Rugby
Italrugby: Parisse un’assenza che pesa
Tra i trenta azzurri che stanno preparando la sfida all’Inghilterra c’è anche Parisse. Una lieve speranza di sconto della pena avrà risposta il sei marzo quando si saprà se il capitano avrà terminato il suo torneo o potrà giocare con Inghilterra o almeno Irlanda.
Quanto pesa l’assenza dell’italo-argentino di origini aquilane? Parecchio. Parisse è un punto di riferimento per tutto il gioco azzurro. Il suo ruolo è veramente quello di perno tattico e tecnico oltre che carismatico del sistema bruneliano. Per esempio spesso parlando del pacchetto di mischia non si parla, o lo si fa poco, del numero otto. Il capitano azzurro è l’esempio lampante di una terza centro che sa guidare la mischia da vero timoniere, anche nelle analisi del post-sconfitta col Galles sulla difficoltà del pacchetto ci si è forse scordati della pesante assenza di Parisse. L’aspetto strategico delle ripartenze da mischia chiusa, del saper coordinare il gioco col mediano, del guidare con maestria pacchetti e le maul avanzanti è fondamentale e Parisse in questo è giustamente considerato tra i migliori al mondo.
Parisse oltre a fare benissimo quanto detto è un leader rispettato. Un trascinatore nel vero senso della parola. Un capitano che guida non tanto a parole ma con l’esempio.
Ovviamente nel rugby l’assenza di un singolo giocatore non può e non deve influenzare in maniera eccessiva la prestazione. Il caso di Parisse è però particolare anche tenendo in considerazione dell’indisponibilità di Barbieri. Vosawai è uno splendido ball carrier, delle volte riesce a sfornare prestazioni monstre a livello difensivo ma purtroppo è lontanissimo dalla completezza – e dal talento – di Sergio. Contro l’Inghilterra se proprio non avremo a disposizione il capitano potrebbe rientrare proprio l’italo-canadese che oltre a garantire una solidità fisica a tratti devastante è sicuramente un giocatore meno monotematico di Vosawai.