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Nuoto: la delusione per un 14’42” e la dimensione pazzesca di Paltrinieri

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14’42”91. Come interpretare il tempo di Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero agli Assoluti di Riccione? L’emiliano, deluso, non ha nascosto tutte le proprie sensazioni negative – probabilmente, però, provocate solo da una reazione a caldo – ai microfoni di RaiSport, mentre Stefano Morini ha invitato l’ambiente ad “abbassare i toni” e a non creare aspettative eccessive. Realisticamente, comunque, il crono dovrebbe valere la medaglia olimpica. Ecco perché, nonostante una gara a suo dire “da schifo, nulla cambia nelle ambizioni del campione iridato e primatista mondiale in corta verso Rio 2016. Anzi, l’Italia di punte nel mezzofondo sembra averne trovate addirittura due, grazie al 14’46”48 (personal best) di un Gabriele Detti sempre più lanciato verso un’estate da protagonista.

Eppure la prestazione di Greg ha lasciato l’amaro in bocca a più di un appassionato. Forse perché davvero ci si aspettava l’assalto al record di Sun Yang (14’31”02) che resiste da Londra 2012 e la speranza – dopo la strabiliante performance di Netanya, senza aver scaricato del tutto, e il sorprendente 14’40”61 del Trofeo Città di Milano a marzo – era francamente presente in molti con con basi concrete. Raramente, infatti, Gregorio Paltrinieri fallisce i propri obiettivi. La sua è spesso una corsa al miglioramento continuo, al “di più” rispetto alla volta precedente un po’ come sta accadendo anche a Simone Sabbioni, e invece quella che sarebbe dovuta essere la giornata di gloria del nuoto italiano si è limitata “solo” a 14’42”91.

Ecco: il fatto che si parli di “solo” per un 14’42”91 – terzo miglior tempo della stagione – rende l’idea del livello raggiunto da Gregorio Paltrinieri e, soprattutto, di cosa il 21enne emiliano abbia ancora davanti. Dopo aver vinto l’oro mondiale sia in vasca corta che in lunga, tra pochi mesi saranno ovviamente le Olimpiadi il focus principale per salire per la prima volta sul podio a Cinque Cerchi – ma la grande occasione si chiama trionfo, inutile nasconderlo – senza dimenticare, a dal 16 al 22 maggio, gli Europei di Londra in cui ci saranno da difendere, negli 800 e nei 1500 sl, quei titoli vinti per la definitiva esplosione, nell’agosto 2014 a Berlino. E poi, da settembre, l’apertura di un nuovo ciclo da protagonista, più maturo e con magari nuove sfide, verso il 14’30” e con il “monopolio” dell’importanza mediatica nel nuoto italiano in caso di ritiro di Federica Pellegrini.

Prospettive allettanti, dunque, altroché. La delusione per la gara di Riccione? Comprensibile, anche più che indicativa per prendere le misure alle sue ambizioni, ma tutt’altro che condizionante per il prosieguo della stagione. Il 14’39”54 di Mack Horton è lì che aspetta, e forse è meglio così: come ha detto il Moro, “al Giro l’arrivo è al Vigorelli“. No, all’Aquatic Stadium olimpico non c’è un velodromo, ma più di qualsiasi tappa c’è la Maglia Rosa da conquistare. Una Maglia Rosa…a Cinque Cerchi.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: LaPresse/ufficio stampa Arena

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