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Golf, U.S. Open 2016: il percorso del secondo Major stagionale. Si torna ad Oakmont dopo 9 stagioni

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Pochi giorni al via dell’attesissimo U.S. Open, secondo Major Stagionale dopo l’Augusta Masters. Dopo ben 9 anni il principale evento golfistico statunitense si giocherà nuovamente sul difficile green dell’Oakmont Country Club (Pennsylvania). I giocatori che in quell’occasione parteciparono al torneo troveranno condizioni di gioco molto simili alla scorsa parentesi, ovvero molto difficili. Poche le modifiche apportate al percorso.

Mike Davis, Direttore Esecutivo nonchè CEO dell’United States Golf Association, conferma di aver voluto ricalcare l’edizione 2007, quando Angel Cabrera sorprese Tiger Woods e Jim Furyk: “Ci saranno un sacco di analogie, anche per quanto riguarda le yard. Ogni buca avrà esattamente la stessa lunghezza e larghezza del 2007. Avremo anche la stessa altezza dell’erba, davvero cambieremo soltanto delle cose minime”.

Il percorso dell’Oakmont Country Club è stato ideato e progettato dallo scozzese Henry C.Fownes. Nel 1960 furono piantati molteplici alberi che ne modificarono aspetto e caratteristiche. Alberi che dal 1994 al 2007 sono stati abbatuti (circa 12000), per rendere il già difficile compito dei golfisti meno improbo e per fornire una visione più godibile ai tanti appassionati che seguono la competizione dall’interno del club.

Analizziamo ora le 18 buche che compongono il percorso par 70.

U.S. OPEN 2016 – OAKMONT COURSE BUCHE

Buca 1, 482 yds, par 4 – Una delle buche più dure dell’intero panorama golfistico. Un lunghissimo par 4 che richiede subito nervi saldi ed una lunga gittata. Iniziare con un par sarebbe già un’ottimo trampolino di lancio.

Buca 2, 340 yds, par 4 – Buca stavolta corta, ma non senza insidie. L’imperativo è evitare il fosso a sinistra ed i bunker sulla destra.

Buca 3, 428 yds, par 4 – Qui la precisione deve essere totale dinanzi alla Church Pews e ad altri ostacoli sulla destra.

Buca 4, 609 yds, par 5 – Ancora la Church Pews a ridimensionare le ambizioni dei pretagonisti, ma in questa buca i grandi colpitori possono indubbiamente cogliere il birdie.

Buca 5, 382 yds, par 4 – Ferro lungo per il colpo di partenza, poi i corti per avvicinarsi all’obiettivo. Terreno molto ondulato, ma speranze di birdie anche in questa occasione.

Buca 6, 194 yds, par 3 – Il primo par 3 dell’Oakmont necessita di concentrazione. Mancare il green sulla destra conduce ad un bogey certo.

Buca 7, 479 yds, par 4 – Qui il punteggio par torna ad essere un’ottima chiusura di buca. Tante le yards da coprire, tante le possibilità di smarrire la strada maestra.

Buca 8, 288 yds, par 3 – Settore estremamente lungo per essere un par 3. Un bunker soprannominato Sahara, lungo circa 100 yds rende il tutto più intimidatorio.

Buca 9, 477 yds, par 5 – Aumentano ancora le difficoltà. Si parte al buio, fosso sulla sinistra, bunker sulla destra, il tutto dinanzi ad un terreno davvero ondulato.

Buca 10, 462 yds, par 4 – Si va leggermente in discesa, tra bunker ed alberi che limitano la visuale. 4 è un grande punteggio qui.

Buca 11, 379 yds, par 4 – Par 4 corto. Un ferro lungo o un legno 3 per raggiungere l’altopiano e poi approcciare il finale con ferro corto.

Buca 12, 667 yds, par 5 – Può essere le buca della verità in quanto permette di cogliere il birdie, ma non bisogna farsi ingolosire dall’occasione in quanto gli alberi ed i pendii rendono i colpi di approccio molto delicati.

Buca 13, 183 yds, par 3 – Qui la difficoltà è costituita dal raggio d’azione davvero risicato. Un errore sulla destra farebbe svanire addirittura i sogni di par.

Buca 14, 358 yds, par 4 – In questo caso bisogna impostare alla perfezione i primi due colpi in quanto le difficoltà sono leggermente minori. Il birdie non è un’utopia.

Buca 15, 499 yds, par 4 – Partenza cieca, ondulazioni, Church Pews sulla sinistra, bunker e fossi sulla destra. Bisogna evitare necessariamente cambi di traiettoria. Lo score di 4 è una benedizione in vista della 16.

Buca 16, 231 yds, par 3 – Tanti alberi, ma altrettanto green. Perdere il contatto con il verde sarebbe un autentico disastro in una buca che concede spazi di rimonta.

Buca 17, 313 yds, par 4 – “O la va o la spacca” penseranno parecchi golfisti, ma il loro pensiero verrà subito ridimensionato guardando il “Big Mouth”, pericoloso bunker a sole 50 yds dal green.

Buca 18, 484 yds, par 4 – Forse il gran finale più maestoso del panorama internazionale. Insidiosi i bunker “Chip out” da entrambi i lati. Un ferro medio può concretizzare il sogno di gloria.

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ciro.salvini@oasport.it

Foto: Official Twitter European Tour

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