Rugby
Rugby, Sei Nazioni femminile: un’Italia guerriera in testa al torneo
Prima di scrivere questo pezzo sull’Italia femminile mi ero detto “non voglio parlare della poca visibilità del rugby in rosa, voglio trattare solo la parte sportiva” ma poi, dopo brevissimo, ti rendi conto che è quasi impossibile, già il solo reperire informazioni è un’impresa (un grande plauso agli amici di Ladies Rugby Club), non parliamo di immagini, highlights o addirittura accampare la pretesa di vedere in diretta le partite.
Va detto, ad onor del vero, che non è solo una situazione italiana, anche nei Paesi dove la palla ovale ha maggior seguito spesso la versione al femminile è relegata a campi di periferia (con qualche splendida eccezione, come l’Inghilterra che gioca alcuni match a Twickenham dopo la maschile) e qualche breve accenno sulla carta stampata. Eppure vedere una partita di rugby femminile non è affatto noioso, la grinta e l’agonismo delle ragazze azzurre lo testimoniano, i gesti tecnici sono spesso di pregevole fattura, e di solito chi dice che il rugby giocato dalle ragazze non gli piace non ha mai visto una partita (o al massimo ne ha viste pochissime). Per non parlare del rugby a sette, dove la versione femminile ad alto livello è spesso addirittura più divertente di quella maschile. Probabilmente il rugby, a differenza di sport come la pallavolo, è limitato da quell’etichetta di sport da “uomini veri”, lo stesso problema che ha anche il calcio in rosa. Ma proprio la palla tonda ci può segnare la strada: oggi i mondiali di calcio femminile sono un evento da tutto esaurito e trasmesso in mondovisione. Idem le Olimpiadi. Ecco proprio i Giochi potrebbero dare, e quasi sicuramente daranno, quello slancio necessario al movimento femminile. Questo almeno a livello mondiale, per quello che riguarda l’Italia ci sono probabilmente anche altri elementi culturali da superare…
Tornando al rugby giocato le ragazze della nazionale stanno facendo lucidare gli occhi a tutti gli appassionati. Due vittorie da sfide d’atri tempi. Nel fango. Due vittorie costruite nella battaglia in ogni punto d’incontro, su ogni pallone. Il primato della classifica non è roba da poco.
Per dare la giusta dimensione sportiva al cammino delle azzurre va detto che la vera impresa è stata quella dell’esordio di Rovato, battere la Francia ha voluto dire saltare ben al di sopra di dove era posta l’asticella. Sotto sotto però chi segue il rugby femminile sapeva che con una grande prestazione ce la si poteva fare, noi stessi di Olimpiazzurra avevamo acceso una piccola fiaccola di speranza in sede di presentazione del torneo ( leggi qui ). Della splendida vittoria di Rovato ci sono giunti solo gli highlight, le immagini testimoniano delle ragazze tenaci come non mai, che alternano giocate al piede con robusti attacchi multifase alimentati da ottime ripartenze dai raggruppamenti.
La vittoria con la Scozia era certo più attesa, le avevamo battute tre volte negli ultimi quattro anni, ma le scozzesi di Dundee erano tutt’altro che un osso facile. Il rischio era esattamente il medesimo dei ragazzi di Brunel, un magari involontario rilassamento psicologico. Chissà forse il giocare dopo la scoppola presa da Parisse e soci potrebbe aver fatto drizzare ancor più le antenne al XV femminile, oppure semplicemente sono forti di testa già di loro. Quello che è certo è che le Azzurre erano tutto tranne che molli in campo. Qui le immagini pervenute sono più generose e ci raccontano di un’Italia sempre presente su tutti i punti d’incontro, aggressive al limite del fuorigioco, quasi mai un placcaggio sbagliato, molto spesso gli ottimi scivolamenti difensivi portavano due giocatrici a fermare il portatore di palla e andare a contestare l’ovale. In fase offensiva poi si sono viste ottime doti nel rompere la linea, ma anche capacita di variare il gioco sia col piede che muovendo la palla al largo. Ottimi anche gli off-load nel gioco aperto che ci dimostrano che anche l’handling delle nostre ragazze è più che meritevole.
Paradossalmente la squadra di Di Giandomenico ha fatto esattamente quello che era richiesto agli uomini di Brunel: aggressività nelle ruck, attenzione nei placcaggi e mettere in difficoltà il piano A di un gioco scozzese abbastanza monocorde.
Cosa aspettarci da questo Sei Nazioni? Tre partite difficilissime! Delle tre la più abordabile è sicuramente la prossima col Galles, già battuto nel 2011 e autore di un inizio di torneo non brillante perdendo prima con l’Irlanda di due punti e sotterrato poi dalla Francia 32-0. Occhio che però la proprietà transitiva male si abbina allo sport, la stessa Irlanda ha prima vinto solo di due punti col Galles e poi ha clamorosamente battuto l’Inghilterra 25-0.
I due match finali sono sulla carta proibitivi, ma prendiamo con gioia una partita alla volta, senza troppe pressioni ed aspettative, e lasciamo vivere questa favola del rugby italiano alle ragazze e a tutti quelli che vorranno accompagnarle col tifo. Forza Azzurre!