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Nuoto, Europei Londra 2016: che campioni Greg e Gabri! La coppia d’oro del nuoto italiano

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Non ce ne vogliano gli altri azzurri in vasca ma questa doveva essere ed è stata la giornata di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, nel loro 1500 stile libero degli Europei di Londra 2016. L’Aquatics Centre è stato di teatro di un’esibizione di classe, resistenza e prestazione senza eguali condensata nel darsi in acqua dei due “gemelli diversi” del nuoto azzurro, lanciati su traguardi sempre più prestigiosi dalla forma a 5 cerchi.

Che campioni Greg e Gabri! Campionissimi! Avete ragione stiamo parafrasando il testo di una canzone di un cartone animato giapponese, avente per protagonisti un pallone ed un sogno da realizzare: diventare i giocatori più forti del mondo. Ebbene, consentitecelo, l’assonanza c’è. Paltrinieri e Detti, anche loro, hanno delle aspirazioni, quella di essere i migliori mezzofondisti del globo in barba all’enigmatico Sun Yang, all’australiano Mack Horton e agli statunitensi che nel mese di giugno daranno vita alle proprie selezioni olimpiche.

“Vi faremo divertire”; “Voglio vincere io” erano queste le frasi che hanno accompagnato la vigilia della finale delle 30 vasche e le promesse non sono state disattesi. Il 14’34″04 di Greg è l’icona del coraggio e della resistenza, oltre che essere la seconda prestazione mai nuotata al mondo e la prima di questo 2016. Un po’ come accadeva con il mai dimenticato Marco Pantani, che scattava a 50 km dal traguardo nella mitica tappa del Tour De France 1998 sul Galibier, così Paltrinieri, incurante dei pericoli, è partito con la voglia di divertirsi e dire prima a se stesso e poi agli altri: “Io non ho paura della fatica e dimostro di essere il più forte”. Non c’è storia. Più di Sun è l’azzurro di Carpi il numero 1 del mezzofondo in piscinaDa par suo Detti non ci sta a fare la comparsa. La vittoria dell’oro nei 400 stile libero, prima vittoria continentale per lui, ha dato una spunta ulteriore al livornese. Una nuotata bellissima quella di Gabriele, allungato in acqua come fosse alto 2 metri e sempre in presa con un rush finale da stropicciarsi gli occhi, cavalcando l’acqua come un surfista sulla sua tavola, incurante delle onde. 14’48″75 è la risposta del cronometro, sufficiente per mettersi dietro lo scomodo ucraino Mykhaylo Romanchuk, mettendo la ciliegina sulla torta in una giornata da incorniciare per gli amici-rivali. Gongola il “Moro” (Stefano Morini), il maestro o se volete il mentore dei due ragazzi classe ’94. Lavoro, lavoro e ancora lavoro. Sono queste linee guida dell’allenatore toscano che può fregiarsi di due atleti da livello mondiale pieni di talento e forgiati dalla voglia di mettersi in discussione giorno dopo giorno.

 

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Foto: Deepbluemedia

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