM è una grande possibilità che ripaga il lavoro ed il sudore versato in questi anni. Ho la situazione perfetta per migliorare, non ho più scuse. Cercherò di lottare per il podio, sapendo che un risultato nella top ten non sarebbe da buttare”.
Ci sono dunque tutte le credenziali per assistere ad una straordinaria Dakar nella categoria delle moto, i chilometri da percorrere diranno tutto il resto.
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Fonte foto: pagina Facebook Alessandro Botturi