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Pallanuoto femminile, Olimpiadi Rio 2016: il Setterosa dei sogni

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Non è arrivata la medaglia d’oro ma la nazionale italiana di pallanuoto femminile può ritenersi più che soddisfatta dell’argento conquistato alle Olimpiadi di Rio 2016 dietro gli imbattibili Stati Uniti. La medaglia, che ha riportato il Setterosa sul podio olimpico a 12 anni di distanza, è il premio ad un gruppo che negli ultimi anni è sempre rimasto ai massimi livelli Mondiali.

Le Olimpiadi di Rio sono stato lo splendido coronamento di un cammino che, solo nell’ultimo anno, ha portato le azzurre sul podio ai Mondiali e agli Europei. In Brasile le ragazze del Ct Fabio Conti sono arrivate più preparate e forti che mai, consce tanto dei loro limiti quanto delle loro potenzialità. Nelle prime cinque partite, tutte vinte, le azzurre hanno messo in vasca un’invidiabile solidità difensiva, la base da cui poi scatenarsi nella metà campo offensiva per trovare i gol grazie tanto al gioco di squadra quanto al talento delle singoli interpreti. Oltre il punto di vista prettamente sportivo, questo Setterosa ha dimostrato di essere un gruppo anche fuori dall’acqua, e forse proprio questa è stata la forza della squadra.

Il cammino olimpico è iniziato nel migliore dei modi con il primo posto nel girone preliminare. Esordio vincente con il Brasile nonostante un primo tempo zoppicante, poi le due partite più toste. Contro l’Australia le azzurre si sono forse rese conto di poter ambire a qualcosa di importante: con l’Olanda esclusa dalla manifestazione, le aussie erano le uniche reduci proprio assieme ad Italia e Stati Uniti, che poi sono arrivate in finale, delle semifinali del Mondiali di Kazan di 12 mesi fa. Questa consapevolezza e l’obiettivo del primo posto alla portata (utile per avere un tabellone favorevole nella fase ad eliminazione diretta) ha portato la squadra ad un’altra grande prestazione contro la Russia che è valsa il quarto di finale contro la Cina e la sicurezza di non affrontare gli Usa, sulla carta e poi come si è visto anche in concreto fuori portata, prima della finale.

La prima partita ad eliminazione diretta contro le asiatiche non ha dato problemi insormontabili a Tania Di Mario e compagne, che sono uscite alla distanza grazie alla maggiore completezza e profondità della rosa. Più complessa, ma sempre gestita con sicurezza, la semifinale contro la Russia, capace di sconfiggere la Spagna ai quarti e anche solo per questo molto insidiosa. Anche in questo le azzurre si sono ben comportate e senza strafare giocando la propria partita (aiutate da un’Arianna Garibotti da 5 gol) sono riuscite ad assicurarsi quantomeno la medaglia d’argento. 

La finale, purtroppo, non ha portato questo splendido gruppo alla medaglia d’oro. Troppo forti le statunitensi che nell’arco di tutto il torneo non sono mai sembrate spingere sull’acceleratore quando non necessario. Una superiorità disarmante quanto preventivata alla vigilia del torneo che non toglie nulla all’impresa compiuta dalle 13 ragazze italiane e dallo staff tecnico. 

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