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Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: la nazione “Hosszu” a caccia del poker

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Tra i personaggi più importanti della vasca olimpica di Rio de Janeiro quella che potrebbe insidiare il titolo di “donna dei Giochi” a Katie Ledecky è senza dubbio Katinka Hosszu più affine ad uno Stato che ad un’atleta per il computo di medaglie che porta in dote. 3 ori per i magiari in piscina sono tutti firmato dal fenomeno poliedrico. 200-400 misti e 100 dorso sono territori ormai conquistati e, forse, anche i 200 dorso, con Emily Seebohm e Missy Franklin sulle tribune e non ai blocchetti di partenza, potrebbero essere griffati dall’iron lady.

Una presa in acqua senza eguali ed una resistenza allo sforzo più unica che rara stanno guidando la “nazione” alla volta dell’Olimpo natatorio, alterando, se vogliamo, anche l’analisi ed il computo del medagliere dell’Ungheria. Le 5 medaglie d’oro ottenute dalla squadra ungherese, nel computo generale al momento, sono più della metà riconducibili alla mistista e da qui il tema relativo a cosa conti maggiormente tra il numero di ori e la loro concentrazione è un evergreen nella valutazione di un movimento.

Resta il fatto che ci si trova a parlare di una campionessa che per i tempi stabiliti sembrerebbe venire dal futuro. Il 4’26″36 dei 400 misti è un qualcosa di fantascientifico e chissà quanto dovremo aspettare per vederlo solo avvicinato da un’atleta che non sia Katinka. Ora nei 200 dorso, è il momento di servire il poker alle rivali, quasi rassegnate a vederla andar via dalla partenza e ritrovarla all’arrivo sorridente e rivolta verso il pubblico festante. Un’icona di questi Giochi brasiliani, dunque, autrice di pagine di storia natatorie speciali volte a rispedire al mittente ogni illazione sul doping.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Immagine: fonte Len

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