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Ginnastica, Vanessa Ferrari risponde! Un ruggito di forma: il sogno Olimpiadi 2016 è vivo

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Vanessa Ferrari sta bene, non ha sentito dolori al tendine d’Achille e può proseguire con convinzione la marcia di avvicinamento verso le Olimpiadi 2016.

È questo il responso più importante dell’ottava tappa della World Challenge Cup, svoltasi nel lungo weekend ad Anadia (Portogallo). Dopo otto mesi di assenza dai grandi palcoscenici internazionali (in mezzo solo una sgambata alla trave durante la Finale di Serie A) c’era tanta curiosità sullo stato di forma della Campionessa del Mondo 2006, si temeva sul suo recupero, ci si chiedeva se le terapie svolte nell’ultimo periodo fossero state efficaci.

Risposte affermative, ben più decisive e interessanti rispetto alla medaglia di bronzo conquistata al corpo libero, un podio che fa morale e dà iniezione di fiducia ma che passa comunque in secondo piano. Rio è l’unico grande obiettivo della stagione (e della carriera) per la capitana della Nazionale Italiana di ginnastica artistica che con la condizione mostrata in terra lusitana può ambire al ruolo di protagonista anche all’Olympic Arena.

Era interessante vederla in gara su più giorni consecutivi e il fisico ha risposto bene. Era importante valutare degli elementi: l’azzurra ha semplificato notevolmente i suoi esercizi (da annotare comunque il 6.0 al corpo libero con tanto di Tsukahara avvitato) ma il passo è sembrato ancora quello giusto. C’è tanto da migliorare, ci sono ampi margini, tanti dettagli vanno rivisti, bisogna acquistare solidità ma il bicchiere va assolutamente guardato come mezzo pieno.

Anche la trave è risultata interessante, peccato per la caduta sull’ultimo elemento in Finale. Non deve passare sottotraccia il ritorno di un ottimo doppio avvitamento al volteggio, elemento importantissimo per l’intero gruppo.

 

Tra una quarantina di giorni dovrà tirare fuori tutto quello che ha per raggiungere un traguardo che, al momento, sembra davvero difficile da agguantare. La tanto agognata medaglia olimpica, unico alloro che le manca in una carriera irripetibile, è comunque tutt’altro che semplice da raggiungere. Dopo il quarto posto di Londra 2012, con quel parimerito indigesto con Aliya Mustafina che invece si mise al collo la medaglia di bronzo, c’è voglia di riscatto al corpo libero.

Nella notte abbiamo avuto l’ennesima prova che la strada sarà tutta in salita: Simone Biles ha già l’oro al collo (salvo errori clamorosi), Aly Raisman difenderà fino all’ultimo il titolo e ha in mano un esercizio quantomeno da medaglia d’argento. C’è un piccolo spazio ed è lì che Vanessa deve infilarsi, sfruttando la sua classe infinita, la sua esperienza, la sua caparbietà, la sua tecnica cristallina. A meno che l’obiettivo non possa ricadere sulla trave dove la consueta roulette potrebbe fermarsi sull’azzurro.

Alla sua terza Olimpiade, eguagliato il record italiano (attendiamo comunque l’ufficialità della convocazione), dovrà essere ancora più di prima la grande trascinatrice di questa Italia che ha bisogno più che mai della sua numero 1 per agguantare la prestigiosa Finale a Squadre.

 

Non trascuriamo Sofia Busato che ad Anadia ha conquistato il quarto posto al volteggio, grazie a un dty sempre più perfetto e a un secondo salto che piano piano si sta migliorando. La comasca ha sfiorato la sua prima medaglia internazionale da senior (il bronzo era a 25 millesimi) e, dopo la medaglia di legno agli Europei di Berna, ha ulteriormente fatto capire di meritarsi questo contesto. Sarà in corsa fino all’ultimo per un posto alle Olimpiadi.

 

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