Artistica
Ginnastica, Europei 2016 – La Russia firma il poker: da Khorkina a Mustafina, dal Fenicottero alla Zarina per lo scettro
La Russia è Campionessa d’Europa per la quarta volta nella sua storia. Un poker arrivato oggi pomeriggio a Berna al termine di una Finale a Squadre di ginnastica artistica femminile dominata dall’inizio alla fine.
Le ragazze dei coniugi Rodionenko non hanno dovuto faticare particolarmente per conquistare uno dei titoli più scontati degli ultimi anni: la Romania impalpabile, una Gran Bretagna troppo fallosa, dietro il vuoto. Tutto troppo facile per la seconda squadra più titolata del Vecchio Continente.
Ad ogni modo Berna si trasforma in un dolce lido per la Russia che si riprende lo scettro dopo un lunghissimo digiuno. L’oro mancava da Birmingham 2010, quando c’era già Aliya Mustafina (poi Campionessa del Mondo in autunno) a guidare le sue ragazze, capaci di battere anche allora la Gran Bretagna di Beth Tweedle (ah, si è rimessa dal brutto infortunio avuto in occasione del reality sulla neve).
La Zarina impatta così i conti con Svetlana Khorkina, il Fenicottero di Belgorod, la più grande di tutti i tempi, quantomeno guardando il palmares (tre ori mondiali all-around, record migliorato da Simone Biles che li ha conquistati uno dietro l’altro). La maestra guidò la Russia ai trionfi di Parigi 2000 (battuta la sorprendente Ucraina di Karpenko, solo terza la Romania di Raducan e Amanar poi d’oro alle Olimpiadi) e di Patrasso 2002 (sconfitta l’Olanda di Van De Leur e la nostra Italia, al primo podio della storia).
Aliya Mustafina, Daria Spiridonova, Ksenia Afanaseva, Seda Tutkhalyan, Angelina Melnikova. Un team invidiabile composto da tre Campionesse del Mondo (all-around e titoli vari, parallele, corpo libero), la Campionessa Olimpica Giovanile, la Campionessa d’Europa junior. Oggettivamente troppo più forti per questa concorrenza, una squadra in grado di lottare per il podio mondiale e olimpico: USA e Cina sono gli obiettivi di questa squadra, soprattutto se la Gran Bretagna non si rivela all’altezza (per demeriti propri).