Seguici su

Golf

Golf, The Masters 2016: la storia passa dall’Augusta National Golf Club. Il percorso del primo Major stagionale

Pubblicato

il

Il grande golf abbraccia l’Augusta Masters 2016. Il primo Major della stagione è alle porte. Lo storico torneo della Georgia ha una particolarità importante: è l’unico Major che si disputa dalla prima edizione nella stessa location, ovvero l’Augusta National Golf Club.

Campo disegnato dall’ideatore del torneo: Bobby Jones. Durante gli anni sono state apportate diverse modifiche, ma la storia del golf passa indubbiamente da questo percorso. Tra azalee in fiore e sfondi mozzafiato, il pubblico può ammirare le gesta dei golfisti più forti al mondo. Questo fa dell’Augusta Masters indubbiamente uno dei tornei più importanti e fascinosi.

Cerchiamo di capire ora quali sono le reali insidie della prestigiosa kermesse americana.

Buca 1 – Tea Olive (445 yards, par 4). L’avvio è già duro, un bunker profondo sulla destra, alberi da entrambi i lati e terreno ondulato che fanno della buca d’esordio una delle più ostiche.

Buca 2 – Pink Dogwood (575 yards, par 5)

Buca 3 – Flowering Peach (350 yards, par 4). La buca par 4 più breve, ma non la più semplice. Alberi sullo sfondo, ed un ripido pendio nascondono infatti pericolose insidie.

Buca 4 – Flowering Crab Apple (240 yards, par 3). Pendenze e tanto verde, ne sa qualcosa Phil Mickelson che nel 2012 impiegò sei colpi prima di lasciare questa buca.

Buca 5 – Magnolia (455 yards, par 4).

Buca 6 – Juniper (180 yards, par 3). Difficoltosa anche la sei, con molti partecipanti caduti nella trappola dell’enorme pendio nelle passate edizioni.

Buca 7 – Pampas (450 yards, par 4). Per renderla una reale opportunità di birdie è stata allungata di 35-40 yards. Aggiunti alberi, rimodellata la superficie, si contano ben 5 bunker.

Buca 8 – Yellow Jasmine (570 yards, par 5).

Buca 9 – Carolina Cherry (460 yards, par 4).

Buca 10 – Camellia (495 yards, par 4). Questa è indubbiamente la buca più difficile. Storicamente il Masters si è deciso alla 10. E’ qui che Rory Mcilroy nel 2011 disse addio alle speranze di vittoria impiegando 7 colpi, mentre nell’anno successivo Bubba Watson trovò uno spettacolare par venendo fuori dagli alberi.

Buca 11 – White Dogwood (505 yards, par 4). Le difficoltà non terminano di certo alla buca precedente. Qui è l’acqua a spaventare molti.

Buca 12 -Golden Bell (155 yards, par 3). Probabilmente il par 3 più famoso al mondo. Acqua davanti, guai intorno.

Buca 13 – Azalea (510 yards, par 5).

Buca 14 – Chinese Fir (440 yards, par 4). L’unica buca senza bunker, ma il green è tremendamente difficile.

Buca 15 – Firethorn (530 yards, par 5). Cercare il green scavalcando o aggirando lo stagno? Questo è il dilemma.

Buca 16 – Redbud (170 yards, par 3).

Buca 17 – Nandina (440 yards, par 4). Dopo la rimozione del famoso albero Eisenhower, danneggiato causa maltempo, è divenuta una buca meno proibitiva.

Buca 18 – Holly (465, par 4). Il passaggio attraverso gli alberi è stato reso più impegnativo per l’arretramento di 60 yards. Degna conclusione di un torneo meraviglioso.

Foto: rockbottomgolf.com

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

ciro.salvini@oasport.it
.

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità