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Basket
Basket, Olimpiadi Rio 2016: Team USA ai raggi X. Squadra con tanti leader e colma di stelle
Gli Stati Uniti vogliono il terzo oro consecutivo nel basket ai Giochi Olimpici. Anche in Brasile Team USA è super favorito per salire sul gradino più alto del podio. Una squadra a cui mancheranno i vari LeBron James e Steph Curry, ma che presenta tantissime stelle. Ecco l’analisi di tutti i dodici convocati:
Kyrie Irving: il suo tiro da tre nel finale di gara 7 ha regalato il primo titolo ai suoi Cleveland Cavaliers. Resta una delle fotografie di una stagione scintillante per colui che ora come ora è il miglior play della lega. Può segnare in tutti i modi, sarà al comando in cabina di regia ed è certamente una delle stelle di questa nazionale americana
Kyle Lowry: a 30 anni ha raggiunto probabilmente l’apice della sua carriera, disputando una splendida stagione con i Toronto Raptors e poi meritando questa convocazione, anche se va ammesso che le molte assenze possono averlo agevolato. Sarà utile per far rifiatare i piccoli.
Klay Thompson: il secondo violino dei Golden State Warriors vuole diventare il primo di questo Team USA. Tiratore semplicemente eccezionale, che sa adattarsi a qualsiasi compagno di squadra. Un leader silenzioso che preferisce parlare sul campo ed anche a Rio sarà certamente così.
Jimmy Butler: è stato l’unica nota lieta della stagione deludente dei Chicago Bulls, che hanno deciso di costruire il futuro della squadra proprio intorno a lui (anche se ora è arrivato Wade). Un anno importante e nel quale ha raggiunto la maturazione del leader (oltre 20 punti di media) e una maggior responsabilità in attacco. Guardia fisica, che non disdegna comunque il tiro dalla media o lunga distanza.
DeMar DeRozan: il secondo motivo dell’ottima stagione di Toronto. Guardia/Ala dall’ottima fisicità e che preferisce attaccare il ferro rispetto al tiro. Non parte in quintetto, ma è una delle tante armi offensive che coach K può sfruttare a partita in corso.
Kevin Durant: probabilmente è la stella più appariscente della nazionale americana. Arriva a Rio dopo la clamorosa decisone di lasciare Oklahoma e trasferirsi a Golden State. Sul piano caratteriale forse non sarà il leader di Team USA, ma un giocatore con le sue caratteristiche è semplicemente immarcabile per tutte le altre nazionali.
Draymond Green: si parlava di leader ed ecco che probabilmente il giocatore di Golden State è il principale indiziato a ricoprire questo ruolo. Curry e Thompson sono le stelle degli Warrios, ma chi è necessario nello scacchiere difensivo ed offensivo dei vice campioni NBA è proprio lui. Un tuttofare eccezionale e uno dei giocatori più importanti in questi Stati Uniti.
Harrison Barnes: la sensazione è quella che potrebbe essere il dodicesimo uomo e che i minuti in campo non saranno molti. Buon tiro da fuori, ma gli è sempre mancato qualcosa in termini di personalità, forse oscurato troppo dalle altre stelle dei Warriors.
Paul George: proprio con la maglia della nazionale si è procurato un terribile infortunio alla gamba. Ha recuperato e forse è tornato ancora più forte di prima. L’uomo copertina degli Indiana Pacers, fisico eccezionale ed un talento cristallino. Uscirà dalla panchina per spaccare definitivamente la partita.
Carmelo Anthony: il più esperto del gruppo, anche perchè è già alla quarta Olimpiade. Va a caccia del terzo oro consecutivo. La classe e il talento non sono mai mancati, forse un po’ di leadership, ma con la maglia a stelle e strisce è sempre stato uno dei grandi protagonisti e anche le ultime amichevoli ne hanno dato una prova.
DeMarcus Cousins: mani fatate, fisico incontenibile, ma un comportamento e un atteggiamento che non gli hanno mai permesso di diventare una stella in NBA. In nazionale, rispetto alle follie di Sacramento, è più tranquillo e può davvero diventare incontenibile.
DeAndre Jordan: non fategli tirare i tiri liberi e per il resto non ci saranno problemi. Parte come il ricambio di Cousins, ma troverà comunque tantissimo spazio, perchè sotto canestro non ci sono molti avversari che possono reggere quell’impatto fisico.
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foto pagina FB di USA Basketball