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Atletica, la marcia azzurra: chi c’è dietro i big per risalire la china

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La marcia italiana, come ben si sa, è stata a lungo il forziere delle medaglie nei grandi avvenimenti; in caso di edizioni non brillanti in competizioni di grande livello, c’è sempre stato il marciatore, o la marciatrice, di turno, spesso solo/a, a risollevare le sorti azzurre.

Da alcuni anni a questa parte il ciclo si è interrotto, più o meno in coincidenza con la squalifica di Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino 2008. A dir la verità ciò si è verificato in campo maschile, dove solamente Giorgio Rubino si è avvicinato alla zona medaglie, con tra l’altro l’attesa dell’ufficializzazione dell’assegnazione del bronzo dei Mondiali di Berlino al romano, attesa a giorni.

Tra le donne, le specialiste del tacco e punta si sono distinte con Elisa Rigaudo, bronzo olimpico ed europeo (anche lei in attesa di un bis post-doping russo) e con le buone prestazioni di Eleonora Giorgi, da qualche anno tra le leader mondiali, ma ancora in attesa del “bersaglio grosso”.

Dietro alle big, anzi ormai tra le grandi, vi è senz’altro Antonella Palmisano, tant’è vero che è difficile parlare di lei come promessa, avendo già ottenuto un prestigioso 5° posto ai Mondiali dello scorso anno in Cina, pur in condizioni fisiche non buone. La pugliese sta riprendendosi da un infortunio e a Rio sarà una carta pesante nella 20km.

Tra le giovani Nicole Colombi e Noemi Stella sembrano le più accreditate per un futuro radioso, con la prima che, non più tardi di una settimana orsono, ha stabilito il proprio personale a Podebrady. L’elite mondiale è ancora lontana, ma la ventenne bresciana ha tutte le carte in regola per avvicinare tempi di consistenza.

Per Noemi, classe’97, sono arrivate due belle medaglie a livello giovanile, con il bronzo ai Mondiali allievi di Donetsk nel 2013, ripetuto l’anno seguente alle Olimpiadi giovanili a Nanjing. Dopo il 5° posto agli eurojunior della scorsa stagione, la carabiniera dovrà ora allungare sino ai 20km, per confermare la sua scalata verso traguardi di valore.

Vito Minei si può considerare un “non più giovanissimo”, ammesso che si possa farlo per un atleta nato nel 1994; il marciatore pugliese, corregionale di Palmisano e Stella, ha raccolto l’alloro più importante nel 2013 con l’argento europeo juniores, mentre lo scorso anno, nella rassegna under 23 si è fermato ai piedi del podio. Il poliziotto di Castellaneta ha centrato il personale nella 20km proprio in quest’ultima gara di Tallinn, mentre domenica scorsa ha conquistato il titolo societario nella mezza distanza, dimostrando una buona forma. Dovrà limare ancora dei minuti prima di entrare nel ristretto cerchio dei big, ma la strada sembra meno in salita rispetto al recente passato. Assieme a Massimo Stano compone un duo di buone prospettive.

Negli ultimi anni alcune promesse non hanno poi mantenuto quanto lasciava intravedere il loro percorso nelle categorie giovanili, ragion per cui atleti e tecnici dovranno focalizzarsi al meglio perché ciò non si ripeta con questi atleti, teoricamente in grado di riportare la marcia azzurra ai posti che le competono.

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gianluca.pessoni@oasport.it

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