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Atletica, caso Schwazer: controanalisi positive. Sospensione Iaaf immediata e addio Olimpiadi

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Secondo quanto pubblicato qualche minuto fa sul sito de La Gazzetta dello Sport, la IAAF ha sospeso con effetto immediato il marciatore italiano Alex SchwazerIl test sulla provetta B del campione prelevato il 1° gennaio ha dunque confermato la presenza di steroidi anabolizzanti.

La positività dell’altoatesino è stata ricondotta ad un controllo antidoping effettuato a inizio anno, ma resa nota solo le scorse settimane. Schwazer era tornato alle gare a maggio, dopo aver scontato una squalifica di tre anni e mezzo sempre per doping.

Il “caso sportivo” è dunque definitivamente chiuso, anche perché lunedì 18 luglio verrà diramata la squadra olimpica italiana di atletica leggera ed i tempi ristrettissimi non concedono più speranze al marciatore; tuttavia i suoi avvocati continueranno a sostenere la tesi dell’inquinamento esterno della provetta.

Quindi, le battaglie legali non finiscono qui. Nei giorni scorsi, prim’ancora di conoscere l’esito del nuovo test sulla provetta B nel medesimo laboratorio di Colonia che lo effettuò per la provetta A, l’avvocato di Schwazer, Gerhard Brandstatter, aveva affermato: “Non ci aspettiamo molto. Abbiamo eccepito irregolarità anche gravi nel trasporto al laboratorio convenzionato del campione di urina prelevato ad Alex”.

In “soldoni”, la difesa di Alex ha lavorato (invano) per ottenere una sospensiva d’urgenza del procedimento, poiché secondo il suddetto legale rimaneva il fatto che la positività al testosterone, rilevata nel campione di urine prelevato al marciatore altoatesino il 1° gennaio, era stata testata e comunicata all’interessato con ritardo. Cinque mesi trascorsi prima di effettuare il test, con risultati arrivati il 13 maggio, ma comunicati a Schwazer solo il 21 giugno, quindi altre cinque settimane dopo (clicca qui per approfondire la vicenda).

Il precedente. La FIDAL, considerate le sospette “incongruenze” di questo ulteriore caso di positività, avrebbe potuto tutelarsi, e tutelare i diritti di Schwazer, spingendo per una sua iscrizione ai Giochi sub iudice, come accadde nel 1996 con la saltatrice in alto Antonella Bevilacqua. L’atleta pugliese era risultata positiva all’efedrina contenuta in un prodotto erboristico ma la IAAF la fece gareggiare con la “promessa” di ri-esaminare il suo caso dopo le Olimpiadi (la Bevilacqua fu quarta ad Atlanta e poi esclusa dalla classifica).

Intanto Sandro Donati, storico paladino della lotta al doping ed espostosi notevolmente in questa vicenda nelle vesti di allenatore del marciatore azzurro, ha già tuonato: “I responsabili di questo omicidio sportivo devono essere ricercati all’interno della struttura della IAAF”

Per Alex Schwazer, il sipario sui Giochi Olimpici si chiude qui. Ricominceranno subito, invece, le polemiche, le accuse, i sospetti, i fantasiosi racconti dei “colpevolisti/discolpisti” e la solita, immancabile caccia alle streghe mediatica…

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giuseppe.urbano@oasport.it

 

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