Rugby
Scozia-Italia, le pagelle: Favaro il migliore
L’Italia crolla in Scozia 34-10 nella 2^ giornata del Sei Nazioni. Una debacle che ridimensiona gli azzurri, dopo l’impresa dell’Olimpico contro la Francia. Banda Brunel quasi mai in partita. Le pagelle.
Andrea Masi, 5: leggermente meglio di molti suoi colleghi. Prova a sfondare la linea avversaria a più riprese, ma senza successo. In difesa, poi, ha qualcosa da farsi perdonare.
Giovanbattista Venditti, 4,5: totalmente in ombra, l’ala zebrata si rende protagonista anche di un clamoroso svarione con quel calcetto lisciato. Impalpabile per 80′.
Tommaso Benvenuti, 4: confusionario in attacco, Tommy è completamente spaesato anche in difesa, dove li vede sbucare praticamente da tutte le parti.
Gonzalo Canale, 6: il buon Gonzalo fa il compitino, placcando quello che può e cercando di farsi notare in attacco.
Luke McLean, 5,5: il gioco tattico è il suo forte, ormai è acclarato. Buona difesa nel primo tempo, anche se nella ripresa viene trascinato nella mediocrità generale.
Luciano Orquera, 4: dalle stelle alle stalle. Da Man of the match, a peggiore in campo. Sull’erba di Murrayfield, Luciano proprio non si raccapezza, non incidendo mai in fase offensiva. Il regalo a Hogg, poi, è il segno di come non abbia funzionato nulla nella testa dei giocatori.
Tobias Botes, 5,5: eroico nel placcaggio su Scott a 2 metri dalla linea di meta. Per il resto, però, Tobie tende a strafare un po’ troppo come al solito, cercando sovente l’iniziativa personale. Sul suo taccuino da annotare anche qualche calcio di spostamento poco ortodosso.
Sergio Parisse, 5: nervoso e – anche lui – confusionario quando si tratta di offendere. Problemi evidenti di handling per il capitano, che si riscatta solo parzialmente con quel sottomano per Zanni, in occasione della meta.
Simone Favaro, 7: il miglior placcatore d’Italia è l’unico ad elevarsi distintamente fra gli azzurri in campo. Una forza della natura, soprattutto nel primo tempo, quando rade al suolo qualunque cosa gli passi accanto.
Alessandro Zanni, 6: sufficienza stiracchiata per friulano, in particolare per l’egregio lavoro in touche, dove quasi tutte le chiamate sono per lui. Nei breakdown, però, non riesce a lasciare il segno.
Francesco Minto, 6: probabilmente non si vedeva Yao arrancare così da molto tempo. Va spesso oltre la linea, ma non con la stessa incisività delle sue ultime uscite.
Quintin Geldenhuys, 4,5: il match di Quintino non decolla praticamente mai. Una fatica bestiale per la seconda linea bianconera.
Martin Castrogiovanni, 5,5: fa sentire la sua immensa forza in mischia, l’unico fondamentale dove l’Italia non ha faticato. Come Parisse, però, resta nervoso durante tutta la partita.
Leonardo Ghiraldini, 6: dà tutto quello che può Leo, senza però trovare il bandolo della matassa. Sicuro in touche.
Andrea Lo Cicero, 6: 100 caps, un traguardo eccezionale per un pilone altrettanto eccezionale. Avrebbe voluto festeggiarli in ben altro modo, su questo non ci piove, ciò nonostante, il Barone non appare mai in difficoltà, riuscendo a tenere botta in ogni momento.
Davide Giazzon, 5: il suo ingresso non cambia le carte in tavola.
Alberto De Marchi, 5: idem Giazzon. Non apporta nessun contributo alla causa.
Lorenzo Cittadini, 5,5: buon impatto in mischia, ma nulla di significativo.
Antonio Pavanello, sv.
Paul Derbyshire, sv.
Edoardo Gori, 5,5: in una partita sciagurata, neanche il suo ingresso restituisce un po’ di ordine all’attacco azzurro.
Kristopher Burton, 5,5: fare peggio di Orquera era praticamente impossibile, ma nemmeno l’italo-australiano riesce a dare la svolta.
Foto: David Moir/Reuters
daniele.pansardi@olimpiazzurra.com