Editoriali
Olimpiadi Rio 2016: Italia, rischio flop nel medagliere. Crepe negli sport di punta, il vuoto in altri
Un palazzo crepato dopo un terremoto e dalle fondamenta non più solide, a serio rischio crollo al primo alito di vento. Può sembrare una visione apocalittica, eppure l’Italia si presenterà alle Olimpiadi di Rio 2016 con la concreta possibilità di andare incontro al peggior bottino degli ultimi due decenni in termini di medaglie.
Le fondamenta, dicevamo. Scherma, tiro a segno e tiro a volo. Da sempre le pietre angolari dello sport azzurro. le certezze su cui costruire spedizioni fortunate e di successo. I tre pilastri, tuttavia, iniziano a mostrare l’usura del tempo e di un contesto internazionale sempre più agguerrito. Non sarà facile ripetere i raccolti delle precedenti edizioni.
Preoccupa, e non poco, la scherma. L’unica arma davvero competitiva è rimasta quella del fioretto, mentre nella sciabola e nella spada gli azzurri ricoprono il ruolo di outsider (per intenderci, sono da medaglia se trovano la giornata giusta). Nello stesso fioretto, inoltre, il Bel Paese non è più dominante come un tempo: in campo femminile Arianna Errigo ed Elisa Di Francisca partono sempre con i favori del pronostico, ma le avversarie (russe in primis) si sono avvicinate molto. Tradotto: non esistono ori sicuri, neppure per la Santa Madre scherma.
Anche il tiro a volo sta vivendo una stagione tutt’altro che memorabile. I segnali migliori sono arrivati dallo skeet e dal double trap, mentre nella fossa olimpica Jessica Rossi continua ad apparire il pallido fantasma della tiratrice infallibile che dominò a Londra 2012; che dire poi del fuoriclasse Giovanni Pellielo, un’icona che nel 2016 ha raccolto solo dubbi ed inquietudini, sempre distante dall’accesso alla finale nelle tappe di Coppa del Mondo disputate.
Nel tiro a segno saranno oggettivamente due le stelle su cui fare affidamento per un podio. Se Petra Zublasing, soprattutto nella carabina 3 posizioni, è una garanzia, lo stesso non si può affermare per il fidanzato Niccolò Campriani. L’olimpionico di Londra 2012 proprio non riesce a digerire le ‘nuove’ (ormai sono trascorsi tre anni…) regole. Sovente il toscano domina le qualifiche, salvo classificarsi nelle ultime posizioni in finale.
Attenzione: se scherma, tiro a volo e tiro segno non dovessero superarsi, l’Italia potrebbe andare incontro ad un brusco ridimensionamento dopo quasi 30 anni ad altissimi livelli. Ad oggi riteniamo che i tre sport in questione possano portare alla causa 6-7 medaglie complessive (ma quante d’oro?). Non sono molte, considerando che a Londra furono 12, quasi la metà del totale.
Il problema principale è che l’Italia da troppi anni si culla su poche eccellenze per nascondere metaforicamente tante altre lacune evidenti. Pensiamo a due sport fondamentali (per prestigio e numero di medaglie che assegnano) come ginnastica artistica e canoa velocità dove le speranze di podio sono prossime allo zero, ma anche ad altre discipline che hanno faticato in fase di qualificazione (judo, ciclismo su pista, lotta) ed altre che neppure sono riuscite a staccare un pass (pesa in particolar modo il flop del taekwondo dopo i fasti di Pechino e Londra).
Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha fissato l’obiettivo: 25 medaglie. Ad oggi, andrebbe messa subito la firma. La sensazione è che non sarà così semplice scavallare quota 20.
Secondo OA le speranze più concrete per un alloro a cinque cerchi saranno le seguenti:
- Atletica, (1) : Anna Eleonora Giorgi (20 km marcia).
- Canottaggio (1): 4 senza senior.
- Ciclismo su strada (1): Nibali-Aru.
- Ciclismo su pista (1): Elia Viviani.
- Lotta (1): Frank Chamizo.
- Nuoto (2): Gregorio Paltrinieri e Federica Pellegrini.
- Nuoto di fondo (1): Rachele Bruni.
- Pallavolo (1): nazionale maschile.
- Pallanuoto (1): Setterosa.
- Pugilato (1): Clemente Russo.
- Scherma (4): Arianna Errigo, Elisa Di Francisca, nazionale maschile di fioretto e squadra maschile di spada.
- Tiro a segno (1): Petra Zublasing.
- Tiro a volo (2): Diana Bacosi, Gabriele Rossetti.
- Tiro con l’arco (1): arco femminile a squadre.
- Tuffi (1): Cagnotto-Dallapé.
- Vela (1): Conti-Clapcich.
Secondo OA, quindi, l’Italia potrebbe vincere una ventina di medaglie a Rio. In linea, dunque, con le proiezioni del medagliere virtuale (clicca qui per prenderne visione). Naturalmente si tratta solo del nostro punto di vista ed esistono indubbiamente almeno altrettante chance di podio nelle varie discipline.
Un dato, tuttavia, ci fa riflettere. A Pechino e Londra l’Italia si presentò con ben altra forza d’urto, forte di due trienni entusiasmanti e zeppi di medaglie iridate. Allora le stime vedevano il Bel Paese addirittura intorno a 40 medaglie, salvo poi ‘accontentarsi’ rispettivamente di 27 e 28 allori. Non è assolutamente detto, infatti, che tutti i favoriti riescano effettivamente ad agguantare una medaglia, anzi. Ecco che, presentandosi a Rio con un potenziale dimezzato rispetto alle ultime due edizioni, l’Italia rischia seriamente (nella peggiore delle ipotesi) di raccogliere un magro bottino, magari intorno alle 15 medaglie, lontanissima dalla top10 a cui si era abituata ininterrottamente da Atlanta 1996. Senza dimenticare gli ori: a Londra ben 5 arrivarono da scherma, tiro a volo e tiro a segno. Già, i tre pilastri. Auguriamoci che, nonostante le crepe, siano ancora robusti abbastanza da non far crollare il palazzo…
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federico.militello@oasport.it