Nuoto
Nuoto – Velocità ok, adesso la resistenza: Federica Pellegrini ottimista verso Rio
Katie Ledecky, Sarah Sjoestroem, Emma McKeon, Federica Pellegrini, Duo Shen, Yuhan Qiu, Femke Heemskerk e Bronte Barratt: l’elenco delle autrici dei primi otto tempi mondiali stagionali nei 200 stile libero sa molto di finale olimpica, anche se fa strano non vedere una seconda statunitense e la forte sensazione è che, in Brasile, una tra Missy Franklin e Allison Schmitt ci sarà eccome.
Già in tre, quest’anno, sono scese sotto l’1’55”: la fuoriclasse americana, che ai Giochi cercherà di riscrivere la storia di questo sport, la svedese jet decisa a diventare finalmente grande anche nelle quattro vasche e la sorprendente australiana, additata però dallo staff della veneta come la meno costante del gruppo. Ai recenti Assoluti primaverili di Riccione, invece, Federica Pellegrini ha migliorato il già ottimo 1’55”92 di Milano – senza scarico – e, seppur mancando il primo 1’54” in tessuto della carriera, si è issata subito alle spalle del trio di testa con 1’55”30.
Come valutarlo? Vero è che, ugualmente a quanto successo con il 14’42” di Gregorio Paltrinieri nei 1500, dalla Divina che mercoledì 27 sarà ufficializzata portabandiera dell’Italia a Rio 2016 ci si attendeva un crono minore per lanciare un segnale forte alle rivali, ma analizzando l’andamento della gara è facile comprendere l’anomalia dell’evento. Mantenendo il sorriso, quindi, e soprattutto l’ottimismo in direzione Brasile.
Federica Pellegrini ha forzato i primi due passaggi (26”82 e 55”73), probabilmente inconsapevolmente, perché trascinata dal maxi lavoro sulla velocità impostato al momento della decisione di affidarsi a Matteo Giunta dopo la seconda separazione da Philippe Lucas. Del resto i risultati si sono visti: nuovo primato italiano in tessuto (53”78 nei 100) in una specialità che, storicamente, non è affatto la sua preferita, e record nazionale in corta (52”17) ottenuto domenica alla Coppa Brema. Lo stesso tecnico, inizialmente poco soddisfatto, ha poi spiegato che l’atleta di punta della nazionale azzurra ha speso in acqua tutte le energie a disposizione come richiesto, pagando solo l’assenza di punti di riferimento e cedendo negli ultimi 20-30 metri causa ritmo folle da lei stessa creato.
Non è trapelato molto altro, a Riccione, se non che tutti fossero comunque contenti per il tempo ottenuto dall’olimpionica del 2008 la quale, adesso, sarà attesa prima dagli Europei di Londra (solo per le staffette, però) e quindi dai carichi di lavoro più duri in vista delle Olimpiadi. Una cosa, tuttavia, è certa: l’avvicinamento di Federica Pellegrini a Rio 2016 procede nel verso giusto. Lo ha confermato anche di persona e si è carpito pure attraverso le parole di Giunta, chiamato ora alla seconda parte del compito: aggiungere a un passo formato Roma 2009 il consueto ritorno emozionante che tante medaglie e palpitazioni ha regalato in tutti questi anni. L’assemblaggio è solo all’inizio, ma sulla carta si tratta della qualità migliore della veneta. Che sembra procedere step by step e, che finora, ha raggiunto al meglio tutti i traguardi intermedi.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Fin/DeepBlueMedia