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Judo, Olimpiadi Rio 2016: l’Italia si riscopre grande

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Quelli che hanno separato l’edizione olimpica di Londra 2012 dai Giochi di Rio 2016 non sono stati anni luminosi per il judo azzurro, inutile negarlo. Dopo la medaglia di bronzo di Rosalba Forciniti, infatti, i rappresentanti italiani hanno sempre faticato nelle competizioni mondiali ed europee, e nel migliore dei casi hanno ottenuto dei quinti posti, terminando vicini al podio ma lasciando sempre lo zero nella casella delle medaglie vinte.

L’inizio dell’anno 2016 ha segnato un cambiamento di rotta, che si è manifestato innanzi tutti in occasione dell’ultima rassegna continentale, dove l’Italia è riuscita per la prima volta nel quadriennio a salire sul podio in una grande competizione internazionale, collezionando due bronzi nella prima giornata con Elios Manzi e Fabio Basile, rispettivamente nelle categorie 60 kg e 66 kg. In pochi mesi, un ricambio generazionale che sembrava dover avvenire in vista di Tokyo 2020 ha accelerato bruscamente i ritmi, portando a Rio una squadra maschile composta da atleti che solamente ad inizio anno sembravano distanti anni luce dalla qualificazione (i due menzionati e Matteo Marconcini per la categoria 81 kg), ed escludendo invece i veterani della nazionale come Elio Verde ed Antonio Ciano.

Diverso il discorso per la nazionale femminile, dove Rosalba Forciniti aveva da tempo lasciato il testimone della categoria 52 kg ad Odette Giuffrida, mentre Giulia Quintavalle ha di fatto rinunciato all’ultimo sogno olimpico. Alla romana ed all’imprescindibile Edwige Gwend (63 kg), che in questi quattro anni ha avuto il merito di tenere alta la bandiera del judo italiano anche nei momenti più bui, si è poi aggiunta all’ultimo momento Valentina Moscatt (48 kg), per una delegazione che è partita per Rio con soli sei elementi, il numero più basso delle ultime edizioni olimpiche.

Con una squadra mediamente giovane, un’Italia ambiziosa ma non con i ranghi di favorita è giunta a Rio de Janeiro con l’intenzione di sorprendere: missione compiuta. A ventuno anni, Fabio Basile è diventato il più giovane a vincere la medaglia d’oro insieme al giapponese Mashu Baker, che sarebbe riuscito nell’impresa tre giorni dopo nella categoria 90 kg. Anche lei classe 1994, Odette Giuffrida è riuscita finalmente a concretizzare le capacità che le sono riconosciute da anni. Due predestinati che sono riusciti a raggiungere il punto più alto della loro giovane carriera esattamente al punto giusto, quello della gloria olimpica, che per loro non rappresenta però un punto di arrivo, bensì un punto di partenza.

La nuova Italia può guardare con fiducia al futuro, e non solamente con i due medagliati in terra carioca: pensiamo anche a Matteo Marconcini, che da underdog è prima riuscito a strappare la qualificazione e poi a sfiorare il podio olimpico con un quinto posto che rappresenta un eccellente risultato, ed a Elios Manzi, che dopo il bronzo olimpico ha vissuto un’esperienza a cinque cerchi che, per il talentuosissimo ventenne, varrà come bagaglio per il futuro. Ma non dimentichiamo neppure i tanti giovani judoka azzurri che hanno ottenuto risultati di grande prestigio nelle ultime stagioni sia tra gli junior che tra i cadetti, e che sono pronti a riportare la squadra azzurra tra le potenze del judo, con l’obiettivo di dare seguito al quarto posto che ha ottenuto l’Italia nel medagliere di Rio 2016 per quanto riguarda la disciplina.

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Immagine: IJF

giulio.chinappi@oasport.it

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