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Artistica
Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Simone Biles firma il tris! Il volteggio si inchina alla Regina, Hong fallisce il triplo, infinita Chusovitina
Simone Biles salta a piedi pari l’ostacolo più complicato della strada che la dovrebbe condurre al pokerissimo d’oro. Il fenomeno della ginnastica artistica si è laureata Campionessa Olimpica al volteggio, dominando la Finale di Specialità che sulla carta doveva essere più ostica per lei.
Le avversarie non mancavano alla tavola ma la 19enne di Columbus ha saputo confezionare due salti di pregevole qualità e di elevatissima precisione che le hanno permesso di conquistare la sua terza medaglia d’oro alle Olimpiadi 2016 dopo aver già trascinato gli USA nella prova a squadre ed essere stata incoronata Reginetta nel concorso generale.
Il suo Amanar è elevatissimo e ampissimo come sempre (15.900), il suo Cheng è eseguito meravigliosamente bene e viene premiato con 16.033! La vertiginosa media di 15.966 è inarrivabile per tutte le altre ginnaste. Dopo un argento e un bronzo ai Mondiali, finalmente Simone viene consacrata anche su questo attrezzo.
Solo Hong Un Jong poteva sperare di batterla e per farlo ha tentato il tutto per tutto: eseguire il leggendario triplo avvitamento, l’ultima frontiera umana dell’artistica femminile. La Campionessa Olimpica 2008, però, cade e le viene riconosciuto solo un Amanar: non andrà oltre alla media di 14.900 e chiuderà al sesto posto.
Maria Paseka, Campionessa del Mondo in carica, conquista l’argento (15.253) che fa il paio con il bronzo di Londra 2012. Completa il podio la svizzera Giulia Steingruber, Campionessa d’Europa in carica e brava ad approfittare dell’occasione (15.216).
L’indiana Dipa Karmakar ha sfiorato la storia: prima ginnasta alle Olimpiadi per il suo Paese, prima finalista, ha addirittura provato ad agguantare la medaglia sfoderando il salto Produnova. L’elemento più difficile del Codice dei Punteggi (7.0) non le ha però permesso di scalzare le rivali ben più accreditate (15.216, ha appoggiato i glutei su quel salto).
Anche l’eterna Oksana Chusovitina ha cercato il Produnova per salire sul podio a 41 anni, alla sua settima Olimpiade. Anche l’uzbeka è però caduta e si è dovuta fermare al settimo posto (14.833), chiudendo qui la sua gloriosa e memorabile carriera. Quinta la cinese Yan Wang (14.999), ottava la canadese Shallon Olsen (14.816).