Artistica
Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Gli obiettivi dell’Italia: la fantascienza di una medaglia a squadre, i sogni di Ferrari, le speranze di Ferlito
Sarà un’Italia estremamente combattiva quella che si presenterà alle Olimpiadi 2016. La nostra Nazionale di ginnastica artistica femminile non lascerà nulla di intentato come ha chiaramente preannunciato il DT Enrico Casella.
Non si andrà a Rio per passeggiare e fare semplicemente una bella figura, accontentandosi di una gara pulita e priva di errori, ma si attaccherà spudoratamente e si tenterà il tutto per tutto per realizzare un sogno: conquistare una medaglia nella prova a squadra. Sarebbe qualcosa di fantascientifico, un’impresa da raccontare ai nipotini, cinque body azzurri insieme su un podio a cinque cerchi. Viene solo i brividi a pensarci: immaginate l’apoteosi di Volos 2006 e potenziate di almeno cento volte quelle immagini di festa delle nostre Campionesse d’Europa.
Tutto il gruppo sa che è davvero molto difficile, per non dire impossibile. Le percentuali di successo sono molto basse, probabilmente toccano il 2%, ma questo non significa che non bisogna tentare il tutto per tutto. Non abbiamo nulla da perdere: meglio spiccare il volo, provare a raggiungere il sole e poi cadere in mare con l’orgoglio di aver osato piuttosto che accontentarsi di una comoda traversata.
Non dobbiamo tornare a casa con rimpianti. Questo è un po’ il motto che il quintetto sta cercando di fare proprio. Vanessa Ferrari, Carlotta Ferlito, Erika Fasana, Elisa Meneghini, Martina Rizzelli: saranno loro a rappresentare l’Italia ai Giochi Olimpici, provando a farci emozionare regalandoci l’impossibile.
Gli USA hanno già l’oro al collo, la Cina sulla carta ne ha di più si dovrà allora fare corsa sulla Russia (salvo decisioni che le escludano dalle Olimpiadi), sulla Gran Bretagna bronzo iridato sullo scorso anno e fare attenzione al Brasile padrone di casa che ha interessanti cartucce da sparare oltre ai soliti ostici Giappone e Canada. Iniziamo a qualificarsi per la Finale (sarebbe la seconda della storia dopo il settimo posto di Londra 2012) poi fuori gli artigli, petto gonfio, cuore pulsante, tanta testa e coraggio.
Dopo 88 anni dall’unica medaglia olimpica al femminile (l’argento di Carla Marangoni e compagne ad Amsterdam 1928, con la centenaria pavese che sarà la prima a fare il tifo per le ragazze) sarebbe finalmente arrivato il momento per tornare a festeggiare.
Le carte in regola per rinverdire quei fasti le ha soprattutto Vanessa Ferrari che, dopo l’amaro quarto posto di quattro anni fa e quel bronzo sfumato per la stupida regola dei parimeriti, vuole finalmente coronare un lungo inseguimento all’alloro più pregiato. In un palmares infinito e irripetibile, in cui spicca il titolo mondiale all-around fino nel 2006, la 25enne ci proverà ancora una volta.
È tornata, come sempre ha fatto durante tutta la carriera, dopo 8 mesi di stop durante i quali ha guarito il suo tendine, dimostrando a chi la giudicava finita che ha ancora tanta birra in corpo. È tra le favorite al corpo libero dove si esibirà sulle arie del Nessun Dorma, la base musicale che non portava in gara da otto anni e che ad Aarhus la fece entrare nella leggenda dell’artistica italiana. Biles, Raisman, Ponor, Steingruber, Mustafina, Melnikova, Saraiva, Miyakawa e tante altre le avversarie da sconfiggere per prendersi quello che le spetta.
Attenzione a non sottovalutare Vanessa alla trave che, con il nuovo esercizio e le nuove difficoltà, potrebbe piazzare il colpaccio da maestra. Nella lotteria dei 10cm, dove l’errore è sempre dietro l’angolo e dove tante big ci lasciano le penne in qualifica, potrebbe provare ad agguantare a una Finale. Ingresso tra le otto che è anche l’obiettivo assolutamente alla portata di Carlotta Ferlito che, con una prova di precisione e carattere, potrebbe davvero meritarsi l’atto conclusivo dove si sa che può succedere davvero di tutto… Anche Elisa Meneghini, se eseguisse il suo esercizio con tanto di teso avvitato tenuto su, potrebbe essere nel lotto delle tante ragazze che si giocano un posto al sole.
Dopo due Finali di Specialità consecutive ai Mondiali, Erika Fasana non vorrà nascondersi al corpo libero. Riuscirà a ripetersi anche alle Olimpiadi? Per Martina Rizzelli sembra davvero difficile invece puntare a una Finale alle parallele: dovrà davvero eseguire l’esercizio della vita e sperare in tanti errori altrui in un contesto estremamente competitivo.
Per quanto riguarda l’all-around staremo a vedere quali saranno gli incastri e chi disputerà il concorso generale individuale.
stefano.villa@oasport.it
(foto Giorgia Urbani)