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Ginnastica, Europei 2016 – La Russia si riprende lo scettro! Apoteosi Mustafina. Italia reagisce ma la rimonta non riesce: quinta, bronzo alla Francia

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La Russia festeggia alla Post Finance Arena di Berna e si laurea Campionessa d’Europa per la quarta volta nella sua storia, trionfando nell’attesissima Finale a Squadre degli Europei 2016 di ginnastica artistica femminile. Un dominio inaudito concluso con il perentorio punteggio di 175.212, praticamente cinque punti netti di distacco inflitti alla più immediata inseguitrice (170.312).

Dopo le due affermazioni del 2000 e 2002 targate Svetlana Khorkina e quella del 2010 firmata Aliya Mustafina, lo squadrone dei coniugi Rodionenko ritorna sul tetto d’Europa dopo sei anni di digiuno e lo fa ancora grazie alla sua Zarina, supportata da delle compagne eccellenti e superlative che non hanno sbagliato praticamente nulla (è arrivata solo la caduta alla trave di Seda Tutkhalyan e un’uscita al quadrato proprio di Aliya, ormai a risultato già acquisito).

Deluse dal quarto posto dei Mondiali 2015 e dal bronzo degli Europei 2014, le russe si sono date da fare per riprendersi quello scettro, sfruttando al meglio il tracollo verticale della Romania che dopo aver dominato le ultime due edizioni si arrende mestamente non riuscendo nemmeno a salire sul podio continentale (prima volta nella storia se si esclude il 2002 quando la squadra non partecipò) dopo aver clamorosamente mancato la qualificazione alle Olimpiadi 2016.

 

Il tanto atteso duello con la Gran Bretagna (seconda con 170.312) è durato una rotazione: al volteggio le due formazioni erano separate di un decimo, poi è partita la fuga della Russia che a suon di numeri allucinanti alle parallele ha chiuso la pratica. Alla fine saranno addirittura cinque i punti di vantaggio sulle ragazze di Sua Maestà, complici ben quattro cadute (una di Harrold sugli staggi, una di Fragapane alla trave e ben due di Downie sui 10cm). La Gran Bretagna eguaglia il proprio miglior risultato continentale (argento nel 2010 e nel 2014).

Aliya Mustafina è stata ancora una volta immensa, dimostrando per l’ennesima volta cosa significa essere Campionesse: 15.533 alle parallele, 14.800 alla trave (rispettivamente secondo e primo punteggio assoluto di giornata), 13.466 il nuovo corpo libero con un’uscita di pedana.

Daria Spiridonova ha fatto capire di che pasta è fatta dopo l’esclusione dalla Finale di Specialità alle sue parallele causa regola dei passaporti: la Campionessa del Mondo e d’Europa non scherza e piazza un megagalattico 15.366 (6.7)!

Grande continuità di Angelina Melnikova (14.833, 14.966, 14.800, 14.133), importante l’apporto di Ksenia Afanaseva (14.916 con il doppio avvitamento al volteggio), Seda Tutkhalyan fallosa (caduta alla trave da 13.633, tranquillo 14.000 al quadrato, 14.966 con il dty alla tavola).

La Gran Bretagna esultata per il super corpo libero di Claudia Fragapane (14.833) e per le parallele spettacolari di Rebecca Downie (15.066), eccellenti la rotazione al volteggio con tre doppi avvitamenti, ma le quattro cadute già citate pesano troppo sul risultato finale.

 

 

L’Italia si riscatta prontamente dal bruttissimo turno di qualificazione, diminuisce sensibilmente il numero di cadute (da cinque siamo passati a due), fa vedere dei decisi passi in avanti sotto il profilo psicologico e mentale (la tecnica non era più di tanto in discussione) e chiude al quinto posto (165.571).

Le azzurre sono rimaste a lungo in corsa per una medaglia ma sulla loro strada hanno trovato la miglior Francia degli ultimi anni, capace di confezionare la gara della vita. Le transalpine sono state incredibili, non hanno lasciato scampo alle avversarie, beffando tutte con quattro routine perfette.

L’Italia ha provato a prendersi quanto meritava, rimboccandosi le maniche dopo le enormi difficoltà riscontrate l’altro ieri. Muri di paura, pressione, mancanza di esperienza che sono stati abbattuti piano piano oggi pomeriggio. Oggettivamente anche senza le cadute (una di Mariani subito al corpo libero, l’altra stranissima di Rizzelli dallo staggio basso delle parallele) e senza qualche imperfezione (un’uscita di pedana, qualche accorgimento al volteggio) sarebbe stata durissima recuperare i tre punti che ci separano dalla Francia (168.496). Le padrone di casa erano invece a portata di mano (quarte con 165.721 dopo che in qualifica ci avevano rifilato ben quattro punti di distacco).

La nostra Nazionale eguaglia il risultato di Sòfia 2014 ma due anni fa la musica fu ben diversa: azzurre con le big in campo (Ferrari e Fasana su tutte) ma incapaci di reagire e di fare bella figura. Non riusciamo a risalire sul podio (bronzo a Bruxelles 2012, in precedenza il leggendario oro di Volos 2006 e il bronzo di Patrasso 2002) ma quantomeno non abbiamo molto da recriminare.

I sorrisi arrivano grazie alla pronta reazione di Mariani che, dopo aver ancora sbagliato lo Tsukahara al corpo libero in avvio di gara (come giovedì pomeriggio), si è prontamente rialzata sfoderando due esercizi di livello tra parallele e trave. Proprio sui 10cm il cioccolatino di giornata, scartato proprio in coda: Elisa Meneghini esegue un teso avvitato da urlo (le era riuscito solo una volta in questo avvio di stagione), il suo esercizio da 6.3 è meraviglioso e vola a quota 14.500 (peccato che domani non sarà in Finale).

 

L’Italia inizia la propria riscossa al corpo libero, ma Enus Mariani sbaglia nuovamente lo Tsukahara (12.500). Elisa Meneghini prova a metterci una pezza, buona prova ma esce di pedana (13.700), chiusura sontuosa di Lara Mori che ci tiene a galla (13.733).

Ci trasferiamo al volteggio, l’Italia sale in quota: avvitamento e mezzo di Meneghini (14.266), buon dty di Martina Rizzelli (14.491), gran doppio avvitamento anche di Sofia Busato (14.783).

A metà gara siamo terze. Serve una grande scossa alle parallele per continuare a sognare. Martina Rizzelli esegue un bellissimo esercizio ma a sorpresa cade a terra dallo staggio basso, le è scivolata la mano: errore non da lei (12.566). Enus Mariani si riscatta dopo 4 esercizi e 4 cadute, torna la migliore alle parallele (14.166, 5.8), brava ancora Lara Mori (13.933).

Alla trave ormai le azzurre sanno che la Francia è imprendibile ma non mollano e provano almeno a conquistare la quarta piazza: nuova reazione di Mariani (13.733), Mori un filino sotto le sue potenzialità (13.200), poi la grande chiusura di Elisa Meneghini (14.500).

 

La Francia conquista così il secondo podio della sua storia dopo il bronzo casalingo del 2008. Un terzo posto arrivato meritatamente (168.496), frutto di una crescita graduale e ben studiata, sottovalutata probabilmente dalle altre Nazioni che hanno snobbato il lavoro delle transalpine. Già da qualche anno si lavorava per questo obiettivo, raggiunto però a sorpresa.

Decisiva la stellare rotazione finale alle parallele: 14.266 di Lechenault, 14.600 di Lepin, 14.633 di His. C’è stato poco da fare, considerando anche il dty di Boyer (14.733), protagonista anche alla trave (14.333).

La Romania è solo sesta (164.596), giù dal podio per la prima volta nella storia (tralasciando il particolare caso del 2002 dove il team non era ai nastri di partenza). Non c’erano ambizioni particolari per le Campionesse d’Europa uscenti che si sono fatte trascinare dall’immensa Catalina Ponor (15.066 al volteggio, 14.600 alla trave, 14.566 al corpo libero).

La Svizzera, terza al termine del turno di qualificazione, ha pagato un po’ di pressione e complici alcune cadute (tra cui quella alla trave della capitana Steingruber) si è dovuta accontentare della quarta piazza davanti al proprio pubblico (165.721). Giulia ha comunque incantato tra volteggio (15.591) e corpo libero (15.033)

Settima la Germania (163.829) troppo fallosa e mai in gara, ottava l’Ungheria (162.762) che ha sciupato una buona gara commettendo tanti errori nel finale alla trave.

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