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Olimpiadi Rio 2016: nuovo trionfo per la Gran Bretagna, tra quattro anni la prova del nove
Dopo il trionfo di Londra 2012, la Gran Bretagna era chiamata al difficile compito di confermarsi a Rio 2016, anche distante dalle mura amiche: compito perfettamente riuscito alla delegazione della Union Jack, capace addirittura di diventare il primo Paese della storia a migliorare la propria posizione nel medagliere nell’edizione immediatamente successiva a quella casalinga.
Con le sue 67 medaglie complessive, la Gran Bretagna ha addirittura incrementato di due unità il numero complessivo di podi rispetto a quelli di quattro anni fa, ottenendo il proprio risultato migliore di sempre alle spalle delle irraggiungibili 146 medaglie di Londra 1908, quando i britannici vinsero il medagliere. Leggero calo nel numero di ori, che da ventinove passa a ventisette, comunque il numero più alto mai ottenuto fuori casa.
La Gran Bretagna ha dunque dimostrato di aver sfruttato l’edizione organizzata a Londra non solamente per trionfare di fronte al proprio pubblico, ma anche per mettere in piedi un progetto a più lungo termine, che le permetta di mantenere degli standard elevati anche nei quadrienni successivi. Un incredibile balzo in avanti per un Paese che solamente vent’anni fa, ad Atlanta 1996, raggiungeva il proprio minimo storico on la trentaseiesima posizione nel medagliere ed una sola medaglia d’oro conquistata.
Per sapere dove potrà arrivare ulteriormente lo squadrone britannico bisognerà valutare le sue prestazioni nel corso del quadriennio che porterà a Tokyo 2020: nonostante le elevatissime prestazioni, infatti, per ora lo schema della Gran Bretagna corrisponde a quello tipico degli altri Paesi che hanno ospitato le ultime edizioni dei Giochi. Generalmente, secondo la sequenza evidenziata, gli effetti dell’organizzazione olimpica si iniziano a vedere nell’edizione precedente (la Gran Bretagna passò infatti dal decimo posto di Sydney 2000 ed Atene 2004 al quarto di Pechino 2008), per poi raggiungere il proprio apice in casa (come accaduto a Londra 2012) e mantenere un livello elevato nell’edizione successiva. Ma è solamente l’edizione che si tiene otto anni dopo quella di casa a poter dare un giudizio finale: nel caso della Cina, infatti, abbiamo visto che dopo i trionfi di Pechino e le grandi prestazioni di Londra, è già arrivato il momento di tornare nei ranghi. Vedremo se i britannici, che sulla carta sembrano avere un miglior progetto a lungo termine rispetto ai cinesi, saranno in grado di superare questa prova del nove.
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giulio.chinappi@oasport.it
Luca46
25 Agosto 2016 at 16:48
Purtroppo per noi prevedo ancora tempi duri. I soldi non sono l’unica cosa che serve ma se non si foraggiano le federazioni c’è pico da fare. C’è poi da dire che molti finanziamenti vanno persi in magna magna.
Gabriele Dente
24 Agosto 2016 at 17:58
Pur riconoscendone (e benevolmente invidiandone! 🙂 ) i risultati e gli eccezionali progressi, mi riesce difficile pensare che la Gran Bretagna possa mantenere questo standard nel tempo. Sicuramente ha saputo tirarsi fuori alla grande dalla palude di Atlanta ’96 (e mi fa rabbia che l’abbia fatto copiando proprio quello che era il NOSTRO modello mentre noi rischiamo di perderci in continuazione) e prevedo che resterà ad altissimi livelli per tanto tempo ancora. Ma, se è vero che il loro successo si basa sui finanziamenti provenienti dalle lotterie, prevedo prima o poi tempi più difficili anche per loro. Non è una “gufata” ma un’opinione.
Parlando della spinta data dall’edizione casalinga, ho notato che l’Australia sembra averla persa quasi del tutto dopo 16 anni, ritornando ai livelli di Barcellona ’92 e passando gradualmente dalle 58 medaglie di Sydney alle 29 di Rio. Esattamente la metà! Bilancio che, nonostante l’eccellente organizzazione sportiva, mi sembra più in linea con la consistenza demografica di quel paese (circa 25 milioni di abitanti).
Per quanto ci riguarda credo che il ruolo dell’Italia debba avvicinarsi, a “regime” (cioè non in prossimità o in concomitanza con un’edizione casalinga), alle 40 medaglie. In sostanza noi dovremmo far parte più del gruppo Germania-Francia-Giappone che del gruppo Australia-Canada-Corea del Sud (anche se prevedo che il Giappone staccherà il gruppo). Mi auguro che il Coni riesca finalmente, fra 4 anni, ad avvicinare o a superare finalmente il nostro “PB” delle 36 medaglie. Anche se, a dire il vero, non mi sembra di vedere un particolare fermento nello sport azzurro.