Rugby
Sei Nazioni: la nuova Italia all’esame Murrayfield
Se l’Italrugby, finora, ha battuto solo una volta la Scozia ad Edimburgo un motivo c’è e si chiama Murrayfield. Il fortino degli Highlanders è stato a lungo impenetrabile dagli azzurri, respinti inevitabilmente in ogni apparizione, tranne per l’edizione del 2007, storica per i ragazzi dell’allora ct Berbizier. Un grido nel deserto, nemmeno avvicinato nelle successive occasioni, ma che la Banda Brunel, nella 2^ giornata del Sei Nazioni 2013 potrebbe, anzi, può bissare, per eguagliare il record di vittorie e per eleggere definitivamente come ‘grande’ questa Nazionale.
Quella che fino allo scorso anno era la partita da vincere per evitare Cucchiaio di legno e Whitewash, quest’anno ha un sapore completamente diverso. Lo sa Brunel, lo sanno i giocatori, lo sanno i tifosi. Perché l’Italia, per la prima volta, non è più la squadra che deve battere la Scozia per restare in linea di galleggiamento con l’élite europea, ma che punta a raggiungere traguardi inesplorati e inarrivabili fino ad un anno fa. Il match dell’Olimpico contro la Francia ha messo in luce gli enormi progressi non solo sul piano tecnico, con il tanto agognato equilibrio fra avanti e trequarti raggiunto, ma anche sul piano mentale, con una consapevolezza inedita, arma risultata fondamentale per poter battere Les Bleus 5 giorni fa. Un’Italia nuova, quindi, che si appresta a fronteggiare la Scozia in modo altrettanto nuovo a Murrayfield, ovvero da favorita. E’ innegabile, nonostante Brunel, com’è giusto che sia, continui a predicare prudenza: “Basta pensare alla Francia: è il passato. In Scozia sarà dura come sempre. Sicuramente hanno fatto i loro calcoli: se non vogliamo prendere il cucchiaio di legno basterà battere l’Italia: quindi darà tutto contro di noi. Sarà difficilissimo”. Perché per la nuova Italia non è ammesso sedersi sugli allori e pensare alle imprese passate, seppur quest’ultime non siano conseguenza soltanto di orgoglio e cuore, ma anche di una superiorità dal punto di vista del gioco. Servirà la medesima intensità messa in campo nell’esordio ma, soprattutto, lo stesso approccio, in modo da mettere subito in chiaro il futuro svolgimento del match, così come è stato con i galletti. Con un Orquera talmente in condizione anche domani, poi, gestire il gioco al largo diventerebbe più facile e, se la mischia dovesse risultare efficace come sempre, gli azzurri potrebbero davvero esaltarsi di nuovo. Chi si esalterà sicuramente è Andrea Lo Cicero, un pezzo di storia dell’Italrugby con il raggiungimento dei 100 caps proprio nella sfida agli scozzesi. “Sarà un’emozione unica. Sono orgoglio di rappresentare il mio paese e finire e la partita sarà speciale. Ho tanti ricordi belli e in questo momento nessuno brutto. E’ il mio momento”. Entrerà da solo in campo, in segno di rispetto per chi ha dato l’anima per la maglia della Nazionale in ogni momento.
Ingrediente forse decisivo per espugnare Murrayfield, però, sarà evitare i cali di concentrazione, costati anche nel match contro la Francia momenti di difficoltà, culminati con le due mete subite. E’ vero che i nostri appaiono qualche gradino sopra la Nazionale scozzese, ma è altresì vero che gli uomini del coach ad interim Scott Johnson venderanno cara la pelle per risollevarsi da un periodo difficile. E avere la possibilità di farlo di fronte al proprio pubblico è un ulteriore stimolo. Una squadra in pieno ricambio generazionale, che ha nella seconda linea Richie Gray un talento di ineccepibile valore, nonché un gran saltatore in touche. Proprio lui potrebbe rendere ancor più problematica la rimessa laterale azzurra, non una fonte di sicurezza. Insieme a Gray, i pericoli maggiori per la difesa italiana provengono dalle ali, con Sean Maitland e il top-scorer di mete del Pro12, Tim Visser, in grado di procurare grattacapi a chiunque.
Gli scozzesi, se lasciati ‘liberi’ di prendere l’iniziativa, hanno già dimostrato contro l’Inghilterra di poter far decisamente male, forte anche di una buona mediana formata da Laidlaw e Jackson. Vietato, quindi, mostrarsi svagati in fase difensiva, forse la chiave di volta nella 1^ giornata. Una settimana fa c’era Sgarbi a guidare ottimamente la linea arretrata, questa volta Canale, a sua volta un eccellente placcatore. L’avvicendamento tra i due centri rappresenta l’unico cambio apportato da Brunel, perché “francamente, dopo una partita così, chi potevo togliere?”. Continuità ed equilibrio, dunque. Per continuare a vincere, per continuare a sognare.
Foto: corriere.it
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com
Twitter: @panstweet